7° Forum europeo sulle migrazioni – Bruxelles 20-21 ottobre

Il Comitato economico e sociale europeo organizza ogni anno questo evento e per il 2022, invitando tutte le parti interessate che si occupano di migrazione, ha individuato il seguente tema: L’inclusione giovanile è fondamentale per il successo dell’inclusione dei migranti. Per il CSEE ha partecipato Rossella Benedetti della Federazione UILSCUOLA RUA.

Molti partecipanti rappresentavano associazioni della società civile, alcuni ministeri e istituzioni nazionali, alcuni rappresentanti del CESE e del Comitato delle regioni, mentre il CSEE era l’unica voce dei sindacati.

Naturalmente ci sono stati molti proclami politici su ciò che è stato fatto per i rifugiati, con gli Ucraini in primo piano, e anche un’attenzione ricorrente ai progetti finanziati dall’UE. Michael Shotter, della DG Migrazione e Affari interni, ha parlato diffusamente dei sistemi educativi sovraccarichi in tutta Europa e ha invitato gli Stati membri a concentrarsi sulla formazione specifica degli insegnanti, dimenticando di parlare di investimenti aggiuntivi.

La necessità di accedere ad un’istruzione pubblica e gratuita di qualità è stata menzionata da quasi tutti i rappresentanti dei migranti, soprattutto quando si è parlato di prima infanzia e di corsi di alfabetizzazione linguistica per consentire loro di seguire le lezioni o di affrontare le attività quotidiane nel Paese ospitante. Ma l’istruzione è stata chiamata in causa anche per minimizzare gli effetti della xenofobia e del razzismo. Come CSEE ho ovviamente sottolineato la minaccia di una crescente privatizzazione nel settore dell’istruzione, che porta ad una maggiore divisione tra gli studenti e ha un impatto ancora peggiore sugli studenti migranti. Più di uno ha sollevato anche la necessità di concedere un permesso di soggiorno permanente o addirittura la cittadinanza ai migranti che hanno completato con successo un intero ciclo scolastico nel Paese ospitante.

Il rapporto della sessione dedicata alle reti di giovani immigrati e rifugiati si è nuovamente concentrato, tra l’altro, sulla disparità di accesso all’istruzione e agli strumenti di mobilità a seconda della cittadinanza. Le ragazze e le donne con background migratorio hanno la peggio e finiscono in lavori precari poco pagati o sono sfruttate più degli uomini. È urgente il riconoscimento delle competenze e dei periodi di scolarizzazione precedenti.

Il commissario Johansson ha elogiato il ruolo delle comunità nell’integrazione dei migranti, mentre il Presidente del CSEE ha ricordato l’enorme impatto dell’insegnamento online durante il COVID-19 sugli studenti stranieri. Tuttavia, entrambi sono stati criticati per il diverso trattamento riservato ai rifugiati ucraini da una parte e agli altri rifugiati e migranti dall’altra. In generale, i rappresentanti delle istituzioni europee hanno continuato a discutere solo di rifugiati, evitando di parlare dei migranti irregolari o illegali che sbarcano ogni giorno sulle nostre coste.


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