Mattarella: scuola è di tutti, deve essere per tutti

I nuovi allievi di Don Milani sono i bambini senza scuola, nelle periferie, nelle zone di frontiera, nelle strade dei migranti. Dispersione e selezione sociale sono le grandi questioni aperte da superare. La scuola è ancora leva per contrastare la povertà. Compito della Repubblica è rimuovere gli ostacoli. Pensare al merito è dare opportunità a chi non ne ha. La scuola ha la forza liberante del sapere.


Guadagnare le parole – E’ una scuola che include quella di Don Milani, una scuola vivace, spiritualmente e culturalmente ricca perché fatta di parole condivise, di gesti pieni di significato, di rispondenze, che cerca uguaglianza e giustizia.


L’anno del Centenario – L’evento di Barbiana prende, nell’anno del Centenario della nascita di Don Milani, un respiro ancora più ampio. Alla Marcia si unisce l’appuntamento negli spazi della scuola che vede presenti gli alunni del ‘Priore’, autorità politiche e ecclesiali e il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
E’ l’inizio di un viaggio lungo l’Italia attorno ai temi della scuola, della costituzione e della politica, del lavoro e delle disuguaglianze sociali e della chiesa. In questo progetto la Uil Scuola Rua è nel Comitato del Centenario.


Cardinale Zuppi: La scuola non certifichi il demerito, difenda tutti. Bisogna strappare i ragazzi ad un destino già segnato.

Don Milani ci costringe tutti a venire ancora in questo ‘non luogo’ da dove capiamo i nostri luoghi. Barbiana è un piccolo universo che ci fa vedere tutti i luoghi dei bambini di sempre e di oggi, i figli delle tante Barbiana nascoste nelle case delle periferie o nei campi profughi, dove accettiamo crescano migliaia di bambini senza futuro e senza scuola.

Per cambiare le cose non serve innamorarsi delle proprie idee, ma bisogna mettersi nelle scarpe dei ragazzi di allora e di oggi, degli universali Gianni e non darsi pace finché non siano strappati da un destino già segnato.  E la sfida del futuro inizia nella scuola.
Sentiamo la ferita che le disuguaglianze sono aumentate in questi venti anni, come l’abbandono scolastico. Così il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI.


Rosy Bindi: la scuola ha un problema solo, i ragazzi che perde. Una scuola che non esclude nessuno non è utopia del secolo scorso.


La scuola in un paese democratico non può che avere un obiettivo: togliere discriminazioni e disuguaglianze. Merito è dare opportunità a che non ne ha.
Nella scuola di Don Milani istruzione e cultura erano fattori di uguaglianza e giustizia.
Faceva lezione di italiano leggendo il giornale o i contratti di lavoro. E ripeteva: chi non ha parola non ha potere.

Don Lorenzo Milani – ha detto la Presidente del Comitato per il Centenario – “ci sfida anche sul terreno della qualità della democrazia. Ai suoi allievi insegnava ad amare la politica, sinonimo di quel ‘I care’, contrapposto al ‘me ne frego’ fascista”, e le sue parole risultano di “straordinaria attualità, in un paese in cui l’astensionismo ha raggiunto livelli preoccupanti e il dibattito sulle riforme della Costituzione non mobilita l’attenzione che sarebbe necessaria”.

Dai tempi di don Milani “l’Italia è certamente cambiata, molti progressi sono stati fatti e molti diritti riconosciuti e conquistati. Ma resta vera la convinzione di don Lorenzo: ‘Chi non ha parola non ha potere‘.

Ed è facile immaginare a quali ‘sordomuti’ il maestro di Barbiana vorrebbe aprire le orecchie e sciogliere la lingua: i giovani precari e sottopagati, i pensionati in fila alle mense della Caritas, i lavoratori morti e feriti nei cantieri e nelle aziende, gli immigrati sfruttati nelle nostre campagne”.


Mattarella: Nella Costituzione la scuola è luogo di promozione, non di selezione sociale. La scuola in democrazia deve eliminare ogni discrimine.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Barbiana ,Firenze, in occasione del centenario della nascita di don Lorenzo Milani
(foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

“Nella sua inimitabile azione di educatore – e lo possono testimoniare i suoi “ragazzi,  ha detto il presidente della Repubblica nel suo intervento alla Scuola di Barbiana – pensava, piuttosto, alla scuola come luogo di promozione e non di selezione sociale. Una concezione piena di modernità, di gran lunga più avanti di quanti si attardavano in modelli difformi dal dettato costituzionale”.

Obiettivo della scuola è eliminazione differenze. L’insegnamento è una leva per contrastare la povertà

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Barbiana ,Firenze, in occasione del centenario della nascita di don Lorenzo Milani
(foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

“Il motore primo delle sue idee di giustizia e uguaglianza era proprio la scuola. La scuola come leva per contrastare le povertà. Non a caso oggi si usa l’espressione “povertà educativa” per affermare i rischi derivanti da una scuola che non riuscisse a essere veicolo di formazione del cittadino. La scuola per conoscere. Per imparare, anzitutto, la lingua, per poter usare la parola.

“Il mondo – diceva don Milani – si divide in due categorie: non è che uno sia più intelligente e l’altro meno intelligente, uno ricco e l’altro meno ricco. Un uomo ha mille parole e un uomo ha cento parole”.

Si parte con patrimoni diversi. Da questa ansia si coglie il suo grande rispetto per la cultura – ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia per il centenario della nascita di don Lorenzo Milani aggiungendo una nota di cronaca – “Don Milani cercava di instaurare l’abitudine a osservare le cose del mondo con spirito critico. Senza sottrarsi mai al confronto, senza pretendere di mettere a tacere qualcuno, tanto meno un libro o la sua presentazione. Insomma, invitava a saper discernere”.

“La povertà nel linguaggio è veicolo di povertà completa, e genera ulteriori discriminazioni. La scuola, in un Paese democratico, non può non avere come sua prima finalità e orizzonte l’eliminazione di ogni discrimine“.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Barbiana ,Firenze, in occasione del centenario della nascita di don Lorenzo Milani
(foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

La scuola è di tutti. La scuola deve essere per tutti.
Spiegava don Milani, avendo davanti a sé figli di contadini che sembravano inesorabilmente destinati a essere estranei alla vita scolastica: “Una scuola che seleziona distrugge la cultura. Ai poveri toglie il mezzo di espressione. Ai ricchi toglie la conoscenza delle cose”. Impossibile non cogliere la saggezza di questi pensieri. Era la sua pedagogia della libertà“.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Barbiana ,Firenze, in occasione del centenario della nascita di don Lorenzo Milani
(foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

‘Finché c’è fatica, c’è speranza’. Il suo ‘I care’ è divenuto un motto universale.
Il motto di chi rifiuta l’egoismo e l’indifferenza. A quella espressione se ne accompagnava un’altra, meno conosciuta. Diceva: ‘Finché c’è fatica, c’è speranza’. La società, senza la fatica dell’impegno, non migliora. Impegno accompagnato dalla fiducia che illumina il cammino di chi vuole davvero costruire. E a don Lorenzo ha percorso un vero cammino di costruzione”.


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