Bocciature, rinunce e posti vacanti: il fallimento del concorso Stem raccontato dai docenti
Defezioni, più posti vacanti che promossi, ma soprattutto record di bocciature. I primi risultati dello Stem, il concorso per direttissima per docenti di matematica, fisica e informatica delle medie e delle superiori fanno registrare un vero e proprio bagno di sangue.
Di Paolo Riggio
I dati relativi agli scritti sono eloquenti. In Puglia è passato un candidato su 10 in matematica (34 su 339). In informatica si registrano numeri leggermente migliori (96 su 373). Dalla Puglia alla Liguria dove, su 175 candidati per un posto da insegnante di matematica alle superiori, ne sono passati appena 23 (in informatica, 23 promossi su 85).
E dire che il Concorso Stem – 6.129 posti previsti – rappresentava uno dei pilastri del Decreto Sostegni Bis. L’intento dell’esecutivo era quello di accelerare le procedure di reclutamento del personale docente per il prossimo anno, dando massima priorità ai concorsi per le cattedre delle scuole medie e superiori. Qualcosa però, in questo caso, è andato storto.
Tra i docenti, c’è chi denuncia l’eccessiva difficoltà delle domande, ma soprattutto la mancanza di tempo per rispondere ai quesiti: “Avevamo soltanto 100 minuti per rispondere a 50 domande allo Stem A026 – ci spiega Chiara Romagnoli di Civitanova Marche, che ha sostenuto senza successo l’esame a Recanati con un punteggio di 56/100 -. Sembrava più un concorso di enigmistica che di matematica, non era possibile mostrare le proprie conoscenze. Mi sono confrontata anche con gli altri docenti partecipanti e quasi tutti, hanno dovuto rispondere a caso alle ultime domande. Sarebbero bastati 50 minuti in più, in queste condizioni superare un concorso di matematica è davvero difficile”.
I promossi invece manifestano la loro felicità per aver superato il concorso. È il caso di Claudio Signorini, 46enne di Padova laureato in ingegneria informatica, che ha sostenuto l’esame a Treviso realizzando un totale di 47 risposte esatte su 50 nello Stem A026: “Sono dispiaciuto per i miei colleghi ma anche molto soddisfatto per il mio punteggio – dice alla UIL Scuola -. Venivo da un anno e mezzo di preparazione nella Pre-Selettiva in cui la media era di un minuto a domanda, questo forse mi ha dato un vantaggio e mi ha aiutato molto a gestire il tempo”.
Il caso di Signorini è purtroppo raro. Lo dicono i numeri. Prove difficili, modalità d’esame discutibili, grosse difficoltà organizzative e soprattutto tante rinunce.
Molti docenti, iscrittisi regolarmente un anno fa prima dello stand-by a causa della pandemia, hanno infatti preferito non presentarsi al concorso. Il motivo? Non erano ancora pronti per svolgerlo, visto il poco preavviso ricevuto; il concorso Stem sarebbe dovuto cominciare nell’autunno 2020 ma è stato sospeso per tutte le classi in concorso a causa dell’emergenza sanitaria. Per accelerare le immissioni in ruolo, è stato poi bandito a fine maggio con una procedura veloce.
La Caporetto dello Stem, palesa per l’ennesima volta i limiti della procedura concorsuale, come spesso sottolineato dal Sindacato. E a pagare non saranno solo gli insegnanti, ma anche gli studenti.