DIMENSIONAMENTO / Cirillo: questo piano è frutto di logiche economiche. Non sarà indolore.

IN TRENTA ANNI IL 40% DI SCUOLE IN MENO. NEL 2023 SARANNO MENO DI 7 MILA
Il modello delle mega scuole potrebbe non raggiungere gli obiettivi di valorizzazione di personale e studenti. A rischio migliaia di posti di lavoro.

Un dimensionamento per nulla indolore – così Rosa Cirillo, Responsabile dei dirigenti scolastici Uil Scuola Rua, commenta il provvedimento annunciato dal Ministro Valditara.

Il nuovo piano di dimensionamento ci è stato prospettato come una grande occasione “di reinvestire in modo strutturale tali risorse a favore del sistema scolastico” (Fondi di funzionamento, FUN, Fondo integrativo di istituto) ma prima si opera per ridurlo all’osso, e poi si ammette che va aumentato?A parte le scuole sottodimensionate (circa 300) vale la pena – si chiede la Responsabile Uil Scuola Rua, intervenire in un modo così pesante nell’organizzazione delle scuole aumentando la distanza tra le figure apicali e il personale, gli studenti e le famiglie?

Siamo sicuri che modello delle mega-istituzioni scolastiche è quello giusto?
Se l’obiettivo dichiarato è quello di “accompagnare con costanza i giovani aiutandoli davvero, ciascuno a valorizzare i propri unici e personali talenti come risorsa personale e come ricchezza di tutti”, non ci sembra che il dimensionamento proposto sia quello che adatta la scuola agli studenti, che, al contrario dovranno adattarsi a mega strutture scolastiche.

L’accorpamento delle scuole costringerà docenti, dirigenti scolastici e personale ATA – a adattarsi a nuove regole, a servizi amministrativi delocalizzati, per lo più allocati in territori o in un comune diverso. Per le famiglie verranno meno i riferimenti organizzativi funzionali.

Questo dimensionamento della rete scolastica prevede infatti:

  • la possibilità di accorpare più istituti, anche distanti diversi chilometri, sotto la guida dello stesso dirigente scolastico. Tradotto: molto più lavoro per i dirigenti;
  • saranno le Regioni a decidere gli accorpamenti in modo autonomo sulla base del contingente di dirigenti scolastici assegnato.

Da valutare gli effetti sul personale di segreteria delle scuole che verranno soppresse che, nella migliore delle ipotesi, dovrà soltanto cambiare sede di servizio trasferendosi di diritto nella segreteria dell’istituzione superstite, ma che potrebbe perdere il posto ed essere costretto a cercare sede altrove.

È una storia che si ripete: nel 2000 le scuole erano 11.592, nel 2012 erano 9.139, nel 2021 erano 8.160. La previsione per il 2023 è di portarle a 6.885.
In trent’anni il 40% delle scuole in meno: meno dirigenti, meno personale di segreteria, meno insegnanti.

A trarre beneficio dalla denatalità non sarà certamente lo sfoltimento delle classi, per una didattica realmente personalizzata ed individualizzata, ma solo le casse dello Stato, senza alcun beneficio per il lavoro del personale docente, ATA e dirigente scolastico, e neanche per alunni e genitori.


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