VARSAVIA / CONFERENZA FINALE – Progetto sul quadro d’azione sull’attrattività della professione attraverso il dialogo sociale

Riconoscimento della contrattazione, condizioni di lavoro, formazione iniziale e continua, investimenti, salute e sicurezza, status della professione docente: i temi all’attenzione delle istituzioni europee

La professione docente è una scelta lavorativa attrattiva? Secondo l’analisi europea, per diverse ragioni, sembrerebbe di no: non lo sarebbe per chi ha pressanti carichi domestici da gestire. Non lo è neanche per chi è alla ricerca di riconoscimento sociale per il contributo fornito allo sviluppo della propria comunità.
In diversi Paesi europei i docenti faticano ad arrivare alla fine del mese, soprattutto, nelle grandi città; sono oggetto di delegittimizzazione da parte di famiglie e, cosa ancor più grave, da parte di alcuni decisori politici o lobby economiche.

Si può definire l’insegnamento professione nobile, e poi limitarne in ogni modo la libertà, soffocarne la forza trasformativa sotto pile di carta e attraverso pratiche burocratiche che nulla hanno a che fare con la docenza e la sperimentazione pedagogica? Se tutti sembrano aver diritto di parlare di educazione, pochi sono disposti ad ascoltare la voce di chi lavora nel settore.

Dare risposte concrete alle richieste di docenti e dirigenti è tema comune a tutti i paesi europei, per questo, nel quadro del dialogo sociale europeo nel settore dell’educazione, i rappresentanti dei datori di lavoro aderenti a EFEE e i sindacati affiliati al CSEE si sono incontrati a Varsavia il 30 e 31 gennaio durante la conferenza finale del progetto “Per un quadro d’azione sull’attrattività della professione attraverso il dialogo sociale”. La Federazione Uil Scuola Rua, partner del progetto, è stata rappresentata da Rossella Benedetti.

 

Obiettivo principale del progetto è la sottoscrizione congiunta del quadro d’azione: un documento che ha come scopo finale quello di comunicare a Commissione, Consiglio e Parlamento europeo la posizione delle parti sociali. Nel testo si parla di riconoscimento del ruolo della contrattazione, condizioni di lavoro, formazione iniziale e continua, investimenti, salute e sicurezza, e status della professione docente.

Gli argomenti sono comuni, le sfide talora diverse in base alla situazione nazionale ma univoco è il bisogno d’ invertire la tendenza diffusa in Europa. Il dibattito, sempre vivace tra parti sociali, si è concentrato in modo particolare sull’inadeguatezza di salari – in questi giorni si succedono scioperi in diversi Paesi per i rinnovi contrattuali e contro riforme pensionistiche – e possibilità di carriera, che non è solo passare da funzioni di docenza a funzioni amministrative, è anche la possibilità di fare ricerca o diventare formatori dei nuovi insegnanti.

Grande attenzione è stata posta anche alla sfida rappresentata dai rapidi cambiamenti sociali ed economici che esercitano una grande pressione sui sistemi scolastici, universitari e della formazione professionale. I docenti rimandano al mittente le accuse di mancata flessibilità o capacità di adattarsi. Ogni insegnante sa che ogni giorno porta una sfida educativa diversa. Sono le risorse che mancano, la tranquillità nel lavoro e il sostegno dei decisori politici.


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