La psicologa Enza ferri: dopo Covid serve rinascimento istruzione per ‘futuro uomo nuovo’
Testo tratto dall’agenzia Adnkronos
Roma, 3 ago. (Adnkronos) – “A tutti noi, la calamità naturale globale ha rivelato due importanti fattori, il primo: la nostra fragilità come esseri umani, indeboliti fisicamente ed emotivamente, alienati dai veri bisogni umani, in corsa verso nessun dove. Il secondo fattore, al contrario, ha rivelato la potente forza della cooperazione: proteggere gli altri è proteggere se stessi e viceversa, secondo il principio che ‘gli altri siamo noi’. Partendo da questa realtà attuale, dovremmo tutti optare anche per un Rinascimento dell’Istruzione che formerà il futuro Uomo nuovo”. Ne è convinta la psicologa Enza Ferri, terapista dell’età evolutiva.
“Finalmente le classi scolastiche potrebbero essere di 12 studenti, con riadattamento degli spazi ed avvalendosi delle ‘graduatorie’ dei precari – spiega la psicologa – Anche gli Orientamenti educativi nazionali dovranno comprendere: l’Educazione Civica (abolita) e Ambientale, Educazione emotiva come conoscenza e stima di sé e la cooperazione, come alta forma di associazione umana. La formazione dei docenti dovrebbe essere permanente, secondo l’orientamento della Psicologia Cognitivo Comportamentale e della Mindfulness. Naturalmente il tutto veicolato per i bambini con svantaggi visto che, attualmente, il rapporto inquietante dei ragazzi con problemi è di uno a venti”.
“Vorremmo che fosse rivista anche questa modalità selettiva – sottolinea Ferri – Non esiste come causa la Sindrome da Deficit di Attenzione ed Iperattività (Adhd), è solo un effetto su bambini invalidati dal punto di vista evolutivo che esprimono, con una instabilità psicomotoria, lo stato d’allarme perenne in cui vivono a causa di conflitti familiari e grave incompletezza emotiva dei genitori… Per cui riteniamo, il continuare ad etichettare questi bambini senza creare strumenti adatti a risolvere alla radice il problema, un abuso grave sul minore. Riscoprendo i veri valori umani ci accorgeremmo che sono gli stessi preistorici, nonostante la tecnologia corra in modo reale: bisogno di protezione, considerazione, amore e di inclusione… Che cosa possiamo offrire noi genitori ai nostri figli? La vicinanza e il coraggio. Se avremo il coraggio di ribellarci al fatto che pochi singoli individui arricchiscano sulle calamità generali, come fanno con la guerra… allora trasmetteremmo il più alto di valori umani che è l’Umanità stessa”.
Secondo quanto spiega la psicologa, ”la costruzione della prima intelligenza nel bambino è senso-motoria ed il movimento stesso è vita in senso letterale. Il movimento non sviluppa solo l’apparato muscolo scheletrico, ma anche gli organi interni, apparati, sistema nervoso”. “Nessuno tra gli esseri umani ha tanto bisogno di movimento e compagnia quanto i bambini – aggiunge – I primi passi verso l’autonomia individuale si formano insieme agli altri bambini. La socializzazione, con l’ingresso nella Scuola dell’Infanzia è la porta d’ingresso per il futuro mondo di adulti, è un primo passo necessario, perché è soprattutto qui che si incontrano gli altri e si imparano le prime regole per dividere lo spazio, condividere i racconti, le esperienze, le attività, la merenda e le prime regole per giocare”.
“Il gioco tra bambini è il primo processo di apprendimento ed evoluzione mentale che, partendo dall’egocentrismo naturale, allena al coordinamento motorio, al confronto ed alla collaborazione, con la divisione dei ruoli sempre alternati, dove ognuno esprime la propria creatività – chiarisce Ferri – La socializzazione comincia quando il gioco di gruppo diventa simbolico e di imitazione. E’ in questa ‘simulazione di vita’ che i bambini imparano ad affrontare, ascoltare, comunicare e si allenano alla fiducia in sé”.
“La terza infanzia (6-11 anni) coincide con l’ingresso alla Scuola Primaria e rappresenta il secondo grande cambiamento nello sviluppo della vita affettiva e delle relazioni – aggiunge – E’ l’età in cui i bambini imparano sia a concentrarsi individualmente che a collaborare intensamente nelle attività di gruppo. E’ il periodo evolutivo in cui si impara la volontà, l’ordine, la morale, il senso di giustizia, il dialogo ed il confronto, la ragione delle cose. E’ per questo che i danni più gravi, a causa dell’isolamento Coronavirus, li ha subiti questa fascia di popolazione, che è come un cantiere di attività perenne per la costruzione psicofisica- emotiva e morale”.
“La stessa fascia di popolazione rappresenta il futuro – continua la psicologa – Secondo la ricerca svolta all’Ospedale Pediatrico Gaslini di Genova, dal 65 al 71% dei bambini ed adolescenti hanno subito danni psicofisici ovvero somatizzazioni dell’ansia, disturbi comportamentali, nella sfera emotiva e del sonno, irritabilità ed instabilità ed i più piccoli: regressione con ansia da separazione, paura del buio, inquietudine e pianto inconsolabile (che nel bambino piccolo equivale a sentirsi solo). I più severamente colpiti sono stati quelli che maggiormente percepivano lo stress dei genitori”.