Attuazione PNRR e Avvio Anno Scolastico 25-26, Pizzo (Uil) al Senato: “Tutti gli idonei vanno assunti, senza limiti ed eccezioni, rispettando l’ordine cronologico di graduatoria”

E’ necessario eliminare il limite del 30%. Assumere anche da GPS per posto comune e sostegno. Ribadiamo l’urgenza di trasformare l’organico di fatto in organico di diritto.

Il Segretario nazionale Uil Scuola Rua, Paolo Pizzo, è intervenuto nel corso dell’audizione al Senato dedicata alle disposizioni per l’attuazione del PNRR  e all’avvio dell’anno scolastico 2025-26. Di seguito il testo e il video del suo intervento.

AUDIZIONE 7ª Commissione Istruzione Senato

Disegno di legge n. 1445 – DL n. 45/2025 – Disposizioni per attuazione PNRR e avvio a.s. 2025/2026.

Memoria Federazione Uil Scuola Rua

Con riferimento alle Ulteriori misure per la riforma 1.1 degli istituti tecnici, Missione 4, Componente 1 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, contenuta nell’art. 1 del Disegno di Legge in esame, che apporta modificazioni al decreto-legge 23 settembre 2022, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 novembre 2022, n. 175, la Federazione UIL Scuola Rua ribadisce la netta contrarietà, come già fatto durante tutto il percorso legislativo del Decreto Legge 144/22, e ritiene che la mera calendarizzazione dell’applicazione della riforma non toglie alla stessa il fatto che si tratti di una riforma a costo zero, come ribadito anche in questo nuovo articolo 26 bis, che avrà delle ricadute negative sulla determinazione degli organici, sui carichi di lavoro del personale e sugli obblighi di formazione per i docenti.

Non è possibile che una così importante riforma, come quella degli istituti tecnici, il percorso di studio forse più importante della nostra filiera formativa, venga attuata senza un costante confronto con l’intero terzo settore.

Il passaggio da una sperimentazione, per alcuni versi fallimentare, al di là degli annunci del Ministero dell’Istruzione e del Merito, alla sua applicazione strutturale, come previsto da questo articolo aggiuntivo, non trova, a nostro parere, nessuna motivazione, se non quella di rispettare effimeri finanziamenti legati al PNRR.

Continuiamo ad essere contrari a qualsiasi riforma che tolga tempi di formazione distesi e il cui fine non può e non deve essere quello della formazione di “operai specializzati” per l’industria del nostro paese, correndo il rischio di introdurre meccanismi competitivi nel sistema educativo. La scuola non deve piegarsi alle logiche di mercato, ma promuovere il pensiero libero e critico. Iniziamo ad immaginare un’educazione-formazione che parta dalle conoscenze e che trovi, poi nelle competenze la naturale applicazione e non viceversa.

Rispetto alle Disposizioni urgenti per l’attuazione della riforma 2.1 del sistema di reclutamento dei docenti, Missione 4, Componente 1 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, contenute nell’art. 3 del Disegno di Legge in esame, con particolare riferimento:

  • alle modifiche da apportare alle graduatorie dei concorsi per il personale docente banditi a decorrere dall’anno 2023, che saranno integrate per un triennio con i candidati idonei che hanno superato la prova orale con il punteggio minimo, in misura non superiore al 30% dei posti messi a concorso;
  • alla creazione di un elenco regionale, aggiornabile annualmente, a decorrere dall’anno scolastico 2026/2027, per i candidati che hanno conseguito almeno il punteggio minimo previsto per il superamento della prova orale in un concorso bandito a decorrere dal 2020;
  • alla deroga ai termini per le assunzioni per l’a.s. 2025/2026, le quali saranno completate entro il 31 dicembre 2025, utilizzando anche graduatorie pubblicate dopo il 31 agosto 2025, ma non oltre il 10 dicembre 2025,

evidenziamo innanzitutto le criticità di un sistema di reclutamento che definiamo fallimentare, già denunciato in altre occasioni, che non è in grado di dare risposte concrete in termini di assunzioni.

Come risulta da un nostro studio analitico e dettagliato, negli ultimi otto anni, dall’a.s. 2016/17 all’a.s. 2023/24, su 530.965 posti autorizzati dal MEF per l’assunzione di docenti, solo 261.939 sono stati effettivamente coperti, corrispondenti al 49% del totale, nonostante la disponibilità, soprattutto negli ultimi anni, di strumenti come le GPS e le graduatorie degli idonei provenienti dai precedenti concorsi, che non sono stati sfruttati appieno come canali di reclutamento disponibili.

Inoltre, le azioni messe in campo dall’attuale Ministero in termini di assunzioni hanno finora penalizzato migliaia di docenti idonei quando la stessa Commissione europea, in più occasioni, attraverso risposte fornite direttamente agli stessi docenti idonei, ha chiarito che non vi sono vincoli specifici all’assunzione di insegnanti attraverso diversi concorsi nel contesto del PNRR, che non c’è l’imposizione di un sistema di graduatoria unico o un approccio di assunzione per tutti i concorsi e, infine, che la stessa Commissione non ha il potere di vigilare sui meccanismi di competizione interna che rientrano nelle competenze dello Stato membro.

