Salva-precari: 16.543 insegnanti e 4.529 Ata coinvolti nelle misure predisposte da Miur, Inps e Regioni
La Uil sostiene le rivendicazioni di chi è in una situazione di precarietà lavorativa e rilancia dal XII Congresso nazionale le sue proposte: incarichi pluriennali sui posti disponibili, immissioni in ruolo, concorsi per i giovani dove le graduatorie sono esaurite, perché senza questi interventi si sta già formando nuovo precariato.
Misure salva precari. A pochi giorni dalla scadenza delle domande per il personale precario che lo scorso anno aveva un incarico e che questo anno potrebbe non vederlo rinnovato, la Uil Scuola fa il punto sull’attuazione delle misure disposte dal Miur, Inps e Regioni.
Sono 16.543 gli insegnanti e 4.529 gli Ata, iscritti agli elenchi prioritari, destinatari, secondo le stime del Miur, dell’indennità di lavoro.
Nel mese di marzo scorso, la Uil – ricorda Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola – ha promosso manifestazioni nei capoluoghi di regione a sostegno del lavoro nella scuola.
Dopo queste iniziative, molte regioni (il dettaglio nella scheda allegata) hanno deliberato stanziamenti per sostenere sia il reddito che la permanenza nel lavoro del personale.
Si tratta di risorse – spiega Di Menna – che sfiorano, complessivamente, i 150 milioni di euro che, si aggiungono e si integrano all’Inps per la disoccupazione, coprono una platea molto alta di beneficiari e serviranno per sostenere il reddito e la permanenza al lavoro.
25 milioni di euro, questa la somma stanziata dalla Puglia, 20 milioni lo stanziamento approvato dalla Sardegna, è di 15 milioni il plafond di risorse previsto dalla Lombardia, che prevede di utilizzarne cinque, 7 milioni e 200mila euro lo stanziamento della Basilicata.
E’ già operativo lo stanziamento di 10 milioni di euro previsto dalla Campania, sono in fase di definizione i bandi del Piemonte che ha previsto 7 milioni di euro.
Tre milioni di euro sono stati destinati a sostegno del lavoro nelle scuole della Liguria, due milioni e mezzo di euro sono stati individuati per questa finalità dal Molise, due milioni e 300 mila dal Veneto, quasi un milione e mezzo di euro dalle Marche, regione che, insieme alla Campania, alla Sardegna e alla Lombardia ha fatto da ‘apripista’ alle varie intese regionali.
La Sicilia ha stanziato 55 milioni di euro in due anni.
Si fermano allo stato di promesse i 10 milioni di euro della regione Lazio.
Fuori da questo quadro cinque regioni, Calabria, Emilia Romagna, Friuli, Lazio e Toscana, che non hanno sottoscritto alcuna intesa.
(In Emilia, Toscana e Friuli, le Regioni hanno attivato interventi e progetti di propria iniziativa).
(In Campania, in Lombardia e Puglia, le misure predisposte dalle Regioni sono state estere anche al personale non inserito negli elenchi prioritari).
La predisposizione di una ‘indennità di disponibilità’ – aggiunge Di Menna – rappresenta una novità assoluta per il mondo della scuola. Il meccanismo messo in atto consente non solo di tutelare persone – ricorda Di Menna – che dopo anni di supplenze annuali si sono trovate senza stipendio e senza lavoro, a seguito dei tagli agli organici, ma anche di accompagnarle verso la stabilizzazione del rapporto di lavoro.
Quel che registriamo ora è un ritardo nella gestione – commenta il segretario della Uil Scuola. In molte regioni sono ancora in via di definizione i bandi attuativi delle intese. Sono lentezze che vanno superate rapidamente perché questo mix di misure, nazionali e regionali, sollecitato a marzo dello scorso anno e realizzato ad anno scolastico iniziato, ha un doppio obiettivo: garantire concretamente la retribuzione ad insegnanti e personale Ata e il personale necessario alle scuole.
Una misura d’urgenza e di emergenza che potrebbe rivelarsi necessaria anche per il prossimo anno, proprio per consentire un esito positivo del processo si stabilizzazione di questo personale.
Ora serve un intervento del Governo per reiterare il decreto legge. Una decisione – sottolinea Di Menna – da prendere subito in modo da evitare i ritardi che il meccanismo Inps, Miur, regioni, ha avuto nella sua fase di avvio e da garantire già dal mese di settembre la copertura dell’indennità per il personale precario coinvolto.