Ricci: “Ri-significhiamo la realtà. Le donne meritano il tempo giusto”

L’intervento della Segretaria Nazionale UIL Scuola Francesca Ricci all’Assemblea Nazionale del Coordinamento UIL per le Pari Opportunità.

“Le parole definiscono la libertà. Dare opportunità significa anche offrire il tempo giusto”. Così la Segretaria Nazionale Uil Scuola, Francesca Ricci, ha aperto il suo intervento nel corso dell’Assemblea Nazionale del Coordinamento UIL per le Pari Opportunità che si è svolta a Roma il 10 e l’11 maggio.

“Una proposta semplice: introdurre un Galateo delle ore. Abbiamo quello delle buone maniere, quello della tavola, ma se cercate quello delle ore non troverete niente – ha detto.
E’ un orario rispettoso di tutti? Si può fare diversamente? La scelta del tempo è fondamentale.
A scuola, ad esempio, la costruzione dell’orario è un momento decisivo. Definire un’ora piuttosto un’altra significa agevolare o sbarrare. Offrire comfort o mettere in difficoltà”.

Francesca Ricci cita la vicenda delle scienziate Katherine Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson che collaborarono negli anni ‘60 con la NASA sfidando il razzismo e tracciando le traiettorie per la missione Apollo 11.
“Erano donne, di colore e vivevano in ambiente interamente maschile – ricorda – Sono riuscite a cambiare la realtà, anzi, a ri-significarla.  Vivere in un quadro di riferimento che non ci corrisponde significa vivere da ospiti. Bisogna trovare il modo di dare un significato diverso a quello che diciamo e facciamo. Non sostituire, Ri-significare.
Questo lo so fare anche io, è copiare. Bisogna farlo per prime”.

“Penso vada del tutto fugata la teoria in base alla quale le donne ‘se liberate del peso dei figli’. lavorano” – ha detto ancora Ricci. Gli asili sono assolutamente necessari. E’ tema che non può essere smentito: oggi c’è posto per un neonato su quattro e le rette vanno dai 400 ai 700 euro mensili. La domanda è: gli asili sono edifici? O si deve pensare a chi ci lavora? E con quali contratti? Con quali garanzie?

Pensare alle infrastrutture – che “ora i soldi ci sono” senza guardare a come queste strutture funzioneranno, per quanto tempo, in risposta a quali bisogni significa non voler comprendere che – anche se c’è un asilo ma il lavoro non c’è, o precario, sottopagato, un asilo non basterà a fare decollare sicurezza, lavoro, consumi, a superare le disuguaglianze.
Gli asili senza educatrici, sono muri vuoti; senza lavoro stabile sono uno spostamento temporaneo di bambini.

Tempo, opportunità ma anche libertà chesi crea con un linguaggio nuovo, attraverso le parole. Le donne ne usano 20 mila al giorno; gli uomini si fermano a 7 mila. Dobbiamo diventare capaci di gesti in grado di creare una realtà e un tempo nuovi, e raccontarli con le 20 mila parole di cui siamo capaci.

 


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