Turi: non ci sono furbetti nella scuola
Le misure della PA mal si applicano al sistema di istruzione che è basato su libertà e partecipazione. L’attività amministrativa ne rappresenta solo una parte. Non servono controlli ma misure concrete per risolvere i problemi più urgenti. Sarà sciopero il 17 maggio
La dirigenza scolastica è diversa da quella amministrativa, come stiamo dicendo da tempo. La scuola, l’istruzione e l’università sono aree di libertà di partecipazione che non vanno viste nell’ambito della mera attività amministrativa che ne rappresenta la minima e marginale parte – commenta il segretario generale della Uil scuola, Pino Turi.
In presenza di un grande sciopero che il mondo della scuola sta promuovendo – aggiunge – si utilizza questa polemica per non parlare dei problemi che vanno risolti presto, nelle scuole: il finanziamento del contratto scaduto per tutto il personale; creare le condizioni di buon funzionamento delle segreterie scolastiche; risolvere il problema del precariato che nella scuola è diventato cronico e impedisce il buon funzionamento.
Sono queste le due questioni sollevate dal provvedimento sulle rilevazione biometriche – ribadisce Turi.
Siamo in presenza di un Governo confuso e senza idee che rispolvera provvedimenti del passato, pensando con la repressione e i controlli, si possano risolvere i problemi di efficienza della P.A. e del paese.
Parlare di furbetti nella PA e inserire dentro anche i dirigenti scolastici, serve a dividere, e oscurare l’attualità che ci segnala casi di controversa amministrazione regionale: dallo scandalo dell’Umbria a quello del Veneto.
La scuola è una delle istituzioni che meglio ha retto in questo paese e che ha bisogno di avere supporti e solidarietà della società civile – sottolinea Turi – quella società civile che in questi giorni sottoscrive, nelle città, in modo convinto, il documento che i sindacati della scuola stanno proponendo contro la regionalizzazione per garantire alla scuola libertà, partecipazione e democrazia.
Tutti valori che mal si conciliano con telecamere, controlli biometrici e burocrazie gerarchizzate.
Lo ribadiamo, la dirigenza scolastica va definitivamente esclusa da quella amministrativa.
Nell’ultimo contratto, abbiamo rimesso questa funzione nella comunità scolastica, che al suo interno deve determinare le azione di autogoverno che le diano quella dignità e funzione che la Carta costituzionale ha scolpito e indicato.
Il prossimo 17 maggio tutta la scuola e il mondo educativo sarà in piazza per rivendicare diritti e prerogative che si vogliono ottusamente ignorare.