Scuola, come funziona nel resto d’europa

L’Europa, nel bene e nel male, costituisce ormai lo spazio in cui  le scelte politiche nazionali collocano i propri effetti. E’ quella la sede in cui anche l’Italia deve avanzare i suoi modelli, superando l’atavica deriva esterofila che storicamente  la caratterizza.
La presenza nelle istanze europee, oltre che rappresentare una tradizione della scuola Italiana che ha dato e da ancora risultati buoni, contribuisce alla crescita culturale dell’Europa che tanto ha avuta da imparare dalla scuola Italiana.
Non si capisce, quindi, perché non affermiamo con decisione il nostro modello di scuola-comunità educante che si presenta come un’ alternativa valida proprio ora che si parla di sviluppo sostenibile.
E’ necessaria la nostra presenza nelle istituzioni europee che, pur essendo percepita spesso in modo negativo, serve ad aiutare i Paesi a mantenere in alcuni ambiti la propria individualità.
Questo è tanto più vero proprio nel settore dell’istruzione dove le soluzioni organizzative, i contenuti e le modalità di fruizione, nonché il ruolo assegnato alla scuola variano in modo sensibile.
Il modello italiano e la concezione della scuola come funzione dello Stato, fedele al dettato costituzionale,  e non come mero servizio per il cittadino si distingue, pertanto, dai restanti sistemi scolastici europei (come emerge dalla descrizione offerta nell’articolo disponibile nel link ) che, a nostro parere rappresenta una felice anomalia nel panorama scolastico europeo.


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