L’analisi standardizzata non legge la complessità del nostro sistema di istruzione
Presentati, nei giorni scorsi, i risultati delle prove invalsi 2017 che, secondo il Miur e l’istituto di valutazione nazionale quest’anno hanno fatto registrare una partecipazione alle prove più ampia e una diminuzione del fenomeno del cheating, ovvero dell’aiuto illegittimo in fase di risposta al test. Un fatto che viene giudicato dal Miur come segnale di maturazione del sistema di valutazione italiano e conferma la bontà delle misure legislative adottate. La presidente dell’invalsi, dott.ssa Ajello si è dilungata nell’illustrazione di alcuni esempi di prove che, da un punto di vista cognitivo, mirano a promuovere abilità di elaborazione, non mnemoniche. Infine, ha sottolineato come la grande mole di dati raccolti e pubblicati dall’INVALSI permetta, ormai, agli attori del sistema di parlare di scuola in modo consapevole.
Il sottosegretario De Filippo ha tenuto ad evidenziare l’impegno continuo e puntuale dell’attuale amministrazione, teso a risolvere quelle differenze tra le aree del Paese che proprio le rilevazioni INVALSI fanno emergere.
Complessivamente, i dati offerti dalle prove eseguite da 2.232.304 studenti italiani, offrono questo quadro di analisi:
- per quanto riguarda l’attendibilità, si è ridotto fortemente il fenomeno del cheating, ma Puglia,Calabria e Sicilia rimangono ancora sopra i limiti di tolleranza, più evidente per la matematica che per l’italiano e, soprattutto, da imputare più ai docenti che agli studenti.
- L’area indicata come Sud e Isole mostra ancora un preoccupante ritardo nei confronti del Nord, in particolare, per quanto riguarda la matematica nella scuola secondaria di II grado. Naturalmente, esistono scuole che fanno eccezione, ma preoccupa, appunto, questa polarizzazione tra scuole performanti e non, che si accentua proprio al Sud. Inoltre, dai dati viene confermata l’importanza della primaria in tutte le aree del Paese.
- Per quanto riguarda la misurazione del valore aggiunto delle scuole rispetto ai risultati, anche qui si rileva una percentuale più alta al Nord che al Sud. Tuttavia, quello che preoccupa a nostro giudizio è che la maggior parte delle scuole in Italia, in base a queste rilevazioni, non sembra registrare alcun valore aggiunto. Il dato non preoccupa, però, i ricercatori dell’INVALSI.
Per parte nostra, siamo convinti che,dare al sistema standardizzato messo in piedi dall’INVALSI, il compito di giudicare l’intero sistema di istruzione sia, non solo debole, ma in molti casi fuorviante, nella misura in cui si analizza il sistema seguendo una logica univoca (quella dei test) senza tenere in debita considerazione il rapporto educativo ed affettivo che è l’anima dell’insegnamento apprendimento.
Sotto questo profilo, appare significativo che i termini usati per presentare il rapporto siano sintomatici, come quello di distinguere tra scuole conformate e non. Proprio la conformazione ci vede fortemente critici: performanti rispetto a cosa? Ai test così come strutturati e omologanti per tutti? E l’immensa mole di dati a cosa porterà?
Sono domande retoriche che lasciano almeno il beneficio del dubbio che si stia percorrendo la strada giusta. Altri paesi che hanno introdotto tali prassi ora le stanno progressivamente modificando o eliminando, pur avendo sistemi di istruzione molto diversi dai nostri.
Abbiamo il timore che questa specie di omologazione culturale, sia proprio in antitesi con la nostra tradizione di insegnamento che punta a stimolare il pensiero critico e non ad essere un ‘indottrinamento curriculare’, tarato in funzione delle risposte da dare ai test.
In conclusione, pur considerando la possibile utilità di un sistema imperfetto di valutazione, con un patrimonio di dati forniti annualmente sul sistema istruzione, siamo convinti che questo non possa essere l’unico modo di valutazione del sistema scolastico, che non deve solo riportare a standard, ma cogliere le differenze e i progressi. Valutazioni che solo il docente e l’autonomia scolastica possono, individualmente e collegialmente, individuare.
Per questo non ci stancheremo mai di raccomandare cautela rispetto alla somministrazione generalizzata, via computer dal prossimo annoiacché, come le esperienze internazionali ci insegnano, lo strumento di somministrazione può aumentare il divario nei risultati, visto che il suo utilizzo non è prassi quotidiana nelle nostre scuole.
Ci appare, invece, totalmente assente un elemento che andrebbe meglio definito: il valore aggiunto delle scuole rispetto ai risultati;così come è stato presentato rischia di essere fuorviante e riduttivo.
I risultati generali delle prove INVALSI sono disponibili all’indirizzo
https://invalsi-areaprove.cineca.it/index.php?form=risultati .