Istituzione del servizio di psicologia scolastica: presentata una proposta di legge

La UIL ritiene che oggi le priorità siano investimenti e condivisione sulle cose da fare, per mantenere  la scuola statale, libera, laica e autonoma.

Si è svolta martedì 18 dicembre, presso la sala stampa della Camera dei Deputati, la conferenza stampa “Lo Psicologo Scolastico”, organizzata da Fratelli d’Italia e finalizzata a presentare la proposta di legge “Istituzione del servizio di psicologia scolastica”. Per la UIL Scuola è intervenuto Mauro Colafato

I promotori dell’iniziativa hanno evidenziato che la proposta di legge nasce dall’esigenza sempre più frequente e attuale di rispondere al bisogno profondo di raggiungimento del benessere di cui l’essere umano necessita: la scuola, in tale prospettiva, ha un ruolo importante in quanto agenzia educativa che si prende cura degli aspetti psicologici della popolazione scolastica. I fatti di cronaca, tuttavia, delineano un contesto sociale e scolastico caratterizzato da marcate forme di disagio, nel quale si registrano maltrattamenti, aggressioni e abusi che coinvolgono studenti, genitori e insegnanti. Secondo i deputati promotori le istituzioni hanno il dovere di intervenire, per contrastare il dilagare del malessere e della devianza, in modo da salvaguardare il sistema scuola e lo strumento idoneo può essere rappresentato da un percorso formativo qualificato e globale, rivolto a tutta la popolazione scolastica, nonché agli adulti in servizio presso le istituzioni scolastiche. Il testo della proposta di legge è stato consegnato ai relatori contestualmente allo svolgimento della conferenza stampa, pertanto non è stato possibile analizzarne i contenuti: ci si è riservati di trasmettere successivamente le dovute osservazioni.

La UIL Scuola ha preliminarmente espresso – senza pregiudizio di fondo – che l’istituzione di un servizio di psicologia scolastica può essere un’idea ‘interessante’, pur necessitando di specifico approfondimento e contestualizzazione. Riteniamo che tale servizio da istituire (nelle intenzioni) presso ciascuna istituzione scolastica italiana, benché di non semplice realizzazione, possa rappresentare per le scuole uno strumento supplementare finalizzato alla risoluzione di conclamate criticità. La UIL Scuola, tuttavia, ritenendo di poter indicare la strada a chi negli anni sembra aver progressivamente smarrito riferimenti imprescindibili quali la concertazione e il dialogo, ha sottolineato che la risposta all’impennata dei fatti di violenza (o al contrasto di fenomeni di bullismo, dispersione, dipendenze, ecc.), non può ispirarsi costantemente a tecniche di medicalizzazione del disagio. La scuola non è assolutamente una comunità di recupero, né sanitaria, né tantomeno terapeutica. La scuola, così come è definita nel contratto istruzione e ricerca vigente, è una comunità educante, costituita da una pluralità di soggetti (alunni, famiglie, docenti, personale educativo e ata, dirigenti), che operano attraverso la progettazione educativa e didattica per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio. Anche il Presidente della Repubblica nel suo messaggio per l’avvio del corrente anno scolastico ha ricordato che «la scuola è un’istituzione cardine dello Stato democratico, ma è anche una comunità educante, che muove dalla vita, dai problemi di ogni giorno, per formare persone libere. La scuola è l’oggi che prepara il domani. È anche una cartina al tornasole, un barometro della nostra concreta condizione di giustizia, di libertà, di uguaglianza tra le persone».

Per la UIL Scuola gli episodi di violenze scolastiche, in particolare le aggressioni agli insegnanti da parte di genitori e/o studenti, sono la punta di un iceberg: è anche la conseguenza di un venir meno dell’equilibrio tra valori e interessi. La scuola rispecchia la società, la quale è sempre più disorientata e sola anche a causa della disintermediazione con i corpi intermedi. Per arrestare i fenomeni di violenza serve anche, in chiave politica, una netta inversione di tendenza che reprima l’idea di scuola come servizio a domanda individualizzata basato su un modello aziendalista. La scuola è il luogo in cui si impara, si studia, si cresce, insieme. Il contesto in cui si affrontano le diverse problematiche con profondità. È una grande comunità educante in cui si possono prevenire atteggiamenti a rischio, purché ognuno svolga la propria funzione con chiarezza di responsabilità e rispetto. Lo psicologo a scuola può dare supporto nella formazione del personale scolastico, nella gestione dei conflitti, nella ‘mediazione’ tra famiglie e scuola e può attivamente contribuire a far capire alla società che il rimedio alla violenza è la scuola stessa, attraverso una reale partecipazione di famiglie e studenti. Bisogna comunque lasciare alla scuola ciò che è della scuola.

La proposta di legge sulla istituzione del servizio di psicologia scolastica, durante l’iter legislativo, dovrà dunque ben rapportarsi con gli equilibri esistenti nelle scuole (onde evitare l’eccessiva presenza di ‘figure’ all’interno del contesto scolastico), tenendo conto che l’autonomia scolastica si manifesta attraverso la libertà di insegnamento e i poteri di gestione didattica ed amministrativo contabile degli organi collegiali.

In questo momento la scuola non può essere lasciata sola, servono investimenti e condivisione sulle cose da fare. È assolutamente vero che l’unica maniera per eliminare, o almeno attenuare i fenomeni di violenza, è quella di prevenirli restituendo ai docenti quel prestigio ed autorevolezza che gli viene negata – anche attraverso incrementi retributivi adeguati – ma un tema imprescindibile è legato ai valori. La Costituzione affida alla scuola il ruolo di garanzia dei diritti universali, non soddisfare esigenze immediate tramutandosi in agenzia finalizzata a trovare il lavoro agli studenti.

Non siamo prevenuti rispetto a un servizio di supporto psicologico che, a nostro parere non può che essere di supporto e non costituirne il presupposto – e siamo pronti a confrontarci ulteriormente nel merito, a partire dalle aree di intervento fino ai rapporti con gli organi collegiali – purché si pensi preliminarmente alle risorse da destinare alla scuola statale, libera, laica e autonoma in cui crediamo, vero architrave su cui poggia il Paese.

 


Condividi questo articolo: