Rendere stabile il lavoro: l’impegno della Uil per i precari

Dopo le assemblee di Milano, Firenze e Cagliari, oggi al Liceo Classico “Tasso” di Roma si è tenuta un’assemblea alla quale hanno partecipato oltre 200 docenti precari. Il 12 marzo una iniziativa nazionale con manifestazioni nelle città italiane.

 …«L’esperienza è un valore aggiunto insostituibile, bisogna valorizzare il precariato per far funzionare la scuola»… è la dichiarazione dei Parlamentari 5 Stelle che ci trova concordi.  Ma siamo assolutamente contrari  all’idea che una diposizione contenuta nel Decretone all’esame del Senato possa dare risposte alla situazione di emergenza in atto – mette in chiaro Giuseppe D’aprile, segretario nazionale Uil Scuola, intervenuto oggi all’Assemblea di Roma per il personale precario.
L’idea di valutare il servizio con un punteggio fino al 50 % del punteggio attribuibile ai titoli” – precisa D’Aprile –  come prevede  l’emendamento  al decretone ora all’esame dell’Aula del senato, rappresenta un riconoscimento positivo, un passo in avanti, ma sarà totalmente insufficiente.
La ragione è presto detta: il prossimo anno scolastico sarà caratterizzato da una situazione degli organici  particolarmente grave,  ai posti in organico già vacanti si aggiungeranno quelli che si libereranno per effetto dei pensionamenti “quota 100”.

Valorizzare e non disperdere l’esperienza pluriennale dei docenti che hanno maturato almeno tre anni di servizio nelle scuole statali (non pubbliche) attraverso una fase transitoria concorsuale non selettiva ma rapida; solo così – dichiara D’Aprile – possiamo assicurare la continuità didattica agli alunni i quali, diversamente, anche quest’anno assisteranno al ‘balletto’ dei docenti da una scuola all’altra a danno di un’offerta formativa che risulterebbe frammentaria e discontinua.
Non una posizione corporativa la nostra – dichiara D’Aprile – ma un tassello importante e necessario per riaffermare il valore della scuola statale, quella costituzionale e nazionale, il cui compito è quello di formare i futuri cittadini di questo paese.
Per questo motivo, in presenza dell’emergenza che si verrà a creare per i tanti posti vacanti e i pochi aspiranti a coprirli, serve un provvedimento urgente che accelleri la procedura concorsuale attraverso la sola prova orale e l’ammissione all’anno di formazione e prova.
Una procedura che non rappresenta una sanatoria e che riguarda solo coloro che possono vantare un servizio di almeno tre anni nelle scuole statali. Non si può lasciare ai Tribunali la responsabilità del reclutamento che attiene al Governo e alle forze politiche.
Per questo motivo saremo presenti, al fianco di migliaia di lavoratrici e lavoratori precari della scuola, per rilanciare il ruolo insostituibile della Scuola statale di questo Paese.
Il prossimo 12 marzo, in tutte le maggiori città d’Italia insieme alla FLC CGIL e alla CISL Scuola.
Una mobilitazione che, se necessario, potrebbe portarci anche allo sciopero generale per ribadire la nostra contrarietà non solo nei riguardi della questione precariato ma anche per il rinnovo del contratto e per affermare la nostra convinta opposizione al processo di regionalizzazione della scuola statale.

Nella sola Regione Lazio – ha detto  il Segretario Generale del Lazio, Saverio Pantuso  – ai circa 10 mila posti vacanti relativi all’a.s. 2018/19 si aggiungeranno quelli legati ai pensionamenti. Una vacanza di organico che rischia di non avere precedenti. In particolare nel Lazio, dove le operazioni di nomina si protraggono ben oltre l’inizio delle lezioni, l’esigenza di stabilizzare il precariato è più che mai una necessità.
Valorizzare i precari con esperienza pluriennale significa soprattutto assicurare agli alunni la continuità didattica che diversamente verrebbe seriamente messa in discussione.

Occorre ragionare in tempi rapidi – ha detto Pasquale Vespa, Coordinatore precari UIL Scuola Campania e Presidente ANDDL – il fattore tempo è fondamentale se non vogliamo ripetere l’esperienza fallimentare dello scorso anno, quando posti disponibili e autorizzati dal Mef, sono rimasti coperti da personale supplente.  Ci sono migliaia di persone che lavorano in modo precario nelle scuola da molti anni. Questo lavoro va riconosciuto. Occorre aprire un tavolo istituzionale di confronto tra sindacati, Miur  e Governo.

Una situazione insostenibile – aggiunge Massimo Albisetti Segretario Regionale del Lazio – non voler considerare la realtà della situazione.
A distanza di quasi quattro anni dall’approvazione della Legge 107 che avrebbe dovuto eliminare il precariato, ci ritroviamo al punto di partenza; motivo per il quale occorre attivare la fase transitoria per far funzionare le scuole già dal prossimo primo settembre.


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