Riscatto di laurea: a chi conviene? Ecco le nuove disposizioni Inps

Il decreto n. 4 del 28.01.2019 ha stabilito, per tutti coloro che non potevano far valere servizi o periodi precedenti al 1° gennaio 1996, un riscatto agevolato dei periodi di studi universitari, pari a € 5.260,00 per ogni anno, con un meccanismo di calcolo cosiddetto a “percentuale”, anziché basato sulla “riserva matematica” come viene effettuato di norma. Esclusi da tale decreto erano tutti coloro che si sono immatricolati prima del 1996 o che potevano far valere periodi antecedenti al 1996.

L’Inps, con circolare n. 6 del 22.01.2020, conferma il principio dell’efficacia “ab origine” dei periodi riscattati ai fini pensionistici ed estende la platea dei fruitori nei confronti di coloro che si trovano nel sistema misto per il calcolo della pensione. Unica condizione è che i nuovi fruitori optino per il sistema di calcolo contributivo per quanto riguarda la pensione. Il discorso vale anche per coloro che hanno già chiesto il riscatto della laurea con il calcolo dell’onere basato sulla riserva matematica, purché non sia già stato emesso il relativo decreto di pagamento o che, in ogni caso, non sia stato effettuato il pagamento della prima rata.

Poiché l’agevolazione del riscatto presuppone l’opzione per il calcolo della pensione col sistema contributivo, si pone il problema di sapere a chi conviene optare.
Sicuramente, le donne che hanno chiesto di andare in pensione con l’”opzione donna” hanno tutto l’interesse a riscattare i periodi di studi universitari col sistema agevolato, dal momento che si trovano già col sistema contributivo.
Può convenire anche a coloro che, entro il 1995, possiedono pochissimi mesi o a mala pena qualche anno. Per tutti quelli che al 31.12.1995 hanno un’anzianità contributiva considerevole (anche se inferiore ad anni 18) ci sembra inopportuno accettare il riscatto agevolato optando per il calcolo contributivo.


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