Turi: la scuola della Repubblica può e deve educare.

Ricordare vuol dire non incorrere negli stessi errori.
Evento particolare: cade a 70 anni dalla promulgazione della nostra Costituzione a 80 dalla promulgazione leggi razziali

Quello di Gorizia è un appuntamento che si rinnova da molti anni. Una tradizione importante che ribadisce il nostro impegno a non dimenticare: solo ricordando il passato si può difendere il futuro.

Quest’anno le celebrazioni per il giorno della memoria assumono una rilevanza particolare anche perché cade a 70 anni dalla promulgazione della Costituzione e 80 anni dalle leggi razziali del 1938.

Così Pino Turi nel corso del suo intervento al Teatro Giuseppe Verdi di Gorizia in occasione della manifestazione promossa dalla Uil Scuola in collaborazione con l’Irase, il Comune e la Prefettura di Gorizia.
Una cerimonia che pone al centro il ruolo educativo della scuola, e che prevede anche la partecipazione delle scolaresche degli istituti della provincia e la consegna dei riconoscimenti ai familiari delle vittime della Shoah.

La nostra scuola ha avuto ed ha un ruolo che spesso dimentichiamo o sottovalutiamo – ha detto Turi – di comunità inclusiva, soggetto attivo, fatto di persone per le persone, di esperienze e di professionalità mirate alla diversità che caratterizza ogni persona.
Voglio pensare – ha sottolineato – che molti fenomeni di terrorismo non siano accaduti in Italia anche per merito del nostro sistema di istruzione, dei nostri insegnanti, che sono stati capaci di creare spazi di dialogo, di confronto, di consapevolezza e cultura, svolgendo un ruolo di vera integrazione.

Quest’anno celebriamo i 70 anni della nostra Costituzione – aggiunge il segretario della Uil Scuola – i cui principi restano validi e di assoluta attualità. Ciò vale anche per la scuola, quella che vogliamo, quella che l’Italia ha la fortuna di avere: una scuola laica, di tutti, per tutti, che è funzione dello Stato e non a servizio dello Stato. Una scuola libera, che liberamente insegna a pensare pensata e scritta dai padri costituenti che avevano negli occhi e nella memoria gli orrori della guerra, del fascismo e del nazismo che l’avevano determinata.

La Uil Scuola in molte occasioni ha precorso i tempi: gli appuntamenti qui a Gorizia lo dimostrano, ma ancor più, lo testimonia il fatto di aver messo al centro della propria azione la libertà degli individui che 80 anni fa sono stati trasformati in numeri, una spersonalizzazione che sotto altre forme si può ripresentare.

Scuola bene prezioso che conduce a coesione e crescita sociale

Le leggi razziami del ventennio si poterono promulgare solo perché  furono sostenute collettivamente: intellettuali e docenti universitari firmarono il manifesto per la razza, gli stessi che giurarono fedeltà al regime fascista. Solo dodici docenti universitari si rifiutarono di prestare il giuramento.
Non è un caso che la scuola sindacale UIL Scuola,  sia intitolata a Piero Martinetti, uno dei professori, unico ad insegnare filosofia, che dissero no alle leggi razziali. Figure ricordate come eroi, al punto che solo dopo 80 anni si vogliono   loro dedicare delle strade,  per il coraggio  avuto e per le conseguenze della loro decisione quando il dissenso era proibito.

Siamo convinti che celebrare il giorno della Memoria sia il modo principale per dare consapevolezza del valore assoluto della libertà e rafforzare l’impegno contro ogni forma di totalitarismo e autoritarismo.
Ricordare, raccontare, educare alla diversità e al rispetto sono gli strumenti di una società aperta e pacifica per evitare il rischio di  nuove spersonalizzazione che trasformi i cittadini in “consumatori anonimi”, numeri da affidare ad algoritmi, al mercato e al profitto .


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