ELEZIONI CSPI 2024, D’APRILE: QUALCOSA È CAMBIATO. DA ZERO A QUATTRO SEGGI

Assegnati alla Uil i seggi nella scuola dell’obbligo e Ata. Soddisfazione della Segreteria nazionale: è un risultato che non nasce in un giorno. Coerenza, impegno e competenza le qualità vincenti. Rafforzata l’identità di sigla. È il riconoscimento del lavoro che stiamo facendo – da molti anni – insieme ai nostri segretari, a fianco delle nostre Rsu, insieme alle persone che ogni giorno si impegnano nelle scuole.

Qualcosa è cambiato: ne è passato di tempo dall’ultima competizione elettorale per l’elezione dei rappresentanti sindacali nel Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI 2015) in cui alla Uil Scuola non era stato assegnato nessun seggio. Oggi, i dati elettorali in nostro possesso, a scrutinio praticamente quasi ultimato, disegnano nuovi equilibri e un quadro di riferimento nel quale la UIL Scuola Rua gioca un ruolo centrale.

Il sindacato guidato da Giuseppe D’Aprile ottiene quattro seggi: scuola primaria, secondaria di primo grado e di secondo grado, personale Ata.

Siamo molto contenti. È un risultato che arriva come risposta a scelte non sempre facili da prendere. Abbiamo deciso di seguire la nostra linea di ascolto, coerenza, impegno, e attenzione – afferma il segretario generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile – e le persone ci hanno seguito.

Quello del personale Ata – osserva – è un segnale di fiducia e di condivisione delle scelte operate, a partire dalla posizione assunta in sede contrattuale.

Il dato elettorale, che consegna alla Uil un insieme di 100.000 voti, più del doppio rispetto all’elezione scorsa (46.890), permette di entrare nel parlamentino del MIM con un rappresentante per ogni grado della scuola dell’obbligo.

La Uil Scuola Rua si afferma nelle preferenze del personale Ata, con oltre 32.000 voti (nel 2015 erano15.379) e risulta primo sindacato in Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Molise, Piemonte, Puglia e Sardegna.

È primo sindacato in Calabria, Campania nel primo e secondo grado; in Sardegna nel primo grado, nella Provincia Autonoma di Trento nel secondo grado; in Campania nella scuola primaria; in Sicilia, Basilicata e Campania nella scuola dell’infanzia.

L’analisi del voto registra oltre 20 mila preferenze nella scuola primaria (a fronte di 9.854 del 2015), più di 15 mila nella scuola secondaria di primo grado (a fronte di 10.434 del 2015).

Sono circa 20.000 le preferenze date ai candidati della secondaria di secondo grado (erano 7.275 nel 2015).

Raddoppiato il risultato nella scuola dell’infanzia con circa 9.000 preferenze (erano 4.578 nel 2015),

Un dettaglio: nella sezione elettorale delle scuole con lingua d’insegnamento slovena, la Uil è il primo sindacato dopo la lista di componente slovena.

Lusinghiero il risultato ottenuto anche in molte province dove, nei diversi ordini di scuola, la UIL si afferma come primo sindacato.

L’elemento che più si è sentito – precisa D’Aprile – già nella trasmissione dei primi risultati del voto, è una netta crescita dell’identità di sigla. Questo ci riempie di orgoglio e responsabilità.

In una elezione con forte caratterizzazione istituzionale, quello che emerge è che di fronte alle rivendicazioni più impegnative è necessario osare per affermare le proprie idee, sforzandosi di guardare oltre e di ipotizzare soluzioni diverse, a tutela di tutta la comunità educante.

candidati hanno fatto la differenza – commenta il Segretario – a loro va il nostro ringraziamento e ai tanti lavoratori che, insieme ai nostri segretari regionali e territoriali, si sono impegnati nella complessa campagna elettorale, nell’attività nei seggi e ai tantissimi che con il loro voto hanno reso concreta la piena democrazia partecipativa.

 


LE NOSTRE LISTE

 

– No alla regionalizzazione, l’obiettivo da perseguire è la riduzione dei divari territoriali
– Continuiamo a difendere la scuola statale e nazionale

Nel 2023 abbiamo raccolto oltre 100 mila firme contro il progetto di regionalizzazione.
Una netta presa di posizione del personale della scuola.
L’autonomia differenziata potrebbe avere ricadute molto pesanti sull’istruzione e interessare inevitabilmente contratto,  reclutamento, retribuzioni, programmazione dell’offerta formativa e percorsi di alternanza scuola lavoro.
Motivazioni, queste, che ci trovano fortemente contrari nel tempo e da tempo.
Allo stesso modo ci aspettiamo una ferma opposizione delle altre forze politiche che dovrebbero rappresentare anche l’opinione di quel milione di lavoratori che conoscono davvero la scuola italiana, che la fanno funzionare tutti i giorni, indipendentemente dal luogo geografico di lavoro.
Sostenere la scuola significa investire sul futuro dell’Italia.

