Una didattica adeguata agli stili di apprendimento dei millennials, la sfida che il Miur pone ai sindacati
Ridefinire le nuove sfide educative, affrontare il cambiamento, individuare metodi e strumenti per favorire un nuovo rapporto tra scuola e società a favore della generazione dei millennials, Ripensando le tradizionali metodologie didattiche da adeguare ai nuovi stili di apprendimento.
Sono queste le finalità che hanno ispirato la creazione di un apposito gruppo di lavoro già insediato usale ha avviato il 10 maggio un percorso di confronto sulle interazioni ed i possibili intenti condivisi per la definizione di profili educativi adeguati alle esigenze formative dei più giovani, strutturalmente diverse rispetto a quelle tradizionali.
La consultazione proseguirà nei prossimi giorni con i rappresentanti della società civile, delle forze dell’ordine, dell’Università.
La UIL ha evidenziato l’esigenza di valorizzare le esperienze già molto positive che gli insegnanti compiono attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie per potenziare, anche oltre l’orario scolastico, la cura della relazione educativa con studenti tanto abituati a fare ricorso ai social media anche per lo studio e l’approfondimento, non è raro infatti il ricorso alle piattaforme informatiche per offrire consulenza, assistenza ai compiti ed alle esercitazioni.
I social media, che scambiano spesso il reale con il virtuale, non possono sostitutuire integralmente la funzione docente. Le nuove modalità espressive della professionalità docente e non solo devono trovare riconoscimento anche nel nuovo contratto di cui si chiede l’apertura.
Per affrontare le nuove emergenze educative e necessario che i giovani acquisiscono la capacità di utilizzare in modo critico e costruttivo le opportunità che le reti informatiche offrono, poiché compito della scuola statale plurale e’ quello di operare un decondizionamento.
Alle competenze tecnologiche si devono affiancare inoltre quelle trasversali di cittadinanza per meglio rapportarsi con le prospettive della globalizzazione e quelle del radicamento nel territorio e nella propria cultura.
Per affrontare infine con successo il fenomeno dei NEET è necessario ripensare i profili della alternanza scuola lavoro che non può essere l’unica risposta possibile alle questione poste dalla interazione della scuola con il mondo del lavoro.
La ministra Fedeli ha evidenziato il principio della massima condivisione con il sindacato di tale percorso, questo infatti costituisce il primo soggetto coinvolto nella consultazione aperta, in seguito agli accordi assunti di un costante confronto con il sindacato sulle pratiche di modelli innovativi.
Spetta ora alle organizzazioni sindacali decidere come procedere nella interlocuzione, anche attraverso l’auspicabile coinvolgimento degli uffici della confederazione UIL che seguono le politiche giovanili e l’associazionismo professionale.
All’incontro hanno preso parte Noemi Ranieri e Rosa Cirillo