DISCUTIAMO DI ATA: QUELLI CHE LA COMUNITA’ EDUCANTE LA ORGANIZZANO

Il percorso si avvia il giorno 28 luglio, alle ore 16.00 e prosegue secondo la scansione temporale in via di definizione.

Nel clima di confusione generale che sta attraversando la scuola italiana, molto lontana dall’essere realmente al centro degli interessi del Paese, emerge con chiarezza l’assenza di un progetto organico di sviluppo. Nemmeno le risorse europee del Piano di Ricostruzione sembrano essere in grado di rilanciarla, il suo utilizzo appare dedicato solo alla materialità delle cose, trascurando, colpevolmente, gli investimenti sui lavoratori. Questi continuano ad essere i destinatari di bizzarri percorsi selettivi (procedure concorsuali) e di inutili interventi formativi, che appaiono sempre più essere l’elemento strategico che il Governo si è dato per accrescere la qualità della scuola pubblica italiana.

Con il pragmatismo e la lucidità di pensiero di sempre, la UIL SCUOLA, alla vigilia di appuntamenti vitali per la scuola del nostro Paese (l’avvio del prossimo anno scolastico, l’abbattimento del precariato, il rinnovo del contratto di lavoro, le elezioni per il rinnovo delle RSU), organizza una percorso di ascolto e di confronto con il proprio quadro dirigente finalizzato a focalizzare l’attenzione sulle macro problematiche del Comparto con l’intento di definire e qualificare ancor più la propria proposizione conformandola alla linea politica dell’Organizzazione.

La modalità seguita sarà quella imposta dalla condizione epidemiologica attuale, per cui si calendarizzano una serie di webinar sui diversi temi, partendo da quelli che interessano il personale ATA, proponendo una scansione di interventi condotti, in prospettiva, sulle diverse macro aree geografiche (NORD – CENTRO – SUD) al fine di disporre di tempi più distesi per ragionare non solo sugli aspetti problematici, ma anche per discutere di proposte e di prospettive.

Il percorso si avvia il giorno 28 luglio, alle ore 16.00 e prosegue secondo la scansione temporale in via di definizione.

CLASSIFICAZIONE PROFESSIONALE E RINNOVO DEL CONTRATTO DI LAVORO DEL PERSONALE ATA

fase di ascolto e di confronto con il quadro dirigente 

RELAZIONE

LA PREMESSA

Il punto di partenza di ogni nostro ragionamento e di ogni nostra iniziativa, l’obiettivo cui tendere,  è quello della Scuola Comunità Educante, così come descritto dall’art.24 del CCNL 2016/18.”…(omissis)…In essa ognuno, con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i principi dalla Costituzione e con i principi generali dell’ordinamento italiano”. I programmi, le iniziative, le rivendicazioni muovono da questo assunto, quello che deve informare ogni nostro agire.

E’ indubbio che all’indomani dell’attuazione della scuola dell’autonomia, il processo di modernizzazione e di attualizzazione, anche ordinamentale,  realizzato attraverso i contratti di lavoro, abbia subito una decisa battuta d’arresto. Di questo ne è stato consapevole sia l’ARAN che il Governo che autorizzò la sottoscrizione del CCNL 2016/18, tant’è che lo stesso ne ha differito l’attuazione prefigurando una fase transitoria di cui valutiamo gli effetti con l’iniziativa delle giornata di oggi.

Il CCNL del Comparto Scuola, sottoscritto il 19 aprile 2018, infatti, all’art.34,  ha previsto l’istituzione di una Commissione paritetica presso l’ARAN sui sistemi di “Classificazione professionale del Comparto Istruzione e Ricerca – Sezione Scuola – personale ATA” a cui è stato attribuito il compito di:

  • Proseguire il processo di innovazione del sistema di classificazione del personale ATA

con la finalità di:

  • Individuare le soluzioni più idonee a garantire in modo ottimale le esigenze organizzative e funzionali delle istituzioni scolastiche ed educative e quelle di riconoscimento e valorizzazione delle professionalità del personale ATA

La Commissione ha svolto la fase istruttoria sviluppando i seguenti aspetti:

a – analisi delle caratteristiche dell’attuale sistema di formazione professionale anche in comparazione con quelli vigenti in altri settori pubblici e privati o in altre istituzioni scolastiche di altri Paesi europei;

b – valutazione di efficacia e appropriatezza di tale sistema, con riferimento all’organizzazione del lavoro, alle funzioni e alla struttura delle istituzioni scolastiche;

c – verifica delle declaratorie di area, in relazione ai cambiamenti dei processi lavorativi, indotti dalle innovazione di servizio o processo e dalle nuove tecnologie, ed alle conseguenti esigenze di fungibilità delle prestazioni e di valorizzazione delle competenze professionali;

d – verifica della possibilità di rappresentare e definire in modo innovativo i contenuti professionali, di individuare nuove figure professionali, nell’ottica di sostenere i processi di cambiamento organizzativo e di incentivare comportamenti innovativi;

e – verifica del sistema di progressione economica all’interno delle aree al fine di valorizzare le competenze professionali acquisite e l’esperienza professionale maturata.  

