Concorso straordinario per docenti con almeno 3 anni di servizio: imminente il bando di concorso

Martedì 2 maggio 2022 si è tenuta una riunione tra i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali e il Ministero dell’Istruzione, avente come oggetto la bozza del bando che darà avvio ad un concorso straordinario per i docenti che hanno almeno 3 anni di servizio secondo quanto previsto dall’articolo 59, comma 9-bis (legge 25 febbraio 2022, n. 15).

Il bando prevede la partecipazione al concorso straordinario per la sola scuola di I e II grado, esclusivamente sui posti comuni (classe di concorso), a cui possono partecipare i docenti abilitati e quelli non abilitati che abbiano svolto nelle istituzioni scolastiche statali un servizio di almeno tre anni, anche non consecutivi, negli ultimi cinque anni scolastici.
Il concorso prevede la sola prova disciplinare e dovrà svolgersi entro il 15 giugno 2022.

I vincitori avranno un contratto a tempo determinato nell’a.s. 2022/23 e partecipano, con oneri a proprio carico, a un percorso di formazione, anche in collaborazione con le università, che ne integra le competenze professionali. Nel corso del contratto a tempo determinato svolgono inoltre il percorso annuale di formazione iniziale e prova.

Per la UIL Scuola ha partecipato Paolo Pizzo che ha ribadito le forti contrarietà rispetto a questa procedura che non risolve il problema del precariato, ma addirittura potrebbe aggravarlo.

  • Docenti esclusi: Il Ministero ha escluso dalla procedura i posti di sostegno. A parere della UIL Scuola il Ministero ha dato alla norma di legge una interpretazione restrittiva per cui, secondo il bando, la procedura concorsuale sarà bandita solo per le classi di concorso del I e del II grado rimasti vacanti nell’a.s. 2021/22 non includendo i posti di sostegno. Inoltre, i docenti che hanno partecipato alla procedura delle GPS di I fascia con contratto a tempo determinato finalizzato alla immissione in ruolo (decreto sostegni bis) sono esclusi dalla procedura a prescindere dalla tipologia di posto su cui sono stati assunti (se sostegno o classe di concorso). Inoltre, prevedere il requisito dei 3 anni di servizio solo negli ultimi 5 anni ridurrà ulteriormente la platea. Una politica, quella delle esclusioni e delle limitazioni, che disvela la volontà negativa di risolvere i problemi del precariato che nuocciono pesantemente al sistema.
  • Contratto a tempo determinato e percorso di formazione: si continua con un percorso frastagliato ed a ostacoli. Ci vorrebbe un vigile urbano che decide chi passa e chi sta fermo, un inferno per i precari. Per cui i docenti avranno non solo un contratto a tempo determinato per un anno, dopo aver comunque superato una prova concorsuale, ma dovranno anche pagare di tasca propria il percorso di formazione.
  • Questione abilitazione e graduatoria “idonei”: il ministero, in assenza di una specifica previsione di legge, ha deciso autonomamente che per i docenti vincitori sprovvisti di abilitazione quest’ultima sarà acquisita solo all’atto della conferma in ruolo. Per la UIL Scuola, invece, dal momento che la legge per questo aspetto non pone vincoli, e che i due percorsi stabiliti sempre per legge, quello del corso di formazione con l’università e quello dell’anno formazione iniziale e prova, sono distinti, l’abilitazione si deve poter acquisire con il solo percorso con l’università, a prescindere poi dalla conferma in ruolo. Per quanto riguarda la costituzione della graduatoria dei “soli” vincitori, secondo la UIL è necessario che ci sia un’unica graduatoria in cui sicuramente devono confluire i vincitori ma nello stesso è necessario lasciare la possibilità di eventuali scorrimenti per eventuali rinunce a chi comunque ha partecipato alla procedura e non è risultato nei vincitori.
  • Tempistica: La questione dei tempi ci lascia molto perplessi. Il bando non è stato ancora pubblicato, si avranno 30 giorni di tempo per la presentazione delle domande e la convocazione da parte degli Uffici dovrà essere recapitata al candidato almeno venti giorni prima rispetto alla prova. È l’ennesimo procedimento che non andrà a buon fine o, ancora peggio, inizierà male e finirà malissimo, come tutti gli altri concorsi pensati dal ministero, sempre a danno dei precari?

Infine, non si capisce perché non si attivino le procedure previste dal decreto n. 36 che modifica l’intero reclutamento e la formazione iniziale, almeno per le parti che possano essere favorevoli ai precari, come l’acquisizione di 30 CFU per completare il ciclo di formazione ed essere abilitati.
Insomma, mentre si adottano norme nuove, si applicano quelle vecchie. Una grande confusione per nulla. 

 


Condividi questo articolo: