Uil, tra 150 e 180 mila i supplenti quest’anno. Turi, serve Governo con chiara visione che parta dal rilancio
(ANSA) – ROMA, 21 AGO – “Il comparto scuola che proprio ad
agosto mette in fila le azioni per affrontare un nuovo anno
scolastico, si trova nel guado di una crisi dovuta alla mancanza
di docenti ed ATA stabili. Con il governo in carica, avevamo
trovato un accordo di programma per la scuola, a partire
dall’emergenza supplenze che configura una soluzione alla piaga
del precariato. Una forma di sfruttamento che non dovrebbe
essere consentita allo Stato che deve, invece, garantire i
diritti dei suoi cittadini. Il prossimo anno si prevede un nuovo
record che e’ aggravato da quota 100 e da una colpevole
incapacita’ di programmazione a cui con il decreto che e’ nel
limbo del “salvo intese” si dava alcune risposte sia pure
tardive. Bisogna dire che gli effetti del decreto si avrebbero
per il prossimo anno scolastico, per cui e’ gia’ tardivo”. Lo
afferma il leader della Uil Scuola, Pino Turi.
“Nel decreto era compresa anche la proroga del concorso 2016
per cui se non si vara il decreto il numero dei posti che non
saranno coperti in maniera stabile aumentera’ notevolmente. Sono
docenti abilitati che hanno superato anche un concorso ma per i
tempi e le scelte della politica resteranno ancora al palo.
Certamente la procedura di infrazione che l’UE sta a gia’
adottando sara’ ancora piu’ duro anche in termini economici di
multe e risarcimenti per i lavoratori”, prosegue il
sindacalista.
I numeri, per la Uil scuola, sono indicativi dell’emergenza:
si prevedono tra 150.000 e 180.000 il numero di supplenti a cui
dover fare ricorso per consentire l’apertura delle scuola il 1
settembre, con l’aggravante che le graduatorie, sia per le
supplenze che per i ruoli sono, in alcuni casi, esaurite e di
dovra’ fare riferimento alle cosiddette messe a disposizione, di
docenti “improvvisati”. “Noi abbiamo apprezzato nel discorso del
Presidente Conte il passaggio a noi caro che per la scuola
bisogna prestare attenzione a come si impara e non a cosa si
impara: una chiara declinazione che la Scuola e’ una funzione
dello Stato e non un servizio a domanda. L’unica maniera per non
essere condannati ad una generazione di consumatori di beni e di
propagande politiche. Insomma serve un governo con una chiara
visione che parte dal rilancio della scuola che la costituzione
affida direttamente allo stato e noi lo rivendicheremo e lo
incalzeremo alle proprie responsabilita'”, conclude Turi.
(ANSA). VR 21-AGO-19 13:33 NNNN