TAR del Lazio: un vizio di forma travolge il concorso a presidi

Incompatibilità nella Commissione madre andrebbero ad inficiare tutti gli atti della procedura concorsuale.
Il Tribunale rileva un mancato controllo e un difetto di vigilanza che il MIUR avrebbe dovuto svolgere.

 

Inizia un calvario giudiziario che vede, sia negli esclusi che nei vincitori di concorso, le vittime di un sistema che mostra, ancora una volta tutti i suoi limiti.
La UIL Scuola, attraverso i propri uffici legali, cercherà di intervenire al fine di tutelare tutti i propri iscritti, sia quelli esclusi dal concorso, che a favore di tutti i candidati che legittimamente hanno superato le diverse fasi concorsuali.
Chiediamo l’immediato intervento del Ministro e di tutto il suo staff affinché intervenga per garantire i diritti di tutti i candidati, nessuno escluso.
La stessa politica è anche chiamata alla sua responsabilità oggettiva e a mettere in discussione un sistema che ha mostrato di non essere non solo inefficace, ma incapace a risolvere problemi di selezione che vanno sicuramente cambiati.

 


Con la Sentenza del TAR Lazio di oggi si avvia l’ennesimo calvario giudiziario che sta caratterizzando tutti i concorsi per la selezione dei dirigenti scolastici.

Il TAR, pur respingendo i numerosi elementi di doglianza dei ricorrenti, ha ritenuto fondato il motivo relativo alla costituzione della Commissione madre viziata da situazioni di incompatibilità di alcuni suoi componenti con l’effetto di travolgere tutti gli atti della procedura concorsuale. Un vizio di forma, insomma.

Il Tribunale ha ritenuto, infatti, viziati i criteri di valutazione adottati da un organo illegittimamente costituito, andando, ad incidere negativamente sull’intera procedura.
Si rileva un mancato controllo e un difetto di vigilanza che il MIUR avrebbe dovuto svolgere.

Inizia così un calvario giudiziario che vede, sia negli esclusi che nei vincitori di concorso, le vittime di un sistema che mostra, ancora una volta tutti i suoi limiti.

E’ un film già visto. Il MIUR proporrà appello e il Consiglio di Stato dovrà decidere se confermare o meno la sentenza, aprendo una serie di contenziosi anche tra gli stessi candidati.

L’unica certezza è che il sistema scolastico subirà ancora una volta un grave contraccolpo che getta nel caos le scuole e l’avvio del prossimo anno scolastico. Senza considerare i candidati che restano nel limbo dell’incertezza dopo aver affrontato enormi sacrifici nella preparazione del concorso.

Dell’esito delle sentenze non si può che prendere atto.

Chiediamo, però, l’immediato intervento del Ministro e di tutto il suo staff affinché intervenga per garantire i diritti di tutti i candidati, nessuno escluso, attuando tutte le necessarie iniziative volte a garantire una trasparenza, serietà ed effettiva verifica delle procedure concorsuali, anche attraverso un (ri)esame di tutta la procedura concorsuale.

La stessa politica è anche chiamata alla sua responsabilità oggettiva e a mettere in discussione un sistema che ha mostrato di non essere non solo inefficace, ma incapace a risolvere problemi di selezione che vanno sicuramente cambiati. Ciò a partire dalle procedure, che sembravano inquinate solo dalla presenza del sindacato, per scoprire poi, che proprio il sindacato, in questa vicenda rappresenta l’anticorpo in un sistema ormai da rivedere.

La UIL scuola, attraverso i propri uffici legali, cercherà di intervenire al fine di tutelare tutti i propri iscritti, sia quelli esclusi dal concorso, che a favore di tutti i candidati che legittimamente hanno superato le diverse fasi concorsuali con sacrifici enormi e che ora vedono compromesso il proprio impegno, per responsabilità di altri.

Per tale ragione la UIL Scuola valuterà anche ogni iniziativa politico-legale prevista dall’Ordinamento, per ottenere il risarcimento dei danni che oggi tutti i docenti e il sistema scuola dovranno subire a causa di responsabilità di chi aveva il compito di controllare, tutelare e garantire il corretto funzionamento dell’importante procedura concorsuale. Non è un film che si conclude, ma è solo l’inizio dell’ennesimo calvario.


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