Introduzione della figura dello psicologo a scuola – MEMORIA UIL SCUOLA RUA
Il 20 febbraio si è tenuta alla Camera dei Deputati un’audizione Esame delle abbinate proposte di legge C. 247 Marrocco, C. 520 Di Lauro e C. 1108 Scarpa, recanti istituzione della figura professionale dello psicologo scolastico nelle scuole di ogni ordine e grado. Vi riportiamo il testo e il video dell’intervento della Segretaria Nazionale Uil Scuola Rua Francesca Ricci.
VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione
Camera dei deputati
MEMORIA UIL SCUOLA RUA
Signor Presidente, onorevoli Deputati,
permettetemi di ringraziare per l’invito a partecipare all’Audizione di oggi che si colloca nell’ambito degli interventi per garantire il benessere educativo e psicologico nelle scuole di ogni ordine e grado.
Il progetto al centro delle tre proposte di legge – pur in presenza di modalità, requisiti e impegni finanziari diversi – persegue una articolata serie di obiettivi che appaiono, dopo i più recenti fatti di cronaca, ancor più strategici e urgenti.
Se è compito degli insegnanti e della scuola realizzare tutte le condizioni per avere «ambienti di apprendimento responsabilizzanti e motivanti», può essere riferito alla figura professionale dello psicologo «il sostegno per fronteggiare situazioni di insicurezza, stress, ansia dovuta ad eccessiva responsabilità ma anche fenomeni di bullismo, cyberbullismo, disturbi alimentari e dipendenze, bisogni educativi speciali». Aree di intervento, tutte, messe al centro delle proposte di legge in esame.
Scendendo nelle pieghe dei testi, riteniamo utile andare a riprendere i punti che consideriamo nevralgici nelle proposte che andiamo analizzando, procedendo in ordine cronologico.
Partendo dalla proposta di legge AC247 non convincono le modalità operative contenute nell’articolo 2 in base al quale viene affidato al dirigente scolastico il ruolo di indirizzo e gestione.
Lo psicologo – secondo lo schema di legge – «opera alle dirette dipendenze del dirigente, riferisce al dirigente, su indicazione del dirigente convoca i genitori e organizza colloqui».
Appare ugualmente fuorviante il richiamo ad «una specifica sezione del contratto del comparto istruzione e ricerca», visto che si tratta di profili professionali completamente diversi, afferenti a due diversi comparti contrattuali e a due diversi ministeri di riferimento (Sanità e Istruzione).
Del pari, e in conseguenza diretta, non trova fondamento normativo la previsione di «un rapporto di lavoro con una durata di trentasei ore settimanali e la previsione di una retribuzione non inferiore a quella di un docente neo immesso n ruolo, incrementata solo a seguito di rinnovo contrattuale».
Ugualmente, la competenza esclusiva del reclutamento, in capo al MIM, appare come irrituale e inopportuna, trattando un servizio che ha attività e aree di intervento che, pur con finalità convergenti, non sono assimilabili a quelle del personale della scuola.
Quanto alla copertura finanziaria, che viene individuata nella Legge Finanziaria del 2015, nell’articolo che istituisce il Fondo per esigenze indifferibili, che si manifestano nel corso della gestione, con una dotazione di 25 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2016, possono essere fatte due osservazioni: la prima è la capienza; la spesa che si intende autorizzare è di 30 milioni per il 2023 e 60 milioni per il 2024.
La seconda è di opportunità. Hanno avuto finanziamenti da questo Fondo obiettivi tra i più diversi, tutti indifferibili: nel 2020 quelle connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19; nel 2019 per la proroga di termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica.
Più recentemente, nel gennaio 2023, in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi. Solo per fare alcuni esempi. Tutti non strutturali.
Passando alla proposta AC 520, appare correttamente inquadrata la figura dello psicologo come «professionista sanitario».
Vale la pena di ricordare – così come ripreso nel testo – quanto la questione dell’utilizzo della figura professionale dello psicologo ha riguardato, negli anni, ospedali, consultori, servizi per l’infanzia e l’adolescenza, comunità terapeutiche.
