Turi: uscire presto da situazione di impasse
Ministro silente e vertici bloccati: ogni forma di decisione sospesa.
Scelte urgenti, da precari a contratto, attendono il sistema di istruzione.
Due accordi, tre ministri e al Miur non ci sono interlocutori in grado di assumere decisioni di gestione di una macchina organizzativa complessa come quella del sistema di istruzione nazionale. Tutto fermo, accordi sospesi, decisioni rinviate – osserva preoccupato il segretario generale della Uil scuola, Pino Turi- in attesa di una catena di comando che ha bisogno di essere definita, nella sua interezza.
I ministri hanno il diritto di costituire la migliore squadra possibile per realizzare i propri programmi, – ribadisce Turi – ma il vuoto che registriamo al Miur, aggravato dallo spacchettamento, non è più compatibile con i tempi della scuola e con i problemi che quotidianamente vanno risolti.
Il ministero già dall’era Bussetti – ricorda Turi – è in attesa di completare alcuni assetti di comando e di direzione, uffici dirigenziali generali, nazionali e territoriali.
Una partita ancora sospesa tra stop-and-go dovuti all’avvicendarsi di tre ministri in quindici mesi.
Fortunatamente il sistema di scuola dell’autonomia, con i suoi meccanismi di autogoverno, riesce a far fronte alla nomale gestione ed efficienza delle attività che attengono alla comunità scolastica.
Tuttavia è senza una direzione e, per la soluzione di problemi specifici, che non possono essere risolti dalla mera applicazione di leggi rigide, che per adattarsi alla realtà hanno bisogno di regole negoziali e di confronto – mette in evidenza il segretario Uil scuola – tutto viene rinviato per mancanza di interlocutori.
All’unico interlocutore concreto che è il ministro Azzolina – puntualizza Turi – chiediamo di fare in fretta e bene. Partire dalla convocazione dei tavoli già definiti a cui si aggiungono i problemi che inevitabilmente si presentano e si presenteranno nelle realtà complesse della scuola. Settore cruciale, che non può ricevere risposte né semplici, né semplicistiche, inseguendo slogan e propagande.
La cera si consuma e la processione non cammina dice un vecchio detto popolare. Il ministro agisca fuori metafora.