Audizione Uil Scuola alla Camera

Turi: E’ l’impianto della legge ad essere sbagliato. Le deleghe seguono quello schema e vanno modificate.

«E’ l’impianto di base della legge 107 che si rispecchia in quelle deleghe, la UIL Scuola ne ha contrastato e continuerà a contrastarne le scelte con due strumenti: la contrattazione e il confronto, con la partecipazione al dibattito e alla stesura dei testi delle deleghe».Questo l’assunto di partenza dal quale si è sviluppata l’audizione di questa mattina in VII Commissione Cultura alla Camera.

E’ stato il segretario generale, Pino Turi, ad illustrare la posizione della Uil Scuola – davanti ai parlamentari, presenti in gran numero, e ai vertici del Miur  – attraverso l’esposizione della memoria depositata (nel link le schede di dettaglio ) e poi nel confronto basato su domande e risposte con i componenti della Commissione.

Tra i temi posti all’attenzione della Commissione, quelli che hanno una ricaduta diretta sul personale, «perché – ha detto Turi – occorre apportare modifiche sostanziali al sistema delle deleghe, emanazione di una legge sbagliata e dunque sbagliate anch’esse»,  il reclutamento e formazione iniziale, il sistema di istruzione e educazione 0-6, il sostegno.

«Sarebbe opportuno – ha chiarito Turi – espungere dai testi delle deleghe le materie che sono di contrattazione e che, invece, sono presenti nelle deleghe stesse».

«Volete lasciare il docente di sostegno per 10 anni nello stesso posto, in nome della  continuità didattica – ha detto Turi ai parlamentari – viene da chiedersi, quale alunno resta tanto in un ciclo scolastico».La continuità didattica – ha ricordato  – così come è nel decreto (10 anni di permanenza sul sostegno)  è una sorta di condanna , visto che il divieto di trasferimento non si trasforma in continuità didattica per gli alunni, ma solo in “continuità ambientale”, mentre sarebbe utile che ne godesse  «l’alunno», non « il docente».

«Siamo in presenza di una legge – ha precisato il segretario generale – che si è inventata gli ambiti, con l’effetto di  fare cambiare insegnante ogni tre anni, e poi si parla di continuità didattica. Servirebbe maggiore coerenza».

Accolta positivamente dalla delegazione Uil Scuola, presente Giuseppe D’Aprile, l’indicazione scaturita dai lavori della commissione e dalle indicazioni del ministero verso l’individuazione di correttivi sostanziali che portino a soluzioni concrete.


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