Turi: dire no alla regionalizzazione significa continuare l’impegno per eliminare la 107
Dire no alla regionalizzazione significa continuare l’impegno per eliminare la 107 – ha detto Pino Turi nel suo intervento, durante la riunione di questa mattina, a Venezia. Hanno entrambe la stessa matrice neo liberista e perseguono gli stessi obiettivi: riduzione finanziaria, chiamata diretta, valutazioni burocratiche, elenchi provinciali, privatizzazione del sistema scolastico, finanziamenti scuole private, eliminazione delle Rsu, disintermediazione sindacale.
Il nostro dissenso rispetto questa impostazione è netto.Il nodo contrattuale – ha detto ancora Turi – è stato ripreso proprio in questi giorni dalla Ragioneria dello Stato. Quella che noi abbiamo definito “emergenza stipendiale” è diventato un bel promemoria per la politica. Una situazione di affanno che non può essere risolta nella normale dinamica del rinnovo dei contratti dei tre milioni di lavoratori del Pubblico impiego, ma merita l’individuazione di specifiche risorse che vadano ad attenuare il gap stipendiale interno e quello esterno con i colleghi europei.
Occorre istituire, già nel prossimo documento di programmazione economica, un capitolo specifico di spesa per l’adeguamento stipendiale dei lavoratori della scuola a cui si chiede tanto e si riconosce poco.
Qui di seguito il lancio dell’agenzia Ansa di ieri pomeriggio, che ha anticipato alcuni dei temi affrontati nel corso dell’Attivo unitario a Venezia.
Scuola: sindacati pronti allo sciopero contro stipendi bassi
8mila euro meno rispetto a Ue. Ragioneria, guadagnano meno in Pa
(ANSA) – ROMA, 27 MAR – Le retribuzioni degli insegnanti italiani sono le piu’ basse tra tutti i comparti pubblici: non solo. Rispetto ai colleghi europei, i docenti italiani hanno stipendi inferiori per 8 mila euro l’anno. Per questo i sindacati della scuola, da tempo impegnati in mobilitazioni da nord a sud, con le quali chiedono di iniziare le trattative per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro e con cui si oppongono al progetto di autonomia differenziata, minacciano concretamente lo sciopero.
E’ stata la Ragioneria Generale dello Stato a certificare, che le retribuzioni del personale della scuola erano in media nel 2017 pari a 28.440 euro con una perdita rispetto al 2008 di oltre 800 euro (erano di 29.280 in media nel 2008). Nel Conto annuale della Ragioneria dello Stato emerge anche che si tratta della retribuzione media piu’ bassa tra tutti i comparti pubblici; il dato risente del blocco dei contratti e dell’entrata nel settore di personale piu’ giovane con stipendi piu’ bassi. Rispetto all’anno scorso si e’ registrato comunque un incremento di circa 170 euro. Rispetto al 2011 la perdita e’ di quasi 1.900 euro.
“Il tempo – dice oggi Francesco Sinopoli, leader della Cgil scuola – e’ ormai scaduto. Il Governo crei le condizioni per aprire le trattative per il rinnovo di un Contratto nazionale di lavoro che ci avvicini all’Europa, abbandonando l’insano progetto della regionalizzazione del sistema di istruzione che porterebbe con se’ la territorializzazione dei diritti e delle retribuzioni. Al rinnovo del contratto si dovra’ necessariamente accompagnare il rilancio di una politica di investimenti in istruzione, formazione e ricerca, che riallinei il nostro Paese al resto d’Europa”. Sulla stessa linea Maddalena Gissi, leader Cisl Scuola: “Ci aspettiamo un segnale chiaro nel Def: diversamente sara’ difficile spiegare ai colleghi che non e’ arrivato il momento di scioperare per difendere le proprie retribuzioni e il potere d’acquisto, di andare in questa direzione ce lo stanno chiedendo i colleghi”.
“Il finanziamento del rinnovo del contratto è nelle rivendicazioni unitarie dei sindacati che, insieme alla questione del precariato, al rifiuto alla regionalizzazione del sistema scolastico, all’immissione nei ruoli dei docenti precari, alla semplificazione, mobilità e valorizzazione professionale degli ATA, rappresentano le rivendicazioni. Se dovessero rimanere inascoltate, sposteremo l’azione sindacale dalla mobilitazione alla protesta in ogni forma possibile. Nelle prossime ore avvieremo le procedure per la conciliazione che sono propedeutiche alle azioni sciopero vere e proprie”, incalza Pino Turi per la Uil.
La Gilda ha promosso una petizione online diretta al premier Conte in tutte le scuole d’Italia chiedendo la restituzione dello scatto ‘congelato’ e uno stanziamento adeguato di risorse economiche, cosi’ da recuperare il potere d’acquisto delle retribuzioni utilizzando anche i fondi della legge 107/2015.
(ANSA). VR/VR 27-MAR-19 16:10 NNNN