Conferenza nazionale a Fiuggi: conclusa la giornata dedicata ai temi organizzativi

Due giorni di lavori molto intensi hanno caratterizzato la Conferenza nazionale Uil scuola convocata a Fiuggi. La giornata di apertura è stata dedicata ai temi di attualità politica della scuola con l’intervento della vice ministra, Anna Ascani che ha toccato quattro punti su sicurezza degli ambienti educativi, precariato, formazione in servizio e relazione scuola-società, scuola–famiglie, scuola– istituzioni.  Ampio il dibattito che è seguito agli interventi della tavola rotonda con Diamantini, Foccillo e Turi.

Gli insegnanti sono gli ‘alimentatