La lunga strada della musica

Erano soltanto 18 le scuole medie nelle quali si studiava musica nel 1975.
In un quarto di secolo le cose sono cambiate al punto da coinvolgere gli alunni di quasi quattromila cattedre in tutta Italia.

L’iniziativa del 1975, era denominata “corsi sperimentali ad orientamento musicale”, denominazione poi cambiata in “indirizzo musicale”e coinvolgeva 18 scuole in tutta Italia.

Nell’aprile del 1977, il Ministro Malfatti, presentò un disegno di legge, mai approvato, che prevedeva l’istituzione in ogni provincia, di almeno una scuola media ad orientamento musicale.

Due anni più tardi, nel 1979 un decreto ministeriale (DM 03.08.79) tenta un primo passo verso l’unificazione delle varie sperimentazioni già attuate, dettando dei criteri unici a livello nazionale per favorire l’apertura di nuove sperimentazioni.
Ma soltanto dieci anni fa, nel 1996, un nuovo decreto (DM 13.02.96) ha istituzionalizzato la sperimentazione, stabilendo la tabella di valutazione dei titoli dei docenti che ancora oggi è in vigore .

Nel 1999, il Ministro Berlinguer, con la legge del 3 maggio n. 124, all’art. 11, riconduce ad ordinamento i corsi sperimentali a partire dall’anno scolastico successivo come “integrazione interdisciplinare e arricchimento dell’insegnamento obbligatorio dell’educazione musicale”.

Nello stesso anno, un nuovo decreto (DM 6.8.1999 n. 201) regola programmi, orari, modalità di svolgimento delle prove di esame e istituisce una apposita classe di concorso, la A077.

Il nuovo assetto ordinamentale si applica dall’anno scolastico 1999/2000 cominciando dalle prime classi della scuola media.

Nel 2005, con un decreto legislativo (del 17.10.2005-  n. 226) il Ministro Moratti, conferma una quota oraria obbligatoria per gli studenti che frequentano i corsi ad indirizzo musicale.

Con il decreto dei giorni scorsi (DM. 28.09.07 n. 137) il ministro Mussi, mette ordine nella situazione dei docenti di strumento musicale, rimasti fuori dall’attuale sistema di abilitazione all’insegnamento.
In pratica, questi insegnanti non avevano alcuna opportunità di arrivare a conseguire l’abilitazione, pur possedendo i requisiti necessari. Questo personale rischiava, quindi, di essere escluso dal consolidare il proprio rapporto di lavoro, a fronte di una consistente disponibilità di posti.

Che cosa si studia
e in che modo

In genere, in ogni scuola è previsto l’insegnamento di quattro strumenti per 5 ore settimanali ciascuno, più un’ora di teoria e solfeggio.
Un corso completo (triennale) di strumento comporta di norma l’impegno di 4 docenti per 18 ore settimanali;
L’organizzazione dell’orario di insegnamento dei docenti è molto flessibile anche in virtù del fatto che il rapporto docente-alunno è, in generale, di 1 a 2.
L’insegnamento si articola in pratica strumentale individuale e per gruppi di alunni, anche variabile nel corso dell’anno scolastico; ascolto partecipato; attività di musica d’insieme; teoria e lettura della musica

Non solo pianoforte…
A Cosenza si studia l’arpa, a Catanzaro il fagotto

Il numero delle cattedre di strumento musicale è cresciuto costantemente dalla loro messa a regime, passando da 2.174 nel 2002 alle attuali 3.877 (+ 1.703).
Negli ultimi 5 anni è stato attivato l’insegnamento di tutti gli strumenti previsti dalla legislazione corrente. Ultimo in ordine di tempo ad entrare nelle classi italiane il fagotto (a Catanzaro e Cosenza).
In tutta Italia, ci sono classi di arpa, chitarra, clarinetto, corno, fagotto, fisarmonica, flauto, oboe, percussioni, pianoforte, saxofono, tromba, violino, violoncello.
I più richiesti sono: pianoforte (944 cattedre), chitarra (829), violino(633), flauto (611), e clarinetto (419).