In particolare, riteniamo utile ricordare che per le assunzioni dell’a.s.2023/24, l’attuale Ministero dell’Istruzione e del Merito, rispetto a quanto disposto negli anni precedenti, ha richiesto l’autorizzazione al MEF di soli 50.807 posti su 81.023 disponibili per l’assunzione dei docenti, accantonando 30.216 posti. Azione giustificata dallo stesso Ministero con l’esigenza di attivare con la massima tempestività le procedure autorizzatorie per l’emanazione dei bandi concorsuali finalizzati al raggiungimento degli obiettivi fissati dal PNRR. Un accantonamento dei posti non previsto dai bandi di concorso che decisamente contestiamo.

Ciò ha determinato, in alcune regioni, la mancata assunzione in ruolo dei docenti inseriti nelle graduatorie dei concorsi ordinari già esistenti dalle quali era possibile nominare gli idonei, per i quali, solo a partire dall’a.s. 2024/25 è stata prevista l’assunzione in subordine ai vincitori delle procedure concorsuali PNRR.

In quell’occasione, come Federazione UIL Scuola Rua, abbiamo fornito al Ministro una possibile soluzione, che non è stata presa in considerazione: assumere gli idonei del concorso 2020 della specifica regione e successivamente redistribuire i posti autorizzati nella stessa e non coperti per mancanza di aspiranti, tra le regioni che avevano esaurito il proprio contingente ma che disponevano ancora di cattedre vacanti e di idonei in graduatoria. Una soluzione sensata che avrebbe concesso la possibilità alle persone di poter progettare serenamente il proprio futuro contribuendo contestualmente a dare un nuovo slancio all’economia del paese.

Per quanto, invece, riguarda l’introduzione per il secondo anno consecutivo della deroga ai termini per le assunzioni, le quali saranno completate entro il 31 dicembre 2025, utilizzando anche graduatorie pubblicate dopo il 31 agosto 2025, ma non oltre il 10 dicembre 2025, riteniamo che tale provvedimento confermi ancora una volta l’inefficienza di una amministrazione che non è in grado di rispettare i tempi di conclusione delle procedure messe in atto,  che determina una mancanza di rispetto nei confronti dei docenti vincitori di concorso, che hanno il diritto di essere assunti con decorrenza economica dal 1° settembre dell’anno scolastico di riferimento, e degli studenti, che hanno il diritto di avere assegnato un insegnante per tutto l’anno scolastico. Invece, con questa norma, si introducono di fatto i contratti fino ad avente diritto, ad oggi non consentiti dal vigente Contratto Nazionale di lavoro, permettendo che un docente vincitore di concorso assumi servizio a dicembre, a trimestre/quadrimestre quasi terminato, con il conseguente licenziamento del docente supplente a sua volta nominato dalla graduatoria per le supplenze. Tutto a danno della tanto sbandierata continuità didattica che lo stesso Ministero contribuisce a non garantire.

Per cui, riguardo alle procedure assunzionali che saranno rideterminate dal provvedimento in esame, come Federazione UIL Scuola Rua riteniamo che debba essere eliminata la percentuale del 30% a favore di un piano assunzionale che riguardi tutti i docenti risultati idonei, ma che nello stesso tempo si garantisca il diritto di assunzione degli stessi rispettando non solo il punteggio acquisito nelle singole procedure concorsuali, ma anche in rispetto all’ordine cronologico di scorrimento delle graduatorie dei singoli concorsi sancito da disposizioni legislative precedenti, come il Decreto Legge 75/2023 (cosiddetto PA bis) che ha prorogato le Graduatorie del concorso ordinario 2020 sino al loro esaurimento.

In linea più generale, cogliamo l’occasione per ribadire ancora una volta che non è più rinviabile l’utilizzo delle graduatorie provinciali per le supplenze (Gps) di 1^ fascia, per posti di sostegno e posto comune, come ulteriore canale strutturale di assunzione per coprire i posti rimasti vacanti, una volta terminate le immissioni in ruolo dalle graduatorie ad esaurimento e da quelle concorsuali, così come si rende necessario eliminare l’anomalia della distinzione tra organico di fatto e organico di diritto che rappresenta una condizione anacronistica rispetto alla reale situazione nelle scuole italiane.

Un cambio di rotta che deve partire dalla consapevolezza che, senza la stabilizzazione del personale, si pregiudica la qualità della scuola e inevitabilmente le sorti delle nuove generazioni e, quindi, di questo paese.

Con riferimento, infine, all’art. 5 del Disegno di Legge in esame, Misure in materia di parità scolastica, accogliamo con favore l’introduzione delle nuove regole per le scuole paritarie, che prevedono l’adozione di un protocollo informatico e altre misure organizzative già in vigore per le scuole statali, l’attivazione al massimo una sola classe terminale aggiuntiva per ogni indirizzo di studio già esistente e la possibilità di uno studente di poter sostenere al massimo due esami di idoneità nello stesso anno scolastico, al fine di garantire maggiore trasparenza nel sistema dell’istruzione paritaria.

Evidenziamo che tale principio di trasparenza dovrebbe essere un elemento cardine per qualsiasi procedura, nel pubblico quanto nel privato, ed è per tale motivo che cogliamo l’occasione di denunciare che la stessa trasparenza non viene applicata, per esempio, per l’acquisizione dei titoli di specializzazione all’estero, che richiederebbe la stessa attenzione, così come abbiamo assistito a un’ingente destinazione di risorse alle scuole paritarie invece di investire prioritariamente nelle proprie scuole, quelle statali che garantiscono uguali opportunità a tutti anche ai bisognosi e meritevoli.


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