Turi: non sarà una manifestazione “contro” sarà una manifestazione “propositiva”

La parola chiave è «fiducia». Stanno cercando di smontare l’istituzione nella quale gli italiani ripongono la maggiore fiducia, la scuola. Così il segretario generale della Uil scuola, Pino turi, anticipa i temi che saranno trattati nell’Esecutivo di domani in vista della manifestazione di sabato mattina, 9 febbraio, a Roma.
Non sarà una manifestazione  “contro” – precisa – sarà una manifestazione “propositiva”, andiamo a  sostenere un modello un modello di Paese, un modello di scuola.

La politica del carciofo non va bene – continua Turi, accennando al tema delle scelte di politica scolastica.
Siamo in presenza di due emergenze che pretendono risposte chiare: emergenza stipendiale ed emergenza precariato. Vanno risolte entrambe.
Sappiamo che bisogna decidere a risorse date, e scarse. La risorsa più preziosa che ha il nostro paese sono le persone. Bisogna investire sulle persone: sul fronte delle retribuzioni, della stabilità del lavoro, delle professionalità di docenti dirigenti ed ATA.

E tornano i temi centrali della manifestazione: il prossimo rinnovo contrattuale (quello del triennio 2019-2021), la fase transitoria per il personale precario (il prossimo anno scolastico si annuncia come il più ‘precario’ degli ultimi anni, con una stima di circa 200 mila insegnanti supplenti) e il netto no alla regionalizzazione ( che non è decentramento amministrativo ma vera e propria devoluzione, se non secessione).

Va superata una volta per tutte – continua Turi – l’idea di disintermediazione. Chi ha provato, in questi anni, ha avuto esiti fallimentari. La complessità della società richiede confronto, dialogo, proposte. Quello che andremo a sostenere sabato.

Siamo pronti ad un impegno mai visto prima, in termini di azione, proposta, mobilitazione, per affermare il valore della scuola statale, di tutti, quella garantita dalla costituzione, quella che insegna ad essere italiani, quella sulla quale gli italiani ripongono la loro fiducia. Quella che riconosce nella comunità educante i diritti lavorativi di docenti dirigenti, ATA e di cittadinanza di genitori ed alunni.


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