Maestra condannata, Turi: “Vicenda che palesa l’abbandono dei docenti”

“I docenti lavorano sempre a loro rischio e pericolo, questo è il problema, sono abbandonati al proprio destino. E la colpa è della burocrazia che sta asfissiando la scuola”. Il segretario generale della Uil Scuola Pino Turi ha espresso il suo parere a LaPresse sulla vicenda relativa alla condanna di una maestra trentina per omessa vigilanza.

L’episodio si è consumato a Trento. Durante la ricreazione, in un parco adiacente la scuola, un bambino è stato ferito da una manciata di sassolini lanciati da un compagno di classe. Secondo la Corte d’Appello di Trento la responsabilità dell’accaduto è da ritrovare nella maestra che avrebbe dovuto “prevenire e verificare l’idoneità del luogo ed evitare situazioni pericolose”.

Qualche mese fa un’insegnante di Prato è stata messa alla gogna per aver portato i bambini al parco per una lezione all’aperto – aggiunge Turi –. Episodi come questi fanno capire in che clima si lavora nella scuola”.

La maestra trentina è stata condannata a due mesi per lesioni colpose, conseguenza giuridica dell’omessa vigilanza, al pagamento di 5 mila euro a titolo di provvisionale da versare ai genitori della piccola vittima oltre alle spese di giudizio sostenute dalla parte civile.

“Il corpo docente è chiamato a sorvegliare gli alunni, com’è giusto che sia, completamente solo – conclude Turi -. Il dovere di vigilanza è sacrosanto e nessuno lo mette in dubbio. Si contestano le modalità di espletamento del compito, i rapporti sproporzionati docenti-alunni e il fatto che il rischio è sempre a carico del lavoratore. Questa è la realtà che purtroppo è sempre diversa dalla narrazione”.


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