Adesso gli interventi li devono anticipare le scuole
Paga prima e poi vediamo: la norma, dai connotati gattopardeschi, è contenuta nel nuovo regolamento di contabilità e prevede che il dirigente scolastico, sotto la propria responsabilità, decide interventi di manutenzione straordinaria che anticipa con i soldi (della scuola, quelli destinati al funzionamento) per realizzarlo salvo poi chiedere il rimborso.
Un modo di procedere che apre a spazi di discrezionalità e di responsabilità improprie e che, soprattutto mette al riparo dai rischi, non la comunità scolastica che meriterebbe interventi programmati, strutturati, ma gli Enti amministrativi di riferimento che per legge hanno l’onere di programmare e finanziare gli interventi di manutenzione.
Questo il dettaglio contenuto nel provvedimento amministrativo approvato dal Governo:
La lettura del Regolamento di contabilità delle istituzioni scolastiche, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, contiene una misura singolare: l’art. 39 “Manutenzione degli edifici scolastici “ obbliga i dirigenti scolastici “ad effettuare, con eventuali fondi propri interventi di manutenzione straordinaria degli edifici scolastici e delle loro pertinenze”.
Il danno è doppio: sia perché le istituzioni scolastiche devono individuare gli interventi da effettuare per garantire lo svolgimento delle attività didattiche, sia perché lo dovranno fare anticipando i lavori con i soldi del funzionamento delle loro scuole (fondi con i quali si paga, solitamente quanto serve per la manutenzione ordinaria delle scuole, lampadina, rubinetto, ma anche con cui si fa funzionare la scuola, ad esempio le bollette per la connessione internet o la cancelleria, i laboratori. )
Il punto – spiega Rosa Cirillo, del Dipartimento Dirigenti scolastici Uil Scuola – le istituzioni scolastiche non possono contare su uffici tecnici per individuare le priorità di intervento nell’edilizia scolastica, come, invece, è possibile per gli Enti proprietari..
Le scuole, in larga parte, non hanno fondi tali da permette interventi di manutenzione straordinaria. A mala pena riescono a reperire quelli per l’ordinaria amministrazione.
Quelli che, spesso sono a disposizione, provengono da eventuali contributi volontari delle famiglie degli alunni che, debbono essere opportunamente rendicontate, e destinate, alla gestione di laboratori o alle varie attività didattiche per le quali sono finalizzate.
A tutto ciò si aggiunge per i dirigenti scolastici una responsabilità impropria che appartiene agli enti proprietari: la manutenzione degli edifici per la sicurezza dei luoghi di lavoro che, impropriamente , con questo regolamento di contabilità, sancisce in maniera inequivocabile che ancor più passa ai dirigenti scolastici che, invece non devono avere.
Una situazione complessa – aggiunge Cirillo – già il D.Lgs. 81/2008 individua impropriamente i dirigenti scolastici come datori di lavoro con relative responsabilità, quando tocca agli Enti proprietari che hanno risorse umane e finanziarie, assolvere ai vari obblighi. Se a ciò si aggiunge anche il Regolamento contabile che aveva invece il compito di “semplificare la vita delle scuole, per la sburocratizzazione di un sistema che deve rimettere gli studenti al centro…”, allora si è deciso di stritolare il ruolo del dirigente tra responsabilità improprie, carichi di lavoro infiniti e diritti non ben definiti.
Contraddizioni che devono essere risolte dal contratto, il cui negoziato è in atto, che può modificare questa situazione e riportare il ruolo del dirigente nel suo ambito di responsabilità ordinaria che vede nell’attività didattica educativa la propria mission specifica.
Il contratto che stiamo definendo – conclude Cirillo – dovrà garantire profilo, responsabilità, diritti ed obblighi, nonché le risorse finanziarie e le procedure da attuare. Siamo impegnati in questo: a delineare i diritti, le tutele e le garanzie, descrivendo il ruolo e il profilo del dirigente Scolastico che deve essere liberato da un mero ambito amministrativo e burocratico, per consentirgli la realizzazione degli obiettivi formativi. Questi sono i presupposti imprescindibili per la valorizzazione professionale del dirigente scolastico e per firmare un contratto fermo da quasi dieci anni.