– Nel 2015 erano 100.277 nel 2023 234.576. La precarietà sul sostegno è passata dal 29% al 59%. Personale ATA: è precario 1 su 5
– È una questione di volontà politica: per dare un lavoro stabile a 250 mila persone basterebbero 180 milioni di euro, 716.12 per precario

Questa quantità di precariato, unica nel settore pubblico, è la testimonianza che le tornate concorsuali distribuite negli anni non sono servite a rendere stabile il lavoro che si fa a scuola.
I numeri lo dimostrano. Siamo in presenza di 250.000 persone che assolvono al proprio compito con dovere e professionalità, facendo funzionare la scuola tutti i giorni.
Puntualmente su di loro i riflettori si riaccendono in campagna elettorale.
La situazione è insostenibile: la reiterazione dei contratti a termine, che causa un licenziamento di massa a giugno con riassunzione a settembre, penalizza le famiglie e non garantisce la continuità didattica agli alunni.
Trasformare l’organico di fatto in organico di diritto permetterebbe la stabilizzazione di 250.000 precari, con un costo stimato di 180 milioni di euro, circa 715 euro a precario.
La qualità della scuola passa anche attraverso la stabilità del lavoro.

– I contratti di lavoro si sottoscrivono solo se migliorativi
– Rappresenta il riferimento certo per influire sulle decisioni a tutela di tutta la comunità educante

La decisione di non sottoscrivere il CCNL 2019-21 è stata una decisione sì netta, ma ragionata, frutto di un’ampia consultazione con i lavoratori della scuola.
Tra i punti più controversi: la mancata valorizzazione e il peggioramento dello status del personale Ata, la precarizzazione del lavoro delle segreterie, l’assenza di riferimenti alle scuole italiane all’estero e la parte dedicata alle relazioni sindacali, che non ci ha convinto.

Fare sindacato, significa fare delle scelte e significa farle con responsabilità e coerenza.
E noi siamo partiti proprio dal contratto che rappresenta un punto di riferimento certo per influire sulle decisioni a tutela di tutta la comunità educante.

Coerenza, determinazione sono e saranno alla base della nostra linea di azione sindacale.

– Il carico di lavoro e le competenze richieste sono oggi molto più ampie e articolate
– Un ruolo di responsabilità capace di motivare, ispirare e coordinare i diversi protagonisti dell’azione formativa

Il lavoro del Dirigente scolastico è stato caricato, con il passare degli anni, di nuove responsabilità ed incombenze amministrative, che spesso non hanno nulla a che fare con il perseguimento delle finalità istituzionali. Il recente dimensionamento della rete scolastica porterà nuove incombenze per il numero eccessivo di alunni e di plessi delle scuole, incombenze che finiranno per aumentare lo stress lavoro correlato a cui è esposto ogni Dirigente scolastico.
E’ necessario:
• armonizzare la parte variabile dello stipendio dei Dirigenti scolastici a quella dei Dirigenti di seconda fascia della Pubblica Amministrazione.
• considerare gli incarichi derivanti dalla realizzazione di progetti finanziati dai Fondi Strutturali Europei e dal PNRR quali incarichi strettamente connessi ai compiti istituzionali e non soggetti al regime autorizzativo degli Uffici Scolastici Regionali, venendo così meno l’obbligo di versare la quota del 20% del compenso nei fondi regionali;
• adeguare la legislazione in materia di sicurezza dei posti di lavoro alla specificità della scuola, considerato che molte problematiche inerenti la sicurezza dipendono da Comuni e Province quali proprietari degli edifici scolastici;
• eliminare competenze su materie riguardanti il personale scolastico
attribuendole agli Enti competenti (cessazioni dal servizio e ricostruzioni di
carriera)
Il carico di lavoro e le competenze richieste sono oggi molto più ampie e articolate. E’ un ruolo di responsabilità capace di motivare, ispirare e coordinare i diversi protagonisti dell’azione formativa.

– No a un sistema che risponde a una logica di risparmio e di contenimento della spesa
– Bisogna cambiare prospettiva e puntare alla riduzione del numero degli alunni per classe

Tra il 2024 e il 2032 il numero delle scuole passerà da 8.136 a 6.885.
Il dimensionamento avrà prodotto 88 milioni di euro di risparmi di spesa destinati ad altri obiettivi del Paese.
Bisogna cambiare verso a una storia che si ripete.
Va capovolta la prospettiva da cui affrontare il problema e puntare alla riduzione del numero di alunni per classe.
Un obiettivo presente nel PNRR ma scomparso dai radar del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Un esecutivo lungimirante, che creda che attraverso la scuola passi il futuro del paese, dovrebbe trasformare il problema della denatalità in una opportunità e non in una penalizzazione.
L’unico beneficio per il dimensionamento riguarderà le casse dello Stato, mentre non ci sarà nessun vantaggio per tutto il personale scolastico, per alunni e famiglie.

– Più del 30% dei supplenti assegnati ad alunni con disabilità non è in possesso del titolo di specializzazione
– Assumere docenti già specializzati e riaprire il numero chiuso nelle università

Nonostante il nostro sistema di inclusione rappresenti un modello a cui si ispirano diversi paesi europei, migliaia di alunni con disabilità non hanno insegnanti specializzati; quelli specializzati non hanno un posto.
La scuola deve restare libera e autonoma e non può essere condizionata da scelte individuali.
Siamo preoccupati di ciò che potrebbe accadere nelle scuole, se le famiglie potessero, senza alcun criterio di trasparenza, scegliere o individuare gli insegnanti per i propri figli.

Le nostre proposte:

– l’eliminazione del numero chiuso delle università per l’accesso ai corsi di specializzazione e la necessità prima dell’avvio dei corsi, di mettere in stretta relazione il numero dei posti con il fabbisogno territoriale. Ciò eviterebbe di assegnare agli alunni con disabilità docenti senza titolo. Conseguentemente eviterebbe, anche ai docenti di recarsi all’estero per conseguirlo cadendo, nella maggior parte dei casi, nella morsa della speculazione;

– più assunzioni in ruolo. Assumere in ruolo tutti i docenti con specializzazione non solo attraverso i concorsi, ma anche attraverso le graduatorie per le supplenze (GPS) in cui sono presenti migliaia di docenti già specializzati sul sostegno. Per questi ultimi, ad oggi, non è infatti permesso di accedere direttamente al contratto a tempo indeterminato.

– Garantire docenti specializzati a tutti gli alunni con disabilità resta per noi, al pari delle famiglie, l’obiettivo prioritario e al centro della nostra azione sindacale presente e futura, per la tutela sia degli alunni che delle famiglie in una scuola ibera e autonoma e non condizionata da scelte individuali.

– Il Personale Ata è un pezzo fondamentale del mosaico della comunità educante
– Immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili e ampliamento dell’organico

Il personale Ata è un pezzo fondamentale del mosaico della comunità educante. Rappresenta la spina dorsale della scuola contribuendo, insieme al personale docente e dirigente, al buon funzionamento delle istituzioni scolastiche. Senza il loro supporto, le scuole non potrebbero funzionare. La scelta di misure congiunturali, invece che strutturali, non risolve le criticità derivanti dalla carenza di organico: a partire dalla gestione degli alunni con disabilità e degli adempimenti di segreteria, sempre più articolati e complessi che – in tanti casi – vanno ben oltre gli obblighi stabiliti nel Contratto di Lavoro.
Una logica di contrazione e di risparmi che risponde soltanto a parametri di finanza pubblica mentre le risorse del Pnrr perdono progressivamente i loro obiettivi, compreso quello della digitalizzazione delle scuole. Bisogna completare il percorso avviato in fase pandemica assegnando ad ogni istituto comprensivo un assistente tecnico di informatica (e non un tecnico su dieci scuole). Affrontare la materia degli organici ATA sulla base della assegnazione dei posti costruita sui tetti e parametri prestabiliti, senza
verificare le ricadute sul servizio ha portato, negli anni, a triplicare il lavoro di questo personale.
E’ necessario un piano straordinario di immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili –  nello scorso anno scolastico su 27.704 posti vacanti, ne sono stati autorizzati, per le immissioni in ruolo, meno della metà (10.116) – e l’ampliamento dell’organico, allo scopo di rendere stabile anche l’attuale organico aggiuntivo.

