Le ferie del personale ATA, che ai sensi dell’art 59 del CCNL, ricopre l’incarico di docente sino al termine delle attività didattiche

Gentile Collega,

la questione è molto chiara ma viene complicata dalle interpretazioni fantasiose dei DS e anche dei DSGA. Se questo non bastasse ci si mettono anche i siti specializzati nel confondere le idee.

Occorre ricordare che sulla materia le uniche ed esclusive fonti normative sono la Costituzione (art. 36) e il CCNL 2018 (Art 13 e 19) e che tutte le norme precedenti non esplicitamente richiamate nello stesso contratto sono disapplicate.

Dunque le ferie sono un diritto irrinunciabile di rango costituzionale e vengono fruite nel corso di ciascun anno scolastico, compatibilmente con le esigenze di servizio. Un altro elemento che va considerato è che trattandosi di un beneficio a richiesta l’istanza dell’interessato è un presupposto fondamentale e dunque Il lavoratore non può essere posto in ferie d’ufficio

Chiariti questi punti veniamo al caso che esponi

Il personale ATA che va a fare il docente al 31 agosto o al 30 giugno (Art. 59) assume lo status previsto per il supplente, anche per i congedi e la retribuzione. Nel primo caso – 31 agosto – il problema non si pone. Per il 30 giugno rientrando nella sede di titolarità al termine del contratto a tempo determinato, il lavoratore presenta l’istanza di ferie alla scuola di titolarità. Per stabilire quanti giorni spettano occorre sapere quanti ne ha utilizzati nel primo contratto e sottrarli ai 32 – se il richiedente è in servizio da tre anni – o ai 30 per periodi inferiori.

In pratica, non avendo richiesto ferie nel periodo in cui era in servizio per effetto dell’art 59, al rientro nella sede di servizio, fa legittima richiesta di fruizione delle ferie ed ha diritto di usufruirne.

Grazie per averci contattato

AL


Caro Segretario,

continuano a pervenirmi molte sollecitazioni riguardo la questione ferie del personale ATA che , ai sensi dell’art 59 del CCNL, ricopre l’incarico di docente sino al termine delle attività didattiche.

A questi lavoratori, una volta rientrati nelle loro sedi e alla loro mansioni, viene negato di usufruire delle ferie maturate perché equiparati ai docenti a tempo determinato ai quali, come previsto dalla Legge di Stabilità del 2013, vengono sottratte le ferie nei giorni di sospensione delle attività didattiche.

Al di là di ogni considerazione circa la discrepanza tra gli Ata che prendono l’incarico di docenti e gli Ata che continuano ad essere Ata ma in un altro profilo, ritengo che occorra fare chiarezza sul problema.

Innumerevoli sono i pareri autorevoli che danno ragione a questi lavoratori a cui viene negato un diritto.

Ciò nonostante i Dirigenti Scolastici , su tutto il territorio nazionale, a macchia di leopardo, intervengono sulla questione in modo differente, acuendo il disappunto di chi si trova in questa condizione.

Nello specifico io mi trovo a vivere una situazione paradossale sul territorio che mi è stato affidato:

due nostri iscritti, marito e moglie,entrambi collaboratori scolastici in due scuole diverse ma vicine, hanno “congelato” il loro ruolo per assumere quello di docenti rispettivamente in una scuola primaria e in una scuola superiore come ITP.

Al rientro dall’incarico , hanno fatto entrambi domanda di ferie anche per il mese di settembre evitando di creare disagio ai loro colleghi e al DSGA che aveva già predisposto un piano ferie per i mesi di luglio e agosto.

La Ds del marito gli ha comunicato che ha chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato (mi chiedo? Ha competenza in materia?) e lo ha lasciato in stand by con un’altra nota diretta a lui fino alla risposta  (ritengo non ci sarà mai).

La Ds della moglie, dopo aver richiesto alla scuola dove ha svolto l’incarico i giorni di ferie che lavoratrice  aveva richiesto durante l’anno (3), in un primo momento non  ha nè concesso nè non concesso le ferie (silenzio assoluto), poi, dopo il mio intervento per avere chiarezza sulla faccenda, gliele ha concesse a partire da lunedì 2 settembre.

Capirai che ora abbiamo due coniugi che hanno usufruito della stessa possibilità a settembre scorso ma che vengono trattati in maniera diversa al loro rientro.

Come possiamo agire affinché ci sia un comportamento univoco da parte di tutti i Dirigenti su questa questione? Ritengo occorra intervenire e regolamentare quanto prima perché ci saranno sempre più casi del genere.

saluti

 


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