Turi: nell’I Care di Barbiana le radici del nostro modello di scuola
‘I CARE’ DI DON MILANI SIA MOTTO DELL’EUROPA:
COSÌ LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA, URSULA VON DER LEYEN
Sono i temi che abbiamo proposto anche al ministro Bianchi.
La direzione di marcia è quella dei valori non quella del mercato.
Il modello italiano di solidarietà, di istruzione inclusiva, di responsabilità verso le future generazioni richiamato dall’Europa – osserva Pino Turi sottolineando l’esortazione di questa mattina della presidente Von Der Leyen sull’I Care di Don Milani.
Nel 2017, proprio a Barbiana – ricorda Turi – abbiamo fatto una iniziativa nazionale insieme agli altri sindacati per una ‘Scuola aperta per tutte e tutti’. Il nostro manifesto di allora lo definisce in chiave di modernità.
Non è un caso – aggiunge il segretario generale della Uil Scuola – che i principi in esso contenuti siano gli stessi che abbiamo riproposto anche al ministro Bianchi.
Ancora una volta dobbiamo capire e saper riconoscere che la nostra cultura, punto di forza del nostro modello, rappresenta un esempio per gli altri paesi europei. Dobbiamo realizzare tutti che per la scuola nazionale di questo Paese, occorre investire tutte le risorse disponibili del Next generation UE e guardare, rispetto ai temi dell’istruzione, al Piano Nazionale in una ottica non di sudditanza ma di confronto utile rispetto a sistemi scolastici che non hanno le nostre radici culturali.
La direzione di marcia, per utilizzare le parole di Barbiana, è quella dei valori – sottolinea Turi – non quella del mercato.
La scuola è luogo di libertà e non di omologazione, La comunità educante si rafforza con l’autogoverno, con la democrazia, con la partecipazione e la condivisione. Ci sono voluti mesi per capire che gli interventi devono essere molteplici e diversificati. Se la scuola riparte, riparte il Paese ma è importante il modo: il modello culturale di riferimento e il modello di scuola a cui si guarda. Ce lo chiede l’Europa perbacco.
Von der Leyen: ‘I care’ di don Milani sia motto dell’Europa
Torino, 6 mag. (LaPresse) – “A pochi chilometri da Firenze c’è un villaggio chiamato Barbiana.
Su una collina c’è una piccola scuola dove negli anni ’60 un giovane maestro, don Lorenzo Milani, scrisse due semplici parole su un muro, in inglese, ‘I care’. Disse a quegli studenti che quelle parole erano le parole più importanti da imparare.
Significa ‘io mi assumo la responsabilità’ e quest’anno milioni di europei hanno detto ‘I care’ con le loro azioni, con volontariato, aiutando i vicini, oppure semplicemente proteggendo le persone attorno a loro in questi tempi di pandemia.
Questo deve essere il motto dell’Europa, ‘I care’, ‘we care'”. Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel discorso sullo Stato dell’Unione. “E’ la piu importante lezione che possiamo imparare da questa crisi, una lezione per l’Europa: ci importa delle persone piu deboli, dei nostri vicini, del nostro pianeta. E ci importa delle generazioni future”, ha aggiunto.