Ecco tutti gli strumenti che si  insegnano nella scuola media

 

2002/03

2003/04

2004/05

2005/06

2006/07

2007/08

ARPA

1

3

5

9

9

15

CHITARRA

483

572

630

696

758

829

CLARINETTO

226

269

298

338

382

419

CORNO

4

5

8

10

12

14

FAGOTTO

0

0

1

2

4

6

FISARMONICA

2

3

4

4

6

8

FLAUTO

370

438

476

519

563

611

OBOE

16

17

18

26

31

33

PERCUSSIONI

34

52

73

83

98

118

PIANOFORTE

578

668

709

783

853

944

SAXOFONO

7

15

19

24

34

47

TROMBA

71

91

96

111

122

130

VIOLINO

361

433

476

526

578

633

VIOLONCELLO

21

33

38

50

60

70

TOTALE

2.174

2.599

2.851

3.181

3.510

3.877

(Elaborazione UIL Scuola su dati MPI)

Piccoli artisti crescono
Ma dalla scuola media al Conservatorio
il passo non è scontato

Sono circa 60.000 gli alunni sulle cattedre consolidate (organico di diritto)
Le stime relative all’ultimo anno scolastico, mettono in evidenza un crescente numero di alunni che seguono le lezioni sulle cattedre non ancora a regime (basate cioè sull’organico di fatto).
Un’esperienza importante che però non conduce in modo diretto ad una prosecuzione degli studi musicali: la ragione è legata soprattutto al fatto che gli strumenti maggiormente scelti (pianoforte, chitarra, violino, flauto e clarinetto) sono quelli per i quali le classi nei Conservatori di Musica sono spesso sature. Quindi, dei circa 4 mila studenti ammessi ogni anno nei Conservatori, se si fa eccezione per le disponibilità legate alle 5 cattedre piu’ richieste, tutti gli alunni degli strumenti meno presenti sul territorio potrebbero, teoricamente, essere ammessi. Da qui deriva l’esigenza di rendere omogeneo sul territorio lo studio di tutti gli strumenti e non solo, e sempre, i 5 più richiesti.

Nella musica vince il Sud: prima la Campania,
a seguire Sicilia, Puglia e Calabria
Nel Nord si distingue la Lombardia,
al centro il Lazio

L’insegnamento dello strumento musicale è presente in tutte le aree del Paese,
con una maggiore densità al Sud.
Al primo posto tra le regioni in cui l’insegnamento di uno strumento musicale è maggiormente diffuso è a Campania. Seguono la Sicilia, Puglia, Calabria, Lombardia e Lazio che, assieme, rappresentano circa il 70% di tutte le cattedre italiane:

Nord Ovest

Nord Est

Centro

Sud

Isole

Totale

ARPA

1

10

4

15

CHITARRA

144

101

113

344

127

829

CLARINETTO

75

49

47

184

64

419

CORNO

1

1

1

8

3

14

FAGOTTO

5

1

6

FISARMONICA

1

1

5

1

8

FLAUTO

106

74

104

231

96

611

OBOE

1

6

1

24

1

33

PERCUSSIONI

22

4

16

58

18

118

PIANOFORTE

151

110

131

393

159

944

SAXOFONO

3

3

1

35

5

47

TROMBA

20

4

13

78

15

130

VIOLINO

94

74

91

268

106

633

VIOLONCELLO

8

10

7

36

9

70

TOTALE

626

437

526

1.679

609

3.877

%

16,15

11,27

13,57

43,31

15,71

100,00

(Elaborazione UIL Scuola su dati MPI)

(Elaborazione UIL Scuola su dati MPI)

 


Il Ministro dell’Università e della Ricerca ha emanato il decreto ministeriale n. 137 con il quale, a decorrere dall’anno scolastico 2007/2008, dà il via ai corsi abilitanti per l’abilitazione all’insegnamento di strumento musicale.

La Uil Scuola esprime profonda soddisfazione per tale risultato – spiega il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna – raggiunto grazie ad una azione continua e pressante che ha visto tantissimi docenti manifestare nel corso dei mesi scorsi, perché una ingiusta discriminazione li escludeva, pur possedendo i requisiti per il conseguimento dell’abilitazione.

Il prossimo passo, vista la consistente disponibilità dei posti disponibili – mette in evidenza Di Menna – dovrà essere l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento di questi docenti che, per la parte che riguarda scuola, è previsto già nel disegno di Legge Bersani.

 La mancata soluzione del problema,  manterrebbe una  inaccettabile riproposizione del precariato. La Uil è fortemente impegnata per far diffondere tale specifico insegnamento che ha rappresentato una delle novità positive dei processi innovativi degli ultimi anni.


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