La promozione della lingua e della cultura italiana in Albania.

Con il programma Illiria, l’italiano è la prima lingua straniera studiata nelle scuole di 23 città albanesi.

Oltre sessantamila giovani albanesi studiano quest’anno l’italiano, non solo nelle sezioni bilingue istituite in base all’Accordo culturale con l’Italia a Tirana, Korcia e Scutari, ma in tante scuole pubbliche albanesi, dalla scuola media a liceo, in virtù del Memorandum d’Intesa con il nostro paese. In queste scuole si studia, in lingua italiana, anche la matematica, la storia, la storia dell’arte, la fisica e la biologia.

Con il programma Illiria, avviato nel 2002, l’italiano è la prima lingua straniera studiata nelle scuole di 23 città albanesi. Al convegno, all’università di Tirana, presso la facoltà di Lingue straniere, presieduto dal responsabile della Uil Scuola Estero, Angelo Luongo, hanno preso parte tra gli altri, la prof.ssa Lucia Cucciarelli, Dirigente dell’ufficio scolastico dell’Ambasciata italiana a Tirana, Rosa Venuti, presidente IRASE, Tatjana Vucani, ispettrice del Ministero dell’istruzione albanese, Germana Silingardi del liceo Nentori di Scutari, Lura Baci, rappresentante ITAL e UIM Albania, i delegati delle più importanti associazioni dei docenti in Albania.

Dal convegno di oggi – ha detto Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola, concludendo i lavori – abbiamo appreso che molto è stato fatto dal Governo italiano in questi anni per la promozione dell’italiano in Albania, un paese a noi vicino, che vede nella nostra cultura e nel nostro manifatturiero, un modello da seguire.

I legami di amicizia tra i due Paesi hanno favorito l’offerta di lingua e cultura italiana messa a disposizione da Miur e Maeci che, tuttavia, a nostro giudizio resta del tutto insufficiente. Per questo sollecitiamo un impegno maggiore, anche in termini di coordinamento delle risorse disponibili, per aumentare ancora di più la presenza di docenti italiani nelle scuole albanesi.

Si rileva anche da Tirana la mancanza di quella cabina di regia che, abbiamo chiesto venga inserita nel provvedimento che il Miur sta predisponendo per il decreto relativo alle scuole italiane all’estero, per correggere gli errori della legge 107.

Occorrono opportune modifiche dell’attuale quadro ordinamentale, per realizzare un efficace e sinergico coordinamento del nostro sistema scolastico all’estero, che non può prescindere dal contributo essenziale dei nostri docenti italiani, viceversa, il decreto legislativo si ridurrebbe ad un mero intervento burocratico-amministrativo, caratterizzato ad inaccettabili invasioni nella materia pattizia del rapporto di lavoro.


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