– Utilizzare per le immissioni in ruolo le graduatorie provinciali di prima fascia
– Utilizzare tutte le graduatorie dei precedenti concorsi ordinari per garantire le assunzioni anche degli eventuali idonei

Utilizzare le Graduatorie provinciali di prima fascia, per posti di sostegno e posto comune, una volta terminate le immissioni in ruolo dalle graduatorie ad esaurimento e da quelle concorsuali.
Il reclutamento attuato finora, con il 50% dei posti disponibili dalle GAE (ormai esaurite in diverse regioni) e l’altro 50% dai concorsi, è stato
fallimentare.

È necessario, quindi, rendere strutturale il reclutamento dei docenti abilitati o specializzati sul sostegno già presenti nelle GPS di I fascia e, in subordine, della seconda fascia.

Le assunzioni in ruolo dalle graduatorie dei concorsi già esistenti vanno ottimizzate.
Per questo è necessario utilizzare tutte le graduatorie dei precedenti concorsi ordinari per garantire le assunzioni anche degli eventuali idonei.

Per questi ultimi rivendichiamo una maggiore tutela della loro posizione rispetto ai futuri vincitori dei concorsi previsti dal PNRR le cui procedure dovranno necessariamente tenere conto delle regioni e delle classi di concorso in cui gli idonei sono maggiormente presenti. Per loro dovrà comunque essere garantita l’immissione in ruolo.

materiali

 
Locandine

Elenco della lista candidati

Tipo di file: pdf  -  dimensione: 93 KB

FAQ Come si vota

Tipo di file: pdf  -  dimensione: 156 KB

Programma CSPI UIL scuola RUA

Tipo di file: pdf  -  dimensione: 3561 KB

 
Video

COME SI VOTANO LE NOSTRE LISTE

PERCHE' VOTARE LA LISTA UIL?

ELEZIONI CSPI 2024 - COME SI VOTANO LE NOSTRE LISTE

ELEZIONI CSPI 2024 - LE NOSTRE LISTE E COME SI VOTA

Elezioni CSPI - Il 7 Maggio VOTA UIL, SCEGLI LA COERENZA - I nostri candidati

 
Grafiche e social
 

LE VIDEO INTERVISTE AI CANDIDATI

Rosangela Bianco, candidata per la Scuola Secondaria di 1° Grado

Luciano Buttiglione, candidato per la Scuola Primaria

Nunzio Castiglia, candidato per la Scuola Secondaria di 1° Grado

Dario Catapano, candidato per la Scuola Primaria

Irene Centore, candidata per la Scuola Secondaria di 1° Grado

Marinka Cernic, candidata per la Lingua Slovena

Rosangela Colucci, candidata per i Dirigenti Scolastici

Angelo De Cristofaro, candidato per la Scuola Secondaria di 2° Grado

Nicolantonio Cutrignelli, candidato per il Personale Ata

Mario D'Ambrosio, candidato per la Scuola Secondaria di 1° Grado

Sonia D'Andrea, candidata per la Scuola dell'Infanzia

Paola De Faveri, candidata per i Dirigenti Scolastici

Manuel Devetak, candidato per la Lingua Slovena

Nunzio Fulvio, candidato per la Scuola dell'Infanzia

Roberto Garofani, candidato per la Scuola Secondaria di 2° Grado

Erika Iamonte, candidata per la Valle D'Aosta

Giulia Mameli, candidata per la Scuola Secondaria di 1° Grado

Fulvio Marino, candidato per la Scuola Secondaria di 2° Grado

Saverio Pantuso, candidato per la Scuola Secondaria di 2° Grado

Salvatore Piccolo, candidato per la Scuola Primaria

Paolo Pizzo, candidato per la Scuola Secondaria 1° Grado

Pierluigi Presta, candidato per la Scuola Primaria

Pasquale Raimondo, candidato per il Personale Ata

Carmela Rolli, candidata per la Scuola Primaria

Alexander Sini, candidato per la Lingua Tedesca

Roberta Vannini, candidata per la Scuola Primaria

Antonio Ziveri, candidato per i Dirigenti Scolastici

F.A.Q.

QUANDO SI VOTA

Le operazioni di voto si svolgeranno il giorno 07 maggio 2024* dalle ore 8,00 alle ore 17,00.

 * In caso di impossibilità di svolgere le elezioni il 7 maggio o nei giorni successivi a causa della chiusura delle scuole o della sospensione delle attività didattiche stabilite sia dai calendari regionali sia dalle scuole stesse, la data per lo svolgimento delle operazioni di voto è prorogata al primo giorno utile non festivo.

