Lavoro Europeo, l’editoriale di Turi: La funzione istituzionale della scuola libera e laica
Su Lavoro Europeo, il Segretario generale Uil Scuola affronta il tema del PNRR.
Il PNRR è il piano finanziato dalla Ue che coinvolgerà le dinamiche produttive e di investimento del nostro Paese per i prossimi anni. Investimenti legati a capitoli di spesa che dovranno essere trasformati in elementi di riforma. Come è noto la Commissione Europea chiede espressamente un sistema di interventi di riforma per la P.A. e la Giustizia. Il sistema di istruzione deve solo seguire ed accompagnare l’intero processo riformatore dal pre–scuola dei nidi e dell’infanzia sino alla ricerca, passando per l’istruzione terziaria (accademica e non).
Una operazione di investimenti, che tocca sia gli aspetti infrastrutturali (edifici e reti), sia quelli più strettamente di sistema. In prospettiva, le risorse disponibili dovrebbero consentire un recupero degli squilibri dovuti ai tagli degli ultimi anni e colmare il divario strutturale tra le regioni del nostro Paese.
In questo contesto può leggersi il progetto dell’Istruzione Tecnica Superiore (ITS Academy) che si prefigge di realizzare il collegamento scuola–lavoro riponendo (però) nelle mani delle imprese un pezzo di formazione che, invece, siamo convinti debba rimanere statale.
Il disegno di legge, in corso di esame in Parlamento, gli assegna ope legispresidenza e docenze, lasciando al Ministero dell’Istruzione compiti di mero coordinamento e finanziamento.
Una sorta di privatizzazione delle attività con soldi pubblici, con l’idea (per noi sbagliata) che l’impresa – da sola e con le sue regole – sia in grado di traghettare il paese nel futuro e nelle transizioni necessarie, da quella ecologica a quella digitale. Lo Stato non può abdicare al suo ruolo, il sistema di istruzione non è un ‘servizio’ da mettere sul mercato.
A ben guardare tra le righe del Piano, ci preoccupa la filosofia che sottende alcune scelte: l’idea di una Scuola di Alta Formazione non può essere letta in alcun modo come progetto di formazione di massa.
Se la formazione è condivisibile rispetto al reclutamento, ci sembra invece velleitario pensare ad una formazione globale, in servizio, diretta ad un milione di persone, gli esperti di formazione: docenti, dirigenti e personale tecnico e amministrativo.
I docenti hanno il compito di accompagnare le nuove generazioni verso il futuro, la loro funzione garantisce il formarsi di quel pensiero critico che consente ai giovani cittadini di essere liberi e di formare opinioni proprie.
La scuola ha una funzione istituzionale, non può essere piegata a elemento strumentale finalizzato alla produzione, ma bisogna creare le condizioni della mobilità sociale.
Nella storia del nostro Paese, le scuole di Alta Formazione sono state pensate e realizzate per formare il segmento alto della burocrazia. La scuola deve essere messa al riparo dalle burocrazie, vecchie e nuove.
Per migliorare i modelli culturali è indispensabile una scuola libera, laica che insegni a pensare con senso critico, non ad eseguire. Ogni riforma che guardi al progresso deve essere basata sul coinvolgimento di chi deve attuarla. L’esperienza ha già mostrato che modelli calati dall’alto, per via autoritativa o punitiva, sono destinati a fallire.
«L’arte e la scienza sono libere, e libero ne è l’insegnamento» sancisce l’art.33 della Costituzione. È esattamente questo il punto da cui partire per ogni piano di interventi che guardi con onestà intellettuale e rigore alla scuola e al suo personale.
Pino Turi – Segretario generale Uil Scuola