Turi: il premio deve sottolineare il loro ruolo fondamentale

E’ importante che si parli di una funzione come quella dei docenti che deve affrontare grandi sfide e molte volte anche in solitudine. E’ bene che se ne parli e si capisca che bisogna dare supporto e valorizzare i docenti che, con il loro esempio, danno le dovute motivazioni ai propri allievi e producono i veri cambiamenti delle rispettive comunità scolastiche. Ci battiamo e continueremo a farlo per ritornare alla ‘scuola comunità’ e non alla ‘scuola servizio’ da valutare con il metodo di mercato.

Conoscere i nomi dei docenti finalisti del Premio Nazionale Insegnanti (*), gemellato con Global Teacher  Prize di Dubai, desta sensazione e conferma agli 11.000 partecipanti che non si trattava di uno concorso fasullo, visto che si erano perse le tracce della procedura enfaticamente annunciata.

E’ importante che si parli di una funzione come quella dei docenti che deve affrontare grandi sfide e molte volte anche in solitudine. E’ bene che se ne parli e si capisca che bisogna dare supporto e valorizzare i docenti che, con il loro esempio, danno le dovute motivazioni ai propri allievi e producono i veri cambiamenti delle rispettive comunità scolastiche.

Proprio per questo noi ci battiamo e continueremo a farlo per ritornare alla ‘scuola comunità’ e non alla ‘scuola servizio’ da valutare con il metodo di mercato, in una sorta di competizione perenne come quella che lo stesso mercato induce a perseguire.

Il premio al miglior docente non deve, infatti, fare dimenticare che una comunità si evolve e si modifica in senso positivo solo se lo fa con la maggioranza dei propri componenti.

Questa sorta di competizione a premi, se serve a rilanciare il ruolo della scuola e dei docenti che quella comunità dovranno orientare fuori dall’omologazione comunicativa, sarà utile. Se viceversa, verrà realizzata per impressionare ed attrarre l’attenzione di una comunità assuefatta ai Talent e ai messaggi promozionali, sarà fortemente negativa, se si limiterà a seguirne la deriva.

I circa 700.000 docenti della scuola statale italiana si attendono fatti ed atti di  concreta attuazione che diano le condizioni alla maggior parte di loro di svolgere efficacemente il loro lavoro, anche fuori dalla ribalta mediatica che potrebbe suscitare delusione come quella che prova di solito  chi,  partecipando  alla lotteria,  non vince.

Fortunatamente la scuola, il rapporto tra persone, docenti, personale ATA, dirigenti, alunni, famiglie non è una lotteria e, per evolvere, essere utile ed efficiente,  deve organizzare ed realizzare  un duro lavoro di squadra in cui oltre al fuoriclasse siano ben presenti quelli che tutti i giorni, con  il loro silenzioso lavoro,  fanno emozionare i propri alunni nel seno della loro comunità.

Cinque donne e cinque uomini: questi i finalisti del Premio Nazionale Insegnanti

Annamaria Berenzi dell’Istituto tecnico Castelli di Brescia

Riccardo Canesi dell’Istituto superiore Zaccagna di CarraraLorella Carimali del Liceo scientifico Vittorio Veneto di Milano

Gianluca Farusi dell’Istituto tecnico Galilei di Avenza

Daniela Ferrarello dell’Istituto professionale Karol Wojtyla di Catania

Marco Ferrari del Liceo Malpighi di Bologna

Consolata Maria Franco, docente presso l’Istituto penale minorile di Nisida

Dario Gasparo dell’Istituto comprensivo Valmaura di Trieste

Maria Lina Saba dell’Istituto tecnico Fermi di Pontedera

Antonio Silvagni dell’Istituto superiore Leonardo Da Vinci di Arzignano

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