Cinema e Immagini per la Scuola: al via i bandi da 54 milioni di euro per l’anno scolastico 2022/2023
Insegnare e far conoscere la Settima Arte nelle scuole. È questo il frutto della convergenza (in questo caso fruttuosa) tra il Ministero dell’Istruzione e il Ministero della Cultura. Il 3 marzo alla Casa del Cinema, nel cuore di Villa Borghese, è stato presentato infatti il Piano nazionale 2022-23 Cinema e Immagini per la Scuola: bandi da 54 milioni di euro che hanno l’obiettivo di potenziare il linguaggio cinematografico e audiovisivo nelle scuole di ogni ordine e grado.
I tre bandi saranno pubblicati sulla piattaforma cinemaperlascuola che sarà aperta il prossimo 14 marzo.
«Grazie al nostro Piano la storia del cinema e del linguaggio audiovisivo entrano sempre più a pieno titolo nell’offerta formativa scolastica come strumenti educativi, ma anche come mezzi da utilizzare nei percorsi curriculari», ha spiegato il sottosegretario per la Cultura Lucia Borgonzoni durante la conferenza stampa.
Non si tratta soltanto di far conoscere la Seconda Guerra Mondiale attraverso l’occhio dei padri del neorealismo, o di far immergere gli studenti nella poesia guardando L’Attimo Fuggente con Robin Williams. Il Piano è frutto della Legge Cinema del 2016 che si propone l’obiettivo di facilitare l’apprendimento delle materie inerenti il cinema e di potenziare le conoscenze a riguardo di studentesse e studenti, affinché acquisiscano strumenti adatti a padroneggiarne le tecniche e i media di produzione e diffusione delle immagini e dei suoni, in sinergia con gli insegnanti e i professionisti del settore.
«Iniziative come questa possono accrescere la consapevolezza dei giovani sull’uso corretto dei dispositivi audiovisivi e rappresentano anche un’opportunità di scoprire un talento, una vocazione che li possa aiutare a individuare il percorso didattico e formativo più adatto a loro. Il fatto che si riparta con i bandi dopo la tempesta pandemica è un altro segnale che, fortunatamente, ci stiamo lasciando alle spalle la fase emergenziale», ha affermato il sottosegretario per l’Istruzione Rossano Sasso.
Come sappiamo, il mondo dell’istruzione italiano ha tante urgenze e problematiche impellenti da risolvere ma di un’iniziativa del genere non si può che pensare tutto il bene possibile. In primis perché quando la scuola incontra una forma d’arte (qualsiasi essa sia) non può che uscirne qualcosa di significativo e utile per i cittadini del futuro. In secondo luogo, perché questo progetto potrebbe aiutare i giovani il cinema non è soltanto svago, divertimento o blockbuster americani, ma rappresenta ideali come impegno, curiosità e pensiero, veri e propri mantra della scuola d’altronde. Non solo. Grazie alle lezioni pratiche, ci potrebbe essere qualcuno tra gli oltre 7 milioni di studenti che ogni giorno animano le nostre scuole interessato immaginare come si crea e si muove la luce in un film, la fotografia, il sonoro o la scenografia.
L’Italia non sarà la prima in Europa a far entrare il cinema nelle scuole. In Francia, ad esempio, dai primi anni del Duemila è presente nei piani di studio fin dalle elementari la materia Educazione all’immagine, al cinema e all’audiovisuale. Al collège, più o meno l’equivalente delle nostre medie, gli alunni vengono guidati dagli insegnanti nella produzione di video, mentre alle superiori – sia licei che istituti tecnici – c’è addirittura un indirizzo specifico in cinema e audiovisuale da tre ore a settimana. E non è un caso che la media di età dei fruitori delle sale nel Bel Paese sia nettamente e tristemente più alta rispetto ai cugini transalpini.
E allora sì al cinema a scuola, ma rilanciamo: perché non unire a questa iniziativa la possibilità agli studenti e ai docenti di accedere – magari con pacchetti definiti per anno scolastico – gratuitamente alle sale cinematografiche?
La cinematografia è uno strumento che arricchisce, offre spunti, riflessioni e punti di vista differenti e inesplorati, ma soprattutto può e deve ricoprire di nuovo il ruolo di servizio. Servizio, come la sanità, come l’istruzione, guarda caso, un servizio che permette alimentare le persone nel miglior modo possibile: culturalmente.
Articolo Di Paolo Riggio