L’edilizia scolastica
ECCO LE SCUOLE “PIU’ SGARRUPATE” DEL NOSTRO PAESE!
- Ancora Reggio Calabria la città con le scuole più fatiscenti
- A Sondrio la palma d’oro ’99. Seguono Reggio Emilia e Lodi.
- Sono le scuole di secondo grado, quelle con impianti più precari.
- Le 10 città con le migliori strutture sono tutte nel Nord Italia
Nella classifica italiana delle scuole con il più alto indice di degrado anche quest’anno sono il Mezzogiorno e le Isole a tenere alta la bandiera: ‘vantano’ infatti strutture tre volte più fatiscenti di quelle del Nord.
Reggio Calabria si conferma la città con le strutture più precarie. E tra le peggiori 10 della classifica si trovano tutte città del Sud: Taranto, Ragusa, Caltanissetta, Siracusa, Catanzaro, Napoli, Cagliari, Vibo Valentia e Crotone assommano il punteggio più scadente.
Tra le prime 10 promosse invece troviamo solo città del Nord. A guidare la classifica delle città con le migliori strutture scolastiche è Sondrio, alla quale va la palma d’oro nel 1999. La città lombarda è seguita da Reggio Emilia, Lodi, Forlì, Udine, Pordenone, Biella, Ravenna, Trento e Como.
Si rileva inoltre che lo stato di precarietà ‘sale’ con l’aumentare del grado di istruzione. Le scuole secondarie sono infatti mediamente scadenti del doppio rispetto alle materne.
Gli indicatori per misurare il grado di efficienza delle strutture scolastiche sono: il tetto, l’impianto elettrico, l’impianto fognario, il riscaldamento, l’impianto idrico e i pavimenti.
Per quanto riguarda le scuole materne considerando i suddetti indicatori, il voto più alto in pagella va assegnato a Verbania, seguita da Rimini, Reggio Emilia, Biella e Verona. Mentre in coda alla classifica troviamo Crotone e Cosenza. Unica buona performance è quella di Messina.
Anche nella scuola elementare a primeggiare è ancora Verbania seguita da Rimini, Biella, Messina, Reggio Emilia, Rovigo e Verona. Ma anche in questo segmento Messina è un’isola felice del Sud e delle Isole: per il resto infatti il Mezzogiorno è completamente assente dal novero della eccellenza, ma anche il Centro vanta la sufficienza solo in 5 province su 60.
Novità invece le riserva la situazione delle strutture delle scuole medie. La mappa di eccellenza cambia radicalmente. Svettano così all’apice della classifica dei migliori Potenza, Sondrio seguite a poca distanza da Lodi. All’estremo della classifica troviamo ancora Vibo Valentia e Reggio Calabria tallonate da Crotone, Taranto, Brindisi, Grosseto, Latina, Nuoro e Ragusa.
Nelle scuole secondarie di secondo grado la palma dell’eccellenza se la aggiudicano Biella, Piacenza e Trento. Le maglie nere invece vanno assegnate a Cagliari e Reggio Calabria che fanno l’en plein: sono da bocciare infatti tutti e 6 i parametri.
Tra le grandi metropoli, Milano è solo al 39 posto per quanto riguarda la sicurezza degli impianti. Firenze è 47esima in graduatoria e precede di molte lunghezze Venezia (64) e Genova (66). Palermo (78) e Roma (83) sono in fondo classifica. Peggio di loro è Napoli (97).
E’ trascorso un anno dalla pubblicazione da parte del ministero della Pubblica Istruzione dei dati relativi alla situazione delle strutture scolastiche e non si registrano cambiamenti di rilievo.
Il 13,77% delle scuole materne è dotato di tetto scadente, il dato sale al 14,61% nelle elementari e al 17,91% nelle medie per toccare quota 21,8% nelle scuole di secondo grado. Analogo trend si registra per gli impianti elettrici scadenti. Nelle materne la percentuale è del 15,19%, del 17,94 nelle elementari, del 22,52% nelle medie e del 23,67 nelle scuole di secondo grado. Scadente l’impianto fognario nel 9,20% delle scuole materne, nel 13,38% delle elementari, nell’11,79 % delle medie e nel 18,39% nelle scuole di secondo grado.
Condannate al freddo sono ancora una volta le scuole di secondo grado: la percentuale di edifici con impianti di riscaldamento assolutamente inadeguati è infatti del 12,63% nelle materne, del 13,38% nelle elementari, del 16,36% nelle medie, del 21,36% nelle superiori. Anche per quanto riguarda gli impianti idrici l’andamento è analogo nei diversi ordini di scuole:10,28%, 12,45%, 14,65% e 21%.
Le strutture scolastiche dunque sono ancora lontane dal raggiungere la sufficienza anche se risorse finanziarie sono state destinate a questo settore, Tra il 1996 e il 1999, infatti, sono stati impegnati 1.954 miliardi, oltre a 200 miliardi di un programma straordinario di edilizia scolastica nelle aree depresse.
Nella ripartizione delle non ingenti risorse le percentuali maggiori sono state assegnate al Sud e alle isole:12,33% alla Sicilia, 7,59 alla Campania, 6,97% alla Puglia, 6,02% alla Calabria.
Le percentuali minori 0,40% e 0,70% sono andate invece a Bolzano e Trento.
Massimo Di Menna (Segretario generale Uil Scuola): aprire un confronto con i presidenti delle Regioni
La Uil Scuola chiede ai presidenti delle Regioni, all’indomani delle elezioni amministrative, di aprire un tavolo di confronto sui problemi della scuola. Viste le specifiche competenze delle Regioni, serve – sottolinea il Segretario generale Massimo Di Menna – un forte impegno degli enti locali su questioni, come la sicurezza nelle scuole, che sono fondamentali per alunni e personale della scuola alle prese ogni giorno con problemi orami insanabili da anni. E’ soprattutto nel Mezzogiorno – aggiunge Di Menna – che serve una inversione di tendenza per migliorare strutture scolastiche , che in alcune città del Sud si presentano fatiscenti e dannose per la salute di chi ci lavora e ci studia. Anche a livello locale, come è già stato fatto a livello nazionale – conclude Di Menna – bisogna aprire un confronto con le parti sociali che ponga la scuola come una delle questioni prioritarie sulle quali lavorare.
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La ricerca è stata curata da Lello Macro