Metodi della pubblicità applicati alla maturità. L’ultimo scivolone del ministero.

La scuola non è un’agenzia pubblicitaria
Gli studenti hanno riferimenti solidi nei loro insegnanti.

Nella memoria socio politica di questo paese il maestro Manzi è il divulgatore che tutti ricordiamo.
Pochi ricordano però con quanta preparazione e rigore professionale preparasse le sue lezioni. Seguiva un preciso criterio didattico e un metodo, perché ciò che sembra semplice è sempre preparato bene prima.

Si racconta che, quando si presentò in Rai per iniziare le lezioni gli fu consegnato un copione per le lezioni.
Il Maestro Manzi prese il copione lo buttò via dicendo: il docente sono io e so come insegnare.
Nessun copione per lui, nessuna controfigura. Questo lo rese unico.

In questi giorni il MI, attiva una serie di lezioni, per fare quello che i ragazzi chiamano il ripassone in vista della maturità.
Ora, i ragazzi da sempre studiano insieme per la maturità ma lo fanno sulla base di quanto hanno studiato, appreso dalle lezioni de loro insegnanti. Non c’è un copione adatto a tutti. Nessun professore è uguale ad un altro. Nessun alunno dovrebbe studiare senza guida critica.

Invece si procede offrendo pacchetti didattici. Preconfezionati dai divulgatori. Nessuna considerazione per tutto il lavoro fatto dagli insegnanti negli anni precedenti all’esame, o prima della pandemia.

L’esame è l’epilogo di un percorso. Un momento che è personalizzato. E’ una verifica finalizzata ad un obiettivo preciso: insegnare all’allievo un metodo che lo porta ad istruirsi sulla singola materia e su un lavoro interdisciplinare organizzato dal consiglio di classe.

Le decisioni di queste settimane, ognuna presa in una direzione diversa e disorientante, ci preoccupano non poco su come si possa intendere la scuola e l’insegnamento.

Un cambio di metodologia induce disorientamento, specie per coloro che hanno studiato duramente per tutto l’intero ciclo di studio.  Forse servirà a chi improvvisa.

Si potrebbe sorridere, se non fosse drammatico, di uno studente che alla maturità, davanti alla commissione composta dai suoi professori, rispondesse alle domande, non sulla base di quanto appreso, ma dicendo l’ha detto la televisione, ho fatto il ripassone digitale.

Fortunatamente i docenti saranno vigili ed attenti, professionali come sempre, e soprattutto in questa fase non abbandoneranno i loro alunni e il lavoro fatto insieme.


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