No alla regionalizzazione: l’impegno della Confederazione a sostegno della raccolta delle firme
La UIL ha preso chiara posizione, rappresentando preoccupazioni e timori di una riduzione dei diritti sociali, nei confronti della regionalizzazione che alcune regioni (Emilia Romagna, Veneto e
Lombardia) propongono con il nuovo modello di autonomia differenziata.
Diverse categorie, più direttamente coinvolte in tali processi, hanno assunto iniziative specifiche di analisi e di contrasto ad una deriva che mina le basi della nostra democrazia ignorando volutamente i principi costituzionali di unità nazionale.
Tra queste la FEDERAZIONE UIL SCUOLA RUA ha avviato, insieme alle altre organizzazioni sindacali della scuola, una sottoscrizione diffusa online e in cartaceo che coinvolge i lavoratori del
settore, le famiglie e l’intera società civile contro il rischio di differenziare l’offerta formativa.
Con la trasformazione di questo disegno in realtà si perderebbe il valore della politica nazionale sull’istruzione che, invece di rispondere al Parlamento, attraverso il Governo ed il
ministro, vedrebbe il “controllo politico “ del Consiglio regionale.
L’autonomia differenziata prefigura, infatti, anche organici del personale calcolati in base a parametri discrezionali, divieto di mobilità territoriale da una regione all’altra, retribuzioni e organizzazione del lavoro differenti facendo venire meno anche il ruolo della contrattazione nazionale, oltre che programmi e materie di insegnamento.
Anche l’impatto dell’azione sindacale nazionale verrebbe meno mentre gli effetti sugli strati più ampi della popolazione che in ogni momento della vita si avvantaggiano delle pari opportunità di accesso all’istruzione e alla formazione ne risulterebbero limitati.
In un colpo solo si arriverebbe all’azzeramento della mobilità sociale a cui la scuola ha dato un senso particolarmente importante, consentendo ai più deboli economicamente di arrivare, come dice la Costituzione, ai più alti livelli di studio e , di conseguenza, alle professioni.
Ciò ci induce ad attivare un’azione sindacale confederale che vuole essere anche culturale e di valenza politica significativa.
Nota firmata da Pino Turi e Pierpaolo Bombardieri.