CHI PUÒ VOTARE

Può votare tutto il personale in servizio nelle istituzioni scolastiche statali.
Il personale Docenti e ATA con contratto a tempo determinato può votare purché la nomina sia avvenuta entro il giorno antecedente le votazioni e la durata del contratto sia fino al 31 agosto, fino al 30 giugno o fino al giorno annualmente indicato dal calendario scolastico regionale quale termine delle lezioni.

CHI NON PUÒ VOTARE

Non può votare il personale sospeso dal servizio a seguito di procedimento penale o disciplinare o sospeso cautelarmente in attesa di procedimento penale o disciplinare.

COME SI VOTA

Si vota mediante una croce sul numero romano di individuazione della lista indicato nella scheda elettorale e mediante l’indicazione del cognome* del candidato (Nel caso di omonimie nella stessa lista è necessario indicare anche il nome e della data di nascita del candidato o il numero arabo assegnato al candidato nella rispettiva lista secondo gli elenchi pubblicati nel seggio).

Si può votare solo per i candidati che appartengono alla propria componente.

Il personale docente esprime il voto separatamente per ciascun grado di scuola (infanzia, primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado).

Il personale educativo dei convitti nazionali, degli educandati femminili e dei convitti annessi agli istituti di istruzione tecnica e professionale vota per la componente docente della scuola primaria.

docenti con incarico di presidenza esercitano l’elettorato attivo e passivo per le elezioni dei rappresentanti del personale docente del cui ruolo fanno parte.

NOTA BENE: il personale dirigente, docente ed A.T.A. in servizio nelle scuole di lingua tedesca, delle scuole di lingua slovena e delle scuole della Valle d’Aosta vota senza alcuna distinzione tra le varie componenti.

DOVE SI VOTA

  • Il personale docente e ATA (anche se assente dal servizio per motivi sindacali o in aspettativa per motivi di famiglia, personali, di lavoro e di studio e per qualsiasi altro legittimo motivo) vota presso l’istituzione scolastica sede di servizio nel giorno delle votazioni.
  • docenti con incarico di presidenza (anche se assenti dal servizio per motivi sindacali o in aspettativa per motivi di famiglia, personali, di lavoro e di studio e per qualsiasi altro legittimo motivo) votano presso l’istituzione scolastica in cui sono inseriti in organico in qualità di docenti.
  • Il personale educativo e ATA dei convitti nazionali, degli educandati femminili e dei convitti annessi agli istituti di istruzione tecnica e professionale (anche se assente dal servizio per motivi sindacali o in aspettativa per motivi di famiglia, personali, di lavoro e di studio e per qualsiasi altro legittimo motivo) vota presso la scuola primaria più vicina assieme al personale di tale grado di scuola (la sede presso cui tale personale esercita il diritto di voto è individuata dall’Ufficio scolastico regionale).
  • dirigenti scolastici (anche se assenti dal servizio per motivi sindacali o in aspettativa per motivi di famiglia, personali, di lavoro e di studio e per qualsiasi altro legittimo motivo) votano presso le istituzioni scolastiche individuate dagli Uffici scolastici regionali.
  • Il personale comandato, collocato fuori ruolo vota presso la propria istituzione scolastica. Tale personale può presentare richiesta di votare presso altra istituzione scolastica entro tre giorni dalla data di pubblicazione degli elenchi degli elettori aventi diritto al voto.
  • Il personale fuori sede per servizio o residente in Comune diverso può votare anche in un seggio diverso da quello nei cui elenchi è inserito, dichiarando sotto la propria responsabilità di non votare in altra sede, fermo restando che il voto deve essere espresso per i candidati della componente di appartenenza.

QUANTE PREFERENZE SI POSSONO ESPRIMERE

  • 1 preferenza per la componente personale docente scuola infanzia;
  • 4 preferenze per la componente personale docente scuola primaria;
  • 4 preferenze per la componente personale docente scuola primo grado;
  • 3 preferenze per la componente personale docente scuola secondo grado;
  • 2 preferenze per la componente personale dirigente scolastico;
  • 1 preferenza per la componente personale ATA;
  • 1 preferenza per la componente personale dirigente, docente e ATA per le scuole di lingua tedesca;
  • 1 preferenza per la componente personale dirigente, docente e ATA per le scuole di lingua slovena;
  • 1 preferenza per la componente personale dirigente, docente e ATA per le scuole della Valle d’Aosta.