Alternanza Scuola Lavoro: tutor ANPAL

Per la UIL va garantita la piena autonomia delle scuole. No ad interferenze ed incursioni di soggetti estranei nel campo della didattica e della libertà di insegnamento. Le selezioni vanno aperte anche agli insegnanti con esperienza specifica maturata sul campo.

L’accordo tra il MIUR e l’ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro) introdurrà in qualità di facilitatori delle pratiche di alternanza 250 esperti selezionati dalla stessa agenzia, sulla base di criteri che niente hanno a che fare con la scuola, a luglio 2017. Questi dovranno curare da quattro a cinque scuole ciascuno, con particolare attenzione a quelle che presentano “maggiore resistenza” al cambiamento.

Nell’ incontro svolto il 29 novembre 2017, a cui hanno partecipato Noemi Ranieri e Mauro Panzieri, dopo la terza richiesta formale delle organizzazioni sindacali, nessun dato è emerso circa la modalità con cui tali scuole sono individuate e su come viene operato il gemellaggio tra un tutor ed il gruppo di scuole a lui assegnato.

Le rassicurazioni fornite dal Miur e dall’Agenzia non mitigano i sospetti di azioni etero dirette finalizzate ad una interpretazione rigida della norma che non tiene conto di alcuni fattori che, ad avviso della UIL, avrebbero potuto favorire l’integrazione tra piani educativi per padroneggiare competenze trasversali come ad esempio il lavoro in team, il problem solving, la comunicazione necessarie ad un mercato del lavoro dinamico proiettato verso l’innovazione.

Il coordinamento delle attività tra scuole e imprese avrebbe dato utili vantaggi alla generalizzazione della ASL se maggiore assistenza e tempi più distesi ne avessero accompagnato la fase di prima attuazione.

La gradualità di un approccio che la UIL ha sempre chiesto e che la legge 107 entrata in vigore a luglio ha ignorato imponendo immediatamente a settembre un’attuazione a tappe forzate, che ha impedito, nei fatti lo sviluppo di processi di co-progettazione.

Tali errori non possono essere recuperati con azioni dirigiste che soffocano l’autonomia didattica ed organizzativa, con nuovi colpi all’autorevolezza dei docenti e della scuola che diventa ancellare di un mondo, quello del lavoro, che invece dovrebbe contribuire a sviluppare sul terreno politico, sociale ed economico.

L’obbligatorietà è altro elemento critico e va eliminata, favorendo il consolidamento di una cultura di integrazione proficua tra lavoro e istruzione, non confusa con avviamento o, ancor meno, con manovalanza a costo zero.

Occorre un patto forte per sostenere un approccio condiviso all’alternanza etica.

Per la UIL inoltre la decisione di assumere come facilitatori degli esterni paventa il timore che sia l’ottica dell’impresa ad avere un ruolo preminente sulla istruzione e sulla formazione. Per rafforzare la centralità della co-progettazione didattica sarebbe stato più utile e corretto partire dalle professionalità della scuola, con il riconoscimento della esperienza e delle competenze maturate dagli insegnanti in anni di applicazione dell’alternanza, sia nella fase sperimentale che in quella a regime, ben prima della 107.

Invece gli insegnanti sono stati esclusi ancora una volta. In attesa che il contratto ponga le condizioni per il riconoscimento delle professionalità, la UIL chiede che la selezione dei tutor venga riaperta affinché anche gli insegnanti con esperienza diretta possano partecipare.


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