Fioramonti: le migrazioni rappresentano un percorso complesso, bisogna trovare una strategia

«Dopo 17 anni in Africa e una moglie sudamericana da genitori tedeschi e figli (2 e 9 anni) con 4 passaporti. Nel 2008 vivevo in Sudafrica e ci sono stati scontri con lo Zimbabwe, con 800 morti. Quando insegnavo alla Luiss (3 anni) spiegavo ai miei alunni che le migrazioni hanno nel corso dei secoli rappresentato un percorso complesso e bisogna trovare una strategia visto che geograficamente siamo ‘esposti’. Il figlio nato in Botswana a spasso scalzo in un parco a Roma si è fatto male con un vetro e ha detto: “Bisogna stare attenti perché l’Italia non è come l’Africa… è pericolosa”.
Bisogna essere realisti e pensare che è difficile ottenere l’ISEE per un migrante come lo è anche per un italiano all’estero, come sono stato io, migrante di lusso da una vita.
Oggi ho parlato con Cantone e l’errore è stato chiudere i centri (SPRAR) e ora i ragazzi sono sparsi sul territorio senza una logica. Ci vuole integrazione per ottenere un miglioramento delle condizioni sia per i migranti che per tutti.
Non siamo assolutamente d’accordo a che la Scuola, Università e Centri di Ricerca abbiano una autonomia differenziata. Non ho la delega alla scuola, però farò un comunicato al Ministro.
Le inefficienze italiane si vivono anche dall’estero e molta gente non ha il privilegio di poter risolvere con un avvocato. La mia presenza qui è significativa».


Estratto — trascrizione provvisoria — dell’intervento del Viceministro per l’Università  e la Ricerca, Lorenzo Fioramonti, all’evento Saltamuri, svolto il 27 al Cidi, a cui ha preso parte, per la Uil Scuola, Italia Barbieri. 


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