I sindacati scuola e la sostenibilità ambientale: il report della riunione operativa europea

L’Istruzione per il cambiamento sociale: Il ruolo dei sindacati dell’istruzione nell’affrontare lo sviluppo ambientale sostenibile è il tema del seminario internazionale che si è svolto a Roma con i rappresentanti dell’ ETUCE/CSEE.

Un progetto biennale, iniziato durante la pandemia, per mettere in relazione lo sviluppo dei temi dell’ambiente, dell’emergenza climatica e dello sviluppo sostenibile, nei diversi contesti nazionali, con il lavoro in classe degli insegnanti.

Quanto può fare la scuola per lo sviluppo di pratiche virtuose rivolte al rispetto del pianeta e alla sostenibilità ambientale? Moltissimo – è la risposta giunta dai partecipanti della conferenza internazionale
In che modo? Questo il nodo centrale. Molto è affidato all’esperienza e alla professionalità dei singoli insegnanti in assenza di indicazioni strutturate.

Partiamo da una premessa importante: la tutela dell’ambiente e della biodiversità sono entrate nella Costituzione Italiana, assumendo il principio di ‘giustizia intergenerazionale’, già presente negli accordi storici sui temi della tutela ambientale e più recentemente anche nell’Accordo di Parigi – ha detto Francesca Ricci nel suo intervento in apertura della conferenza internazionale.

Il disegno di legge approvato dalla Camera modifica agli articoli 9 e 41 – ha precisato Ricci – nell’articolo 9 si aggiunge che la Repubblica tutela “l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. L’articolo 41 è stato modificato, aggiungendo che l’iniziativa economica “non può svolgersi in modo da creare danno alla salute, all’ambiente”, oltre che alle già sancite “sicurezza, libertà, dignità umana”.

Per salvare l’ambiente e il pianeta, il movimento sindacale europeo si sta impegnando fortemente sul tema della transizione climatica e della transizione digitale, ma si trova a dover affrontare due difficoltà fondamentali – ha ricordato la segretaria Uil Scuola, riportando la posizione recentemente espressa dal presidente della Confederazione europea dei sindacati (CES).

Il Covid prima e la guerra hanno reso molto più difficile sostenere la transizione climatica. Questo perché hanno portato a una crisi economica che rende molto più appetibile tornare indietro all’utilizzo dei combustibili fossili, del gas, e del carbone, invece che avviare un processo di transizione reale che guardi al futuro in modo sostenibile.

Sul piano economico ci sono mille miliardi di investimenti pubblici a disposizione attraverso il programma NEXT GENERATION EU. Di questi 200 miliardi vanno all’Italia e più di 1/3 devono essere destinati a investimenti per la sostenibilità ambientale ma non sappiamo come gli Stati spenderanno questi soldi e non vi è certezza che questa capacità di spesa possa essere confermata nei prossimi anni. Il rischio è ritornare all’austerità. Un errore che potrebbe costare davvero molto caro.

La transizione ecologica non è però da analizzare esclusivamente in chiave economica: deve essere socialmente giusta: 370 miliardi per le imprese e 17 miliardi per il sociale. Queste sono le risorse previste per la transizione ecologica. I numeri parlano da soli.

La Segretaria nazionale Francesca Ricci durante il seminario

L’emergenza climatica può essere affrontata efficacemente solo attraverso un cambiamento sociale verso una società collettiva basata su principi di democrazia, giustizia sociale, solidarietà e sostenibilità – questa la sollecitazione che giunge dai sindacati dell’istruzione europei. L’educazione gioca un ruolo cruciale in questo cambiamento e non può essere lasciata all’impegno e alla sensibilità dei singoli insegnanti.

Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) 4 e 13 dell’ONU affermano che l’educazione è lo strumento migliore per creare cittadini responsabili e dal pensiero critico con la consapevolezza e la comprensione delle cause e delle conseguenze dell’emergenza climatica dell’emergenza climatica e di altri problemi ambientali, oltre a fornire loro le conoscenze, le competenze e gli atteggiamenti necessari per trovare soluzioni, per cambiare i modelli di consumo e per trasformare la società verso uno stile di vita più sostenibile.

L’educazione alla sostenibilità ambientale e alle competenze “verdi” è anche una parte sostanziale dell’istruzione e della formazione in tutti i settori industriali. Nell’era del “so-tutto-internet”, dei social media e delle fake news, è fondamentale che questo processo sia progettato, valutato e implementato dagli insegnanti e da tutta la comunità educante.

Scuole sicure, scuole con spazi adeguati, in sicurezza sismica e efficientamento energetico: l’Italia ha molti progetti rimasti sulla carta. Uno fra tutto potrebbe essere portato ad esempio: la scuola attorno all’albero di Renzo Piano a Sora. Costruito attorno ad un albero centrale, in un giardino che è “il centro del mondo”, l’edificio si sviluppa su due piani. Il piano terra è “di tutti”, è il luogo dello scambio tra città e scuola, con palestre, auditorium, la biblioteca-torre dei libri accessibili alla cittadinanza; poi c’è il piano delle aule e il piano “tetto”, il luogo dedicato allo svago e l’esplorazione del mondo, una “terrazza di Talete” il primo filosofo a misurare il pendolo delle stagioni.

L’edificio economico e a bassissimo impatto ambientale ospiterà nell’atrio dei contatori giganti che indicheranno il consumo quotidiano di luce, gas e acqua affinché i piccoli ospiti si rendano conto del suo costo energetico. Insomma, una scuola che Piano ha definito ‘di sana e robusta costituzione.

La pagina del progetto

Il report ETUCE

L’intervento del Segr Gen CES Visentini


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