Dipartimento Dirigenza Scolastica: incontro senza dati e risorse

Oggi, martedì 26 ottobre, si è tenuto un incontro tra i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali e il Ministero dell’Istruzione su: “Disamina fasce di complessità”. Per la UIL Scuola hanno partecipato Giancarlo Turi e Rosa Cirillo. Il Ministero dell’Istruzione è stato rappresentato dal Direttore Generale, Filippo Serra.

L’attuale classificazione dei criteri per determinare le fasce di complessità delle scuole, ad oggi se ne contano anche quattro, prevede un approccio che noi come Uil Scuola rifiutiamo radicalmente. L’approccio per determinare il grado di complessità non può continuare ad essere quello quantitativo che aumenta ulteriormente la farraginosità del calcolo stesso, burocratizzando ancor più le realtà scolastiche.

I criteri vigenti non sono rispondenti alla reale complessità delle scuole che può dipendere anche da altri e più impattanti fattori: personale precario e/o assente, in alcuni casi prive di DSGA, edifici inadeguati e/o parzialmente utilizzabili, mancanza di spazi utili con necessità di riorganizzare le funzioni e aggravio lavorativo.

Con criteri così organizzati si continuerebbero a favorire proprio quelle scuole già avvantaggiate da scelte politiche, vedi pluralità di indirizzi previsti solo per la scuola secondaria quando ci sarebbero anche quelli della scuola secondaria di primo grado (indirizzo musicale). Le scuole secondarie, valutando i dati in tabella, risulterebbero con un punteggio raddoppiato. Risulta assente ogni riferimento al: tempo scuola, al tempo pieno , al tempo prolungato, alle difficoltà dei collegamenti per gli studenti delle scuole d’infanzia, elementari e medie inferiori.

Analoga attenzione va dedicata alla possibilità di trasformare le scuole in luoghi “verdi” che hanno come primo obiettivo quello di coinvolgere le studentesse e gli studenti di tutte le età nella cura degli spazi verdi della scuola, alla promozione di collaborazioni con la protezione civile locale sui comportamenti ambientalmente sostenibili anche nella previsione di eventi metereologici estremi. In questa ottica il criterio quantitativo viene privilegiato se non addirittura suggerito. Ciò non sradica l’atteggiamento di costruzione artificiosa di mega istituti (si gratificano maggiormente le scuole che addirittura arriverebbero a 1700 alunni, invece di impedirlo), favorendo chi vuole meno autonomie e più scontri sui territori.

A tutto ciò si aggiunge che questa modalità di classificazione non risolverebbe la sperequazione tra regioni che già oggi esiste perché negli anni il rapporto retributivo tra una fascia e l’altra è stato calcolato in modo arbitrario: in alcuni casi la differenza è stata minima, in altri è previsto un rapporto molto più alto. Nel momento in cui un dirigente chiede mobilità in una regione con una diversa modalità di calcolo, la restituzione da parte del dirigente è gravosa e inaccettabile.

La “complessità” è insita nel ruolo di per sé ampio ed articolato, con responsabilità improprie a partire da quella amministrativa e penale.

Per la UIL Scuola è necessario puntare a realizzare numeri più vivibili per costituire comunità educanti che collaborino tra loro e con il territorio per migliorare la qualità dei percorsi, con attenzione all’inclusività e ad una didattica laboratoriale.

Le scuole-comunità poggiano su una visione culturale diffusa che favorisce una relazione educativa in grado di generare un sistema formativo allargato dove ognuno sente di condividere obiettivi e finalità, collocandosi in una dimensione di prossimità con il territorio.

Necessita, pertanto, puntare ad una totale revisione del sistema di classificazione delle scuole per complessità, mirando ad omogeneizzare il sistema attuale superando le stratificazioni troppo artificiosamente strutturate nel tempo.

L’incontro è stato aggiornato a mercoledì 3 novembre p.v. con l’impegno dell’Amministrazione a fornire dati certi (anagrafe delle dirigenze scolastiche) in modo da rendere più proficui gli incontri stessi.

La S.N.


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