Il rapporto finale della Commissione paritetica, che data ottobre 2020, dopo aver analizzato in maniera puntuale il sistema attuale, evidenzia i punti di forza e i punti di debolezza, arrivando a conclusione non condivise tra ARAN e Sindacati. Il lavoro, pur pregevole, soprattutto nella fase di analisi e di studio condotto dalla Commissione, sconta la sua attualità con le vicissitudini legate all’insorgere della pandemia e all’introduzione delle misure europee del Recovery Fund, azionate per contrastarne gli effetti negativi della stessa. Inevitabile rifarsi sia al “Patto della scuola al centro del Paese”, siglato tra il Ministro dell’Istruzione e i Sindacati Confederali, che al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Soprattutto, il Piano contiene 9 interventi di riforma, 14 programmi di investimento e 1 di potenziamento per una spesa prevista complessiva di 30.88 miliardi di euro. Di questi 19.44 riguardano la Scuola, gli altri 11.44 “Ricerca e Impresa”.

LA CONDIZIONE ATTUALE

Preliminarmente, il personale ATA consta di circa 180.000 unità in servizio presso oltre 8.000 istituzioni scolastiche.

L’odierno sistema di classificazione fonda sulla nuova organizzazione dettata dall’introduzione dei nuovi CCNL (4.8.1995, 26.5.1999, 24.07.2003, 19.04.2018).

  • Il primo CCNL (4-8-1995) istituisce la categoria del personale ATA, classificandolo in tre aree funzionali. LA sua articolazione prevede tre aree funzionali: servizi amministrativi, servizi tecnici e dei servizi generali e ausiliari, disciplinando all’art. 51 i relativi profili;
  • Il successivo CCNL del 26.5.1999 apporta alcune modifiche ai profili professionali, disponendo che il personale CS venga ricompreso nell’area A. Introduce il concetto della “valorizzazione del personale ATA (art.36), evidenziando come la scuola dell’autonomia, che nel frattempo era stata introdotta, richieda un particolare impegno e specifiche competenze professionali relativamente alla gestione amministrativa, contabile e dei servizi tecnici e ausiliari, innovando l’ambito con le funzioni aggiuntive (art.32 lett. b ) che determinano “l’assunzione di responsabilità ulteriori ”formalizzate nel CCNI del 31.08.1999 all’art.50 (Funzioni per la valorizzazione del personale ATA), descritte nell’allegato 6 (per l’Assistente amministrativo: coordinatore di area o di progetto; per il CS: attività di pronto soccorso e di assistenza qualificata agli alunni disabili).
  • Un ulteriore deciso elemento evolutivo lo si ottiene con il varo definitivo dell’autonomia scolastica che istituisce: la Dirigenza Scolastica e la Direzione Amministrativa (art.34 del CCNL del 26.05.1999 resa effettiva con il nuovo Regolamento di Contabilità (D.I. N.44/01);
  • Il CCNL del 24.07.2003 disciplina, attraverso la tabella C1, l’equivalenza tra il vecchio e il nuovo ordinamento del personale ATA con due elementi di novità:
  • Introduce l’area As dove tratta il profilo dei CS specificando le funzioni, prima generiche del profilo, da riferirsi ai servizi agrari;
  • Modifica il profili professionali delle area B.
  • La sequenza contrattuale del 25.07.2008 modifica i titoli di studio di accesso ai diversi profili

A normativa costante, il sistema di classificazione del personale ATA si articola in cinque aree: A, As, B, C, D. All’interno dell’area il personale si distingue in base al profilo professionale di appartenenza e svolge i compiti, le mansioni e gli incarichi specifici assegnati dal dirigente scolastico.

I meccanismi di “veicolazione interna” prevedono:

Progressioni economiche:

a-posizioni stipendiali,  incentrate sull’anzianità di servizio;

b-posizioni economiche, correlate all’accrescimento delle competenze professionali con attribuzione di incrementi retributivi stabili e non reversibili al personale delle aree A e B;

Alle prime posizioni economiche si accede attraverso la frequenza di un corso di formazione che viene graduato sulla base dei seguenti criteri: servizio, titoli di studio e crediti professionali.

