Censis: burocrazia grava su presidi, con ricadute negative sulle scuola

 

Il Rapporto Censis presentato a Roma racconta che sono  “particolarmente gravose” per i presidi,  l’applicazione e le responsabilità relative a  normative generali, quali privacy, trasparenza amministrativa e siti web, anticorruzione e soprattutto in materia di sicurezza e edilizia scolastica. Il 37,5%, inoltre, avanza la richiesta di un supporto organizzativo e amministrativo per l’applicazione delle procedure per la dematerializzazione e del Codice dell’amministrazione digitale.

Ormai è chiaro: la burocrazia  pervade massicciamente la vita di una scuola  che rischia di rimanerne soffocata e, soprattutto, di dedicare tempo ed energie non tanto al perseguimento degli obiettivi istituzionali ma a questi adempimenti burocratici.

Il rapporto Censis, conferma con l’analisi dei dati, quanto più volte denunciato dalla nostra Organizzazione.

La UIL Scuola, insieme al Dipartimento dei dirigenti scolastici, ha messo al centro della propria azione sindacale l’obiettivo di definire un contratto con burocrazia zero.

La scuola, anche a seguito della legge 107, si vede costretta da adempimenti e procedure amministrative (sicuramente necessarie al funzionamento ), a preoccuparsi sempre meno della qualità dell’apprendimento e a risolvere la miriade di adempimenti che poco hanno a che fare con l’attività propria della scuola.
Sempre più spesso i dirigenti scolastici vengono relegati in una dimensione burocratica perdendo i contatti con i docenti e gli studenti e, in generale, con la parte più vitale del processo  insegnamento-apprendimento – sottolinea Rosa Cirillo, responsabile del Dipartimento dei dirigenti Uil Scuola.

Le richieste  incessanti alle scuole si configurano quasi come  comportamenti “persecutori” ingenerando nei dirigenti uno stato di  ansia e compromettendo, in tal modo, il normale svolgimento della vita quotidianacon l’inevitabile risultato di perdere di vista gli obiettivi più genuini dell’istituzione scolastica, ossia il perseguimento del successo formativo per tutti gli studenti.

Molti dei dati che vengono richiesti alle scuole spesso sono già in possesso della Pubblica Amministrazione, ma l’insufficiente rete di comunicazione telematica nella PA, costringe le scuole ad una produzione ridondante dei medesimi dati. Si tratta di modernizzare le strutture burocratiche e non quelle partecipative del fare scuola, a questo dovrebbe dedicarsi la politica ed il governo e su queste linee la uil scuola farà la sua  parte, sia in sede negoziale che di confronto politico- sindacale.

E il 68,8% dei dirigenti scolastici , si legge ancora nel Rapporto, ritiene necessario affrontare urgentemente il nodo economico, chiedendo un incremento delle retribuzioni in linea con il loro ruolo di dirigenti pubblici.

E’ una richiesta legittima che stiamo sostenendo e che ha avuto una prima risposta, occorre continuare anche per riallineare le retribuzioni di tutti i lavoratori del comparto.

L’indagine, infatti,  svolta su oltre 1.000 dirigenti rileva anche il  disorientamento (39,8% delle scuole) e la demotivazione (21,8%)  dei docenti: solo nel 20,8% c’ è un atteggiamento ottimistico. Il Rapporto fa il punto anche sul mondo della scuola e sulla condizione della comunità scolastica,

E’ sulla scuola tutta che non vi sono stati  gli investimenti che occorrevano ed oggi registriamo la demotivazione, la chiusura di tutto il personale che nella scuola lavora.
La scuola, gli insegnanti, soli non possono farcela – mette in evidenza il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – serve un’inversione di tendenza che rivaluti la funzione della scuola statale di tutte e di tutti, da parte dell’intera società civile e politica. Ne va della civiltà e del progresso del nostro paese e non basta più un segno di solidarietà o una pacca sulla spalla”.

La scuola è un organismo delicato, che svolge un ruolo fondamentale nella vita di un Paese e non può essere distolta dai suoi compiti istituzionali con richieste inutili o ridondanti: deve essere riconosciuta comeun bene comune per l’intera società, una scuola comunità aperta alla partecipazione e fondata su pluralismo, autonomia, collegialità, su cui investire le necessarie risorse.

Siamo alla vigilia di una delicata campagna elettorale e sicuramente, sbagliando, la scuola sarà terreno di scontro politico. Ci piace dare un consiglio disinteressato a tutti coloro che si accingono ad entrare nell’agone politico, a farlo con chiarezza, senza demagogia, sapendo che si decidono la sorti del Paese, nel presente e nel futuro: maneggiare  con cura, la scuola è argomento delicato che intercetta l’interesse di molti ed ha conseguenze anche sul consenso politico, in positivo e in negativo.


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