I governi mantengono i poteri. Noi i diritti.

La legge 107, l’attacco nei confronti del sindacato, “corpo intermedio da eliminare” e il processo di regionalizzazione del sindacato. Questi i temi affrontati dai relatori al tavolo dell’iniziativa organizzata dalla segretaria regionale della Uil scuola Silvia Somigli nell’ambito del festival. Ne hanno discusso Daniele Peroni, provveditore agli studi, il consigliere regionale Pd Enrico Panunzi e il segretario nazionale della Uil scuola Pino Turi. Hanno portato il loro contributo anche il senatore leghista Umberto Fusco e il neo sindaco di Viterbo Giovanni Arena. Moderava il giornalista Daniele Camilli.

“Vi ringrazio – ha esordito Somigli – perché siete stati eccezionali nel dimostrare questo fortissimo senso di appartenenza che è una tipicità del nostro sindacato stasera rappresentato dal segretario nazionale Turi che è sempre vicino a noi. Approfondiremo delle questioni dando spazio a chi può entrare nel merito in forma propulsiva e propositiva, concertando le istanze in un momento di metamorfosi della vita della scuola.Il sindacato, in questo ultimo anno, ha dimostrato la sua forza e se qualcuno, nel precedente governo, aveva pensato che il corpo intermedio potesse essere messo in panchina, forse si è accorto del contrario. Il 30 novembre scorso si è chiuso un accordo importante all’interno della pubblica amministrazione che ha rivisitato una serie di questioni della vecchia legge Brunetta che, toccando anche il mondo della scuola, aveva compromesso alcuni nostri diritti.

La legge 107 è stata il colpo di grazia, una legge contro la buona scuola e non per la buona scuola. Ma noi siamo riusciti a rivederne le spigolosità.L’iniziativa di oggi è per il bene del territorio che a noi sta a cuore e per il quale ci prodighiamo tutti i giorni. Lanciamo delle sollecitazioni che sono una base da cui partire per lavorare insieme”.

Proprio il segretario nazionale Uil scuola Turi ha illustrato l’azione del sindacato negli ultimi tre anni in un contesto politico che aveva tentato di depotenziarne il ruolo e le funzioni. “Caffeina – ha detto Turi – mi ricorda e mi fa pensare all’eccitazione, e la nostra segretaria ci dà quella eccitazione culturale utile al dibattito per cui non posso che ringraziarla.

Un pezzo importante del paese sta nelle istituzioni e la scuola è una di quelle. I corpi intermedi sono invece l’asse della democrazia del paese e l’attacco ai sindacati è stato fatto perché ci vogliono inculcare un modello neoliberista dell’efficienza e del mercato, in base a cui tutto si misura con l’egoismo e con i soldi. Non si vive, però, di solo pane ma di ideali e di valori che mettono insieme un paese e che si costruiscono nella scuola.

Oggi c’è un conflitto con la società e una sostituzione dei valori, da quelli costituzionali a quelli del neoliberismo e quindi dell’individualismo.

Noi non ci rassegniamo e svolgiamo la nostra azione anche per indirizzare la politica e i partiti sugli errori fatti, come quello della legge 107 che trasforma la scuola da comunità a un grande ufficio pubblico, un opificio dove si produce qualcosa. A scuola invece si producono idee e socialità. La scuola è inclusiva e accoglie i più deboli per farli diventare più forti. Non il contrario.

Non si può ragionare solo per costi perché ci sono dei diritti che sono incommensurabili e da cui dipende la nostra libertà che non si può misurare. Per esempio, la 107 ha introdotto l’errore pazzesco di dare al dirigente la possibilità di scegliere il docente. Non si possono scegliere i membri di una comunità, perché così l’insegnante non è nella condizione di essere libero. La Uil ha sempre detto di voler fare una battaglia culturale e non sindacale. Perché una scuola non libera ricade direttamente sugli studenti e le famiglie. Noi combattiamo per loro.

Stiamo svolgendo un’azione politica perché la politica è assente e tende ad agevolare i desideri degli utenti, però noi nella scuola non abbiamo utenti, ma cittadini. La scuola può essere identificata come una funzione dello stato o come un servizio. Deve esserci educazione e formazione.

La 107 voleva trasferire la malattia della società nella scuola che è invece la ricetta e non la causa. Su questo ci stiamo spendendo e, rispetto alla politica , abbiamo trovato il consenso, non soltanto degli iscritti, ma anche della popolazione. Vedremo ora le linee che vorrà seguire il nuovo ministro che ancora non abbiamo incontrato. Passi avanti ne sono stati fatti e attraverso lo strumento contrattuale stiamo modificando la 107.

Se quindi qualcuno ancora dice che non può essere un accordo sindacale a modificare una legge dello stato o è in malafede o è ignorante, perché la contrattazione collettiva è in grado di farlo.

Non ne facciamo una questione di destra o sinistra perché non ci interessa. Questo è un sindacato laico, libero e indipendente. Non ha pregiudizi. Esprimeremo giudizi solo dopo aver visto le intenzioni del governo che non è comunque nell’ottica di eliminare i corpi intermedi. I governi hanno l’obiettivo di mantenere i poteri, noi vogliamo mantenere i diritti. Il paese ha bisogno di corpi intermedi, perché solo se dal basso ognuno fa il suo mestiere si riesce a tenere unito”.

Per Turi, meglio l’alternanza etica a quella scuola-lavoro. “La 107 introduce l’obbligo dell’alternanza scuola-lavoro. La scuola statale deve creare le condizioni per aprire un contatto con questo mondo attraverso un progetto che avvicini i ragazzi. Prendiamo gli studenti e li mandiamo nelle fabbriche per fare 400 ore di lavoro con tutta la burocrazia che implica questa procedura. E’ un errore.

Dobbiamo far crescere le persone e lo stato deve essere liberale, senza indirizzare con un eccesso di dirigismo.

La responsabilità del progetto, infatti, deve essere della scuola ed è per questo che la Uil scuola, per evitare di non restare fuori dal dibattito, ha fatto fatto una convenzione, chiamandola alternanza etica che non è uno sfruttamento dei giovani a lavorare, ma un modo per far vedere ai giovani cosa sia il lavoro e al tempo stesso per fargli conoscere il sindacato.

Il sindacato non può morire fin ché c’è democrazia, è una sorta di polizza di assicurazione dei diritti del lavoratore. Dobbiamo evitare che la scuola possa formare consumatori anonimi, dobbiamo difendere l’istituzione scolastica”.

Turi è stato confermato segretario nazionale per il secondo mandato. “Sindacalmente abbiamo avuto un momento difficilissimo e la 107 è stato un treno che ha travolto tutti. Il governo prima di arginare il treno ha cercato un modo per indebolire il sindacato. Non ci sono riusciti. Il sindacato esce rafforzato dalla battaglia culturale degli ultimi tre anni. Lo dimostrano le elezioni Rsu che hanno consolidato la forza della Uil. 

Il sindacato confederale è quello che ha avuto l’ambizione di fare politica per tutelare i diritti dei più deboli e dei lavoratori. Questo è un aspetto da difendere e non da eliminare. Sulla scuola non si scherza, perché la gente la sente propria e prima di smantellarla se la difende. Con l’ultimo congresso abbiamo detto di essere cocciuti e di voler far valere le nostre idee. Saranno la nostra stella cometa con un’apertura a tutti i contributi e anche a chi non la pensa come noi. La società sta vivendo un momento di torpore – ha concluso Turi – sta a noi risvegliarla”.

Il testo integrale del’articolo di Paola Pierdomenico – dal quale è stato estratto questo testo – nel link qui sotto.


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