Nazionalità e religioni sui banchi della scuola italiana

Non solo Corano…
La complessità delle nazionalità e delle religioni che convivono quotidianamente nelle scuole italiane

E’ complessa e articolata della scuola italiana, tracciata sulla base dei dati dell’ultimo anno scolastico e su un quadro di riferimento internazionale, quella delineata dal dossier Uil scuola.

La scuola italiana, si scopre, nei fatti, più internazionale di quanto si pensi
Il 90% degli stranieri che studiano nel nostro Paese frequenta la scuola pubblica. Sui banchi delle scuole italiane siedono 360 mila alunni provenienti da tutto il mondo: da un lato, il dato territoriale rappresenta la conferma di un trend finora solo intuito ma confermato dalle analisi statistiche, dall’altro, quello delle religioni rappresenta un dato che può essere ‘valutato’ solo attraverso un’analisi che viaggi su parametri generali (applicando alle presenze straniere nella scuola italiana i tassi di appartenenza religiosa nelle varie regioni del mondo) escludendo come è ovvio le concrete opzioni individuali.

Quali sono le religioni presenti nelle classi italiane?
Ci sono confuciani, taoisti, animisti e anche 21 iamaisti
Accanto alla religione islamica con oltre 140 mila studenti (pari a circa il 40% delle presenze straniere) ci sono la religione ortodossa con 87 mila studenti (quasi il 25%), la cattolica con quasi 77 mila allievi stranieri ( pari a più del 21%) e la protestante con 18 mila studenti (5%).
Presenze significative sono quelle dei ragazzi di fede buddista (quasi 10 mila, pari al 2,6%), induista (più di 8.500 pari al 2,3%), confuciana e taoista ( entrambe superano i 6 mila studenti con una percentuale dell’1,7%) e animista (con oltre 5 mila studenti pari all’1,4%)
Al di sotto dell’1% ci sono gli studenti stranieri di religione ebraica (376), scintoista (174), sikh (172) e iamaista (21).

Una visione globale del mondo dell’istruzione
Se si prende come parametro di analisi la provenienza territoriale degli studenti iscritti nelle scuole italiane si scopre che oltre il 43% degli studenti stranieri arriva da paesi Europei extra-Unione (oltre 155 mila), circa il 25% dall’Africa (con oltre 91 mila presenze), quasi il 15% dall’Asia (con più di 53 mila studenti) e il 12% dall’America (quasi 43 mila). Le provenienze dagli altri paesi dell’Unione europea raggiungono meno del 5% con quasi 17 mila ragazzi che studiano nelle nostre scuole.

Non solo Islam, ma nazionalità e fedi religiose diverse che convivono nelle aule italiane
Vengono dall’Equador, dal Perù, dalle Filippine, dall’Albania e dalla Polonia oltre 40 mila studenti (queste cinque nazioni coprono oltre il 50% della presenza totale di stranieri cattolici).
I ragazzi di fede ortodossa sono più di 70 mila ( provenienti dalla Romania, Albania, Jugoslavia, Ucraina e Macedonia che insieme coprono oltre l’80% della presenza totale di stranieri ortodossi nelle scuole).
Dimensioni più ridotte per i protestanti che sono circa 10 mila: Ghana, Romania, Stati Uniti, Germania e Nigeria sono le cinque nazioni che per numero di presenze coprono oltre la metà della presenza totale di stranieri protestanti.
Più numerosa, fra tutte, la presenza di studenti di fede islamica (113 mila) la maggior parte dei quali (quasi l’80%) proviene dal Marocco, dall’Albania, dalla Tunisia, dall’Egitto e dal Pakistan.


Il ruolo della scuola è quello di favorire l’integrazione
va evitata la separazione anticamera della conflittualità

Il ruolo della scuola è quello di favorire l’integrazione – sottolinea Massimo Di Menna – va evitata la separazione anticamera della conflittualità.

