RIPARTENZA SCUOLA / Distanziamento e classi meno numerose

I dirigenti scolastici provano a definire i piani per il rientro a settembre.
Il ministero, però, manda circolari che prevedono 27 alunni per classe
L’impegno della Uil Scuola per organici adeguati e aule a misura di alunni


«Non farò classi con più di 22 studenti. Se non saranno accettate sarà il Ministero a prendersi la responsabilità dei contagi a scuola. Peccato che nella circolare del ministero, arrivata lo scorso novembre, si parli di classi con almeno 27 allievi. Dopo mesi che sentiamo parlare di distanziamento e piani di qualunque tipo per arginare i contagi a scuola ci ritroviamo a dover organizzare classi con quasi 30 allievi. È una follia».

Così a fine febbraio, interveniva sulla composizione delle classi del suo istituto, il liceo King a Sturla, il preside Gianfranco Spaccini alle prese con la richiesta degli organici e la formazione delle classi per il prossimo anno scolastico.

A tenere banco, in senso non solo metaforico, sono le disposizioni del Mi, la Dad al 50% e la speranza che, allentata la morsa del Covid, si possa tornare in presenza.

Ma in quanti in classe?

«Ho già previsto 22 ragazzi per ogni sezione, non di più. Le iscrizioni sono andate bene, ci saranno sette sezioni in più rispetto allo scorso anno — continua Spaccini — Se rispettassi le indicazioni del ministero sarebbero comunque cinque classi in più ma non mi sentirei sicuro. Qui con l’alternanza al 50% di intere classi ci sono sezioni con 24 allievi tutti in presenza e nonostante il rispetto delle distanze di sicurezza e l’utilizzo dei dispositivi di protezione quando si entra in aula c’è già la sensazione di essere al limite».

La riduzione degli alunni per classe appare come la soluzione più chiara ma anche maggiormente omessa nelle soluzioni per un rientro in presenza e in sicurezza.

Il problema delle aule sovraffollate è indissolubilmente collegato agli ambienti di apprendimento – osserva Rosa Cirillo, responsabile dell’Area V della Uil Scuola – le esperienze fatte sul campo dai dirigenti scolastici lo confermano: macro classi, strutture inadeguate e desuete, mancanza piani di ristrutturazione e di distanziamento incidono sulla qualità della didattica.

Ora è oltremodo disorientante e deprimente – aggiunge Cirillo – che il Ministero dell’Istruzione, nella circolare di novembre 2021 sugli organici delle scuole, si muova su classi con un minimo di 27 alunni.

Oggi, in fatto e in diritto, si ordina ai dirigenti scolastici di formare classi con 30 e più alunni – mette in evidenza il segretario generale della Uil Scuola che si schiera a fianco del preside ligure.

Esprimiamo il totale appoggio alla presa di posizione del preside Gianfranco Spaccini che ha intrapreso un percorso che guarda a domani e esce dalle logiche di contenimento immediato dei contagi.

In queste settimane è sempre più diffuso il richiamo che viene da molti istituti verso l’Amministrazione scolastica Centrale e Periferica per utilizzare subito il tempo a disposizione per rivedere i parametri per la costituzione delle classi.

Se si vuole partire in presenza e in sicurezza, superando le improvvisazioni e gli errori di questi anni, non si può restare nell’ambito delle buone intenzioni, che sono state sistematicamente disattese.

La UIL Scuola sta rivendicando da tempo una inversione di tendenza rispetto alle politiche di contenimento degli ultimi anni che hanno reso le scuole luoghi di parcheggio e non di crescita didattico-educativa come prevede la Costituzione – osserva il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.

Siamo – decisamente – dalla parte di tutti quei dirigenti scolastici che, come Spaccini, non se la sentono, prima professionalmente, poi umanamente e anche tecnicamente di stipare 27 alunni in aule che, con 22 alunni, sono già al limite.

Cambiare è necessario e possibile – aggiunge Turi – è un intervento che può essere definito nell’ambito delle misure del Recovery Fund.

Il Ministero dell’Istruzione non può lavarsi le mani a fronte di una situazione emergenziale di portata e di durata non prevedibile – sottolinea Rosa Cirillo – scaricando le responsabilità sui dirigenti scolastici, che devono dare conto alla comunità educante di un’offerta formativa che con questi numeri è praticamente impossibile assicurare.

Gli organici dei docenti, a cui è collegato il numero degli alunni per classi, sono gestiti congiuntamente dal Ministero dell’Istruzione e dal Tesoro, che di concerto, hanno emanato una circolare vecchia, già ancora prima dell’esplosione di questa pandemia.

Non vorremmo che anche il nuovo Governo riciclasse misure vecchie.
La salute di studenti e insegnanti è parte essenziale del progetto di ripartenza.
A sostegno delle iniziative delle scuole e di presidi coraggiosi, chiederemo con forza una norma che consenta organici adeguati per ridurre concretamente il numero degli alunni per classe.


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