Alle seconde posizioni economiche (area B) si accede attraverso la frequenza di un corso di formazione con valutazione finale.

c-Passaggio di profilo nell’ambito di ciascuna area,  passaggio tra profili all’interno della stessa area (frequenza di percorsi di qualificazione e di aggiornamento ovvero con il possesso dei requisiti culturali/professionali richiesti per il passaggio.

d-Incarichi specifici, assunzione di responsabilità e svolgimento di compiti di maggiore responsabilità finalizzati alla realizzazione dell’offerta formativa. Compiti e criteri si definiscono nella contrattazione di istituto. L’istituto è stato utilizzato essenzialmente per alunni disabili e primo soccorso.

I PUNTI DI CRISI

      Le dotazioni organiche del personale

Atteso il richiamo nei due documenti specifici recentemente elaborati dal Governo (Il Patto   della scuola al centro del Paese e il PNRR), anche in conseguenza dell’emergenza epidemiologica in atto, il tema andrebbe affrontato attraverso investimenti specifici di risorse per adeguare le attuali dotazioni. Particolare attenzione andrebbe posta a quella degli assistenti tecnici che, dopo la timida apertura dei 1000 posti, andrebbe adeguatamente esteso e strutturato ad ogni ordine e grado di scuola.

Riordino del sistema delle Aree

In relazione a tale aspetto, si rilevano:

a-Assenze di declaratorie di Area specifiche;

b- I modelli organizzativi in uso vanno verificati soprattutto sul miglioramento degli aspetti qualitativi;

c- I servizi di integrazione scolastica sono affidati ad una pluralità di soggetti istituzionali che, spesso, operano in maniera disarmonica. La platea degli studenti  abbisognevoli di interventi si allarga, ora, ai BES. Gli interventi sono affidati agli accordi di programma stipulati con gli enti locali e le ASL, che dispongono di scarsi mezzi e di poche risorse da coordinare in vista delle realizzazione dei progetti educativi stabiliti nel POF. Ne risulta una marcata  frammentazione e  una discontinuità degli interventi  specialistici. Limitato risulta, inoltre, l’apporto offerto attraverso gli incarichi specifici attribuiti al personale CS che, risulta carente in termini di formazione specifica e di riconoscimento economico.

Le progressioni di carriera

L’art. 24 del D.lgs n.150, unitamente alle modifiche apportate all’art.62 , modificativo dell’art.52 del d.lgs.165/2001, hanno disapplicato la normativa contrattuale precedente, consentendo come unica possibilità di progressione di carriera  il concorso pubblico con una riserva di posti per i candidati interni. Solo recentemente, si è aggiunta la possibilità di effettuare procedure selettive interne, sempre a condizione del possesso del titolo di studio previsto per l’accesso dall’esterno, ma per non  più del 30% dei posti. Da tali rigidità stanno derivando numerosi conflitti reali: la posizione dei DSGA ff., la sostituzione anche temporanea del DSGA, altri potenziali: utilizzazione dei lavoratori in mansioni diverse, pur se frustrate dall’attuale contesto normativo

LE PROPOSTE

            Come sempre, prima di trattare la possibili modificazioni dell’attuale contesto regolativo, andrebbe monitorato con attenzione il livello di applicazione di quello esistente. A tal riguardo emergono considerazioni interessanti:

parte inapplicata

  • Istituzione dei posti di Area C;
  • Le progressioni economiche del personale risultano bloccate in molte regioni (la Puglia ha denunciato un ritardo di 7 anni);
  • Il concorso riservato per i DSGA ff risulta sospeso;
  • Risulta indefinita la questione ex LSU, prima alle dipendenze delle ditte di pulizia. Il trattamento riservato al personale transitato è ancora disarmonico e indefinito, sia nella parte giuridica che in quella economica.
  • Mancano 2.880 posti di personale CS, sottratti alle dotazioni organiche delle scuole e utilizzati per la conversione di contratti da tempo determinato in contratti a tempo indeterminato.

parte innovativa

  • Costituzione di un’area di assistenza socio sanitaria a supporto delle politiche per il contenimento della diffusione del virus, degli alunni disabili e per quelli con BES;
  • Restituzione piena alla contrattazione della materia delle progressioni di carriera (posizioni economiche e passaggi di profilo);
  • Regolamentazione della sostituzione del DSGA assente in maniera stabile.

I contributi che perverranno, sia dai relatori che dal dibattito, consentiranno di definire le linee guida da proporre in occasione della  riapertura della trattativa per il rinnovo del CCNL. Per quanto attiene, invece, agli aspetti che necessiteranno di un eventuale intervento legislativo,  oltre che di risorse finanziarie, costituiranno oggetto di discussione nel confronto con il Ministro dell’Istruzione.

Roma, 28 luglio 2021

La Segreteria Nazionale UIL SCUOLA


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