Da domani obbligo vaccinale personale scuola. La nota del ministero arriva alle scuole sempre in zona Cesarini
Rosa Cirillo: l’insensibilità conclamata del Ministero e della politica per il lavoro dei dirigenti scolastici, si costringe le scuole a svestirsi del loro compito ‘primigenio’, per concentrarsi su un lavoro di controllo che spetterebbe alle Asl.
Il tentativo operato dal Ministero dell’Istruzione di fare chiarezza, in vista dell’obbligo vaccinale, che scatta da domani, per tutto il personale della scuola, è arrivato ai presidi in zona cesarini.
Uno sforzo amministrativo non chiarisce perché i docenti, il personale ATA e i Dirigenti debbano avere il “green pass rafforzato”, mentre gli assistenti agli studenti disabili e i lavoratori esterni (ad esempio delle mense scolastiche), potranno continuare ad utilizzare la certificazione verde.
Alla vigilia di un adempimento, i cui contorni operativi sono stati definiti oggi per domani, si manifesta ancora una volta l’insensibilità conclamata che il Ministero e la politica hanno per il lavoro dei dirigenti scolastici, costringe le scuole a svestirsi del loro compito ‘primigenio’, per concentrarsi su un lavoro di controllo, che la UIL Scuola, più volte ha ribadito “non spetta alle scuole ma alle ASL”, proprio per natura di accertamento sanitario.
Ma né il Ministero dell’Istruzione, né quello della Salute, se ne preoccupano. Eppure, in questa ridda di misure e contromisure che si rincorrono alla velocità della luce, nessuno pensa ad una programmazione dei comportamenti da tenere di medio e lungo periodo.
Intanto l’Anp, che si autorappresenta come l’unica patrocinante dei dirigenti scolastici in Italia, manda ancora più in confusione la categoria, difendendo ad un tempo sia l’operato del Ministero che dei presidi.
Allora delle due l’una: o sono più bravi i presidi a chinare il capo e a ripetere in coro “obbedisco”, o il Ministero, che continua a produrre normativa d’applicazione urgente con un record di intempestività.
Siamo alle solite, invece di chiarire problematiche dai risvolti normativi e costituzionali “incerti”, passa la “patata bollente” dell’obbligo vaccinale nelle mani dei presidi.