Tanti insegnanti stanno favorendo il formarsi di cittadini in grado di vivere positivamente le diversità, e il loro nuovo status di cittadini italiani, nel rispetto della nostra Costituzione, delle nostre leggi e nella ricerca di sempre maggiori conoscenze.

Nel contempo la scuola italiana già oggi consente, con le opportunità di un’offerta formativa articolata prevista dall’autonomia scolastica, l’approfondimento delle tematiche, della cultura, delle religioni dei paesi di provenienza.

Nella loro difficile funzione – di supportare, favorire tale integrazione – gli insegnanti non sempre hanno i supporti necessari. Si tratta di un impegno importante – continua il segretario della Uil Scuola – che conduce, di riflesso, a far vivere anche agli adulti, attraverso l’esperienza dei loro giovani studenti, la cultura, la storia del nostro (loro nuovo) paese e le culture e le religioni dei diversi paesi di provenienza.

Le istituzioni, dai Comuni alle Regioni, al Ministero dell’Istruzione dovrebbero rafforzare, valorizzare, supportare, favorire questo difficile compito.

Vanno evitate divisioni e separazioni, far vivere la ricchezza della storia, della cultura del nostro Paese, degli altri paesi europei ed extra europei, le diverse religioni, rafforzando la democrazia, valore costitutivo della convivenza civile in Italia.

Questo trend di presenze tende fortemente ad aumentare si prevede un numero sempre più consistente di alunni stranieri nei prossimi anni

La prima risposta – chiarisce il segretario della Uil Scuola – è rafforzare il valore laico della scuola italiana. E quindi favorire l’integrazione, evitare la separazione per religione.

Per affrontare per tempo questo aspetto della vita delle scuole la Uil Scuola propone intese con le diverse comunità per favorire le specificità e individuare strumenti e supporti e la indizione di una Conferenza nazionale finalizzata alla condivisione, all’approfondimento e all’allargamento delle esperienze realizzate nelle scuole dove da anni studiano alunni di provenienza, cultura e religioni diverse e dove l’approccio multiculturale è un fatto quotidiano, spesso con risultati molto positivi.


Dal 2000 a oggi la presenza di alunni stranieri nelle scuole italiane è quasi triplicata passando da 119 mila a 360 mila nell’anno scolastico scorso. Sono state oltre 78 mila le iscrizioni in più, distribuite in tutte gli ordini di scuola. Proporzionalmente la crescita è stata più sensibile nella scuola primaria, e, territorialmente nel Nord Ovest.
Più della metà delle scuole italiane (57%) accoglie bambini e ragazzi stranieri.
Il 90,5% di questi studenti frequenta scuole statali, il 9,5% frequenta scuole non statali.

ALUNNI STRANIERI NELLE SCUOLE ITALIANE
Trend degli ultimi anni

1999/00 = 119.679 =1,47%;
2000/01 = 147.406 (+27.727) = 1,84%;
2001/02 = 181.767 (+34.361 ) = 2,31%;
2002/03 = 232.766 (+50.999) = 2,96%;
2003/04 = 282.683 (+49.917) = 3,5%
2004/05 = 361.432 (+78.749) = 4,2%

Per livelli scolastici 2004 – 2005

infanzia = 2004: 3,6% 2005: 4,7% à + 1,1%
primaria = 2004: 4,4% 2005: 5,6 %
à + 1,2%
sec. 1° grado = 2004: 4,0% 2005: 4,9 %
à + 0,9%
sec. 2° grado = 2004: 1,9% 2005: 2,37%
à + 0,4%

Distribuzione territoriale
2004 – 2005
Nord Est
Nord Ovest
Centro
Sud
Isole
2004 
81.097 = 6,05%
107.976 = 5,61%
67.260 = 4,73%
19.059 = 0,83%
8.729= 0,66 %
2005
136.457 = 6,82% 102.888 = 7.38% 87.327 = 5.67 %
25.350 = 1%
9.554 = 0,83%
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