Educazione civica: il ministero verso un provvedimento che guarda fuori dalle scuole

L’obbligo di co-programmare e co-progettare con i soggetti del terzo settore e le organizzazioni di volontariato le attività “extrascolastiche” di educazione civica, seppur fissato dalla legge, va rimandato al mittente.

Non vorremmo che di nuovo qualcuno pensasse di mandare a scuola pseudo- docenti per spiegare ai docenti come si fa lezione su qualsiasi argomenti. Di tentativi se ne sono già registrati, e ce ne saranno ancora. Non vorremmo un ulteriore schiaffo alla dignità di chi ogni giorno svolge con passione e professionalità il difficile lavoro di insegnare

In attuazione dell’ articolo 8 della legge 92/2019 che istituisce il nuovo insegnamento di educazione civica il Ministero sta predisponendo il decreto ministeriale che regolamenta la costituzione di reti e l’accreditamento di soggetti del volontariato e del terzo settore con cui le scuole devono interfacciarsi, su non meglio identificate né proprie della scuola attività extrascolastiche.

Nel merito, a nostro avviso le scuole hanno tutti i requisiti di autonomia, capacità e competenza, di definire modalità progetti e criteri per il consolidamento e l’acquisizione delle conoscenze e delle abilità previste dalla legge per tale disciplina avvalendosi dei docenti nell’ambito della libertà di insegnamento, praticata negli organi collegiali.

Gli accordi di rete sono una opportunità e non un obbligo, tanto più che la loro stipula, che segue ad un processo di accreditamento che ogni scuola dovrebbe avviare, deve prevedere le finalità della collaborazione, i caratteri degli interventi, le schede di monitoraggio, gli attestati di partecipazione e i questionari in grado di contribuire alla crescita del giudizio critico e consapevole degli studenti, con un lavoro burocratico di appesantimento estremamente complesso di cui nella fase di pandemia non hanno assolutamente bisogno, e che perciò va rinviato a tempi migliori.

Gli studenti, i docenti e l’intera comunità educante danno ogni giorno prova del senso civico e della educazione civica che hanno maturato rispettando condizioni di insegnamento/apprendimento molto impegnative, nonché comportamenti di tutela e protezione reciproca dai rischi del contagio.

La proposta UIL è di spostare l’ accreditamento dei soggetti a livello regionale, con la costituzione di albi tematici a cui le scuole possano accedere evitandosi tutto il lavoro di selezione; una volta predisposti progetti e piani educativi possono richiedere le collaborazioni, se lo ritengono, tanto più che, come al solito il superlavoro derivante da tutte queste attività non è supportato da fondi dedicati per il riconoscimento dell’impegno aggiuntivo.

Secondo la UIL, inoltre una buona parte delle competenze fissate dai piani di studio per l’educazione civica possono trovare, nel secondo ciclo di istruzione felicemente sintesi nei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO), in cui si sperimenta il rispetto di regole di convivenza, si consolida la consapevolezza dei diritti e dei doveri, si entra in contatto con realtà produttive ed istituzionali in piena coerenza con le finalità della educazione civica.

La tempistica del decreto appare come un nuovo insostenibile carico per le scuole già impegnate nella gestione, a geometria variabile delle conseguenze della pandemia, tra DDI, DaD, chiusure e riaperture che si susseguono senza sosta, tra classi e docenti in quarantena e isolamenti fiduciari.

C’è bisogno di ridurre i carichi progettuali, dare loro compattezza e continuità.
Per questo la UIL ha chiesto alla direzione degli ordinamenti nell’incontro svolto il 19 novembre 2020 di ricondurre ad un unico decreto di ampio respiro il riepilogo di tutte le azioni che la legge ha previsto, la costituzione di un albo delle buone pratiche, l’indizione di un concorso annuale per la valorizzazione delle buone esperienze e la realizzazione dei piani di formazione dei referenti per l’educazione civica, che pone orizzonte temporale più lasco.

La direzione resta in attesa delle segnalazioni e delle proposte delle organizzazioni sindacali.
Sarà cura della UIL verificare la disponibilità a modificare l’impostazione, ed a fornire alle scuole ulteriori indicazioni.


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