Oggi, dopo la pandemia, i cui effetti sono ancora evidenti, la necessità di un servizio di psicologia scolastica è stato posto con forza all’attenzione del legislatore statale.
La scuola non è più solo specchio ma filtro dei fenomeni della società. Ed è un sistema complesso nel quale la qualità delle relazioni è fondamentale.
Riteniamo impropria la definizione contenuta nella presentazione di questa proposta di legge quando afferma: «La scuola non può essere concepita come un mero produttore di didattica». Non solo non lo è, ma è un ossimoro pensare al concetto di produzione riferito alla didattica.
Siamo convinti che non si possono programmare gli interventi in ambito scolastico attraverso misure standardizzate, moltiplicate per prestazione.
A tale proposito è utile ricordare quanto accaduto in pandemia, con il ‘Decreto Rilancio’, e con l’intesa sottoscritta tra Ministero e sindacati per lo svolgimento in condizioni di sicurezza dell’anno scolastico 2020/21. Misure che hanno permesso di affrontare l’emergenza pandemica e avviare un primo sistema di assistenza e supporto psicologico. La presenza dei sindacati scuola, si è rivelata essenziale in un momento di massima criticità per le scuole e per il personale.
Nel 2020, a fronte di 331 milioni di euro impegnati a vario titolo per l’anno scolastico alle scuole, articolate in rete, furono destinati fino a 4.800 euro per il supporto psicologico. Una cifra che non è riuscita a coprire gli effettivi bisogni.
Giusto quindi riaffermare che «lo Stato deve essere più presente in questo settore.
È stata tracciata una direzione che però necessita nuovo slancio. (…)
Il graduale ritorno alla nuova normalità – secondo il progetto di legge AC 520, del novembre 2022 – dovrà essere accompagnato da un servizio di assistenza psicologica strutturato e non estemporaneo».
L’attività dello psicologo scolastico viene strutturata in modo partecipato e collegiale: «quando ciò è ritenuto necessario, può partecipare al collegio dei docenti, ai consigli di classe e ai ricevimenti dei genitori», svolge funzioni di consulenza nei confronti del dirigente e attività di supporto nei confronti degli alunni, dei docenti e del personale della scuola.
Per la copertura finanziaria degli oneri previsti, 40 milioni di euro l’anno, si fa riferimento al Fondo per interventi strutturali di politica economica, che, si rammenta, istituito nel 2004, grazie alle maggiori entrate pari a 2.215 milioni di euro, è stato subito ridotto di 2.000 milioni di euro per il 2005.
Venendo ai nostri giorni, questo fondo è stato inserito nel Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026 – che ha disposto (con l’art. 1, comma 166) che “Il Fondo per interventi strutturali di politica economica è incrementato di 14 milioni di euro per l’anno 2025; 42 milioni di euro per l’anno 2026; 171 milioni di euro per l’anno 2027; 309 milioni di euro per l’anno 2028; 390 milioni di euro per l’anno 2029; 464 milioni di euro per l’anno 2030; 131 milioni di euro per l’anno 2031 e 145 milioni di euro per l’anno 2032.
La copertura finanziaria della legge, si avrebbe quindi – attingendo interamente dal Fondo – soltanto a partire dal 2026.
«I tempi sono maturi – si legge nella presentazione della proposta di legge AC 1108 – per orientare il legislatore e il Governo ad adottare norme e politiche per il riconoscimento ai cittadini di ‘diritti psicologici’ connessi al pieno sviluppo della persona umana e al benessere individuale e collettivo».
Il pieno sviluppo dell’individuo è nei diritti fondamentali della Costituzione che affida allo Stato il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine sociale ed economico che lo impediscono.
Nel nostro Paese «l’accessibilità agli strumenti di supporto psicologico è ancora un problema da risolvere». Solo un decimo dei richiedenti ha avuto accesso al ‘bonus psicologo’.
In questa proposta il servizio è erogato tramite sportello dedicato ed è composto da un team interdisciplinare, che opera su bisogni diversi (dai disturbi del comportamento alimentare alla disforia di genere, alle dipendenze) che opera alle dirette dipendenze dell’Ufficio Scolastico Regionale in stretta collaborazione con il consiglio di istituto e con il dirigente scolastico.
Il collegamento con l’Ente regionale e con l’amministrazione decentrata ministeriale appare opportuno, quanto a mezzi e strumenti. Più delicata la questione della trasparenza amministrativa, del reclutamento e dell’organizzazione concreta del servizio negli istituti scolastici.
Virata molto verso la dimensione regionale anche la previsione di un provvedimento interministeriale (Istruzione/Sanità) d’intesa con la Conferenza Unificata.
Elemento che nell’attuale fase di lavori parlamentari sull’autonomia differenziata – che ci vede, come Federazione Uil Scuola Rua, nettamente contrari – desta preoccupazioni anche riguardo le ricadute sul lavoro.
In base a quanto definito in questo progetto di legge, infatti, è per «decreto» che vanno «disciplinati il numero dei componenti del team multidisciplinare, in proporzione al numero degli studenti iscritti a ciascun istituto scolastico, le funzioni, le mansioni e le specifiche competenze professionali, i titoli di accesso e le modalità di reclutamento, nonché l’inquadramento contrattuale dei componenti medesimi».
Da riaggiornare il protocollo d’intesa tra MiM e Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi del 2020.
Nessun cenno alla contrattazione, né al confronto. Né nel comma 5, né in altre parti della proposta di legge.
Nessuno riferimento allo sviluppo di corrette relazioni sindacali, né al confronto politico, amministrativo, interno alle scuole, per individuare le soluzioni possibili per il migliore apporto professionale della figura dello psicologo.
Chiediamo, pertanto, alla Commissione una integrazione nei testi, inserendo di incipit l’istituzione di un confronto permanente con le parti sociali per la definizione degli stessi progetti e per declinare, professionalità e responsabilità delle lavoratrici e dei lavoratori, all’interno dei contratti di comparto.
Quanto alla quantificazione delle risorse (30 milioni di euro per il 2023 e 60 milioni di euro dal 2024) e all’individuazione delle coperture (Fondo per le esigenze indifferibili, si vedano in merito le osservazioni relative all’AC 247) si ribadisce, la necessità di una strutturalità degli interventi in relazione agli obiettivi proposti.
Chiediamo a questa Commissione come intende intervenire per dare continuità alla progettualità, non limitandola ad interventi che rischiano di essere sporadici alimentandone la frammentazione.
La lezione che avremmo dovuto apprendere è che non si può agire sempre con piani di emergenza. Risulta dunque fondamentale – ex post e ex ante – definire il quadro degli interventi possibili, monitorare le esperienze in atto, rafforzare i percorsi che hanno già dato risultati positivi, cercare nuove soluzioni non solo sanzionatorie in quelle realtà che hanno maggiori criticità. Le misure destinate ad ambienti scolastici con esigenze differenti, daranno risultati che saranno diversi.
In conclusione, le potenzialità di questo inserimento sono evidenti. Il rischio che non possiamo correre è quello di introdurre nuove figure di sistema su un tessuto precario.
La via maestra è rappresentata dagli investimenti. La strada giusta non è tagliare le risorse per far quadrare i conti del bilancio, ma investire sulla scuola per garantire stabilità al personale interessato. Solo così si potrà risolvere questa criticità.
Un cambio di rotta che deve partire dalla consapevolezza che, senza la stabilizzazione del personale, si pregiudica la qualità della scuola e inevitabilmente le sorti delle nuove generazioni e, quindi, di questo paese.
Resta tutto da costruire il percorso di continuità e collaborazione professionale.
Ugualmente da rafforzare sono le relazioni sindacali, presenti oggi in sede di Audizione ma completamente assenti nel loro ruolo professionale di mediazione e proposta nei tre testi all’esame della Commissione parlamentare.
Roma, 20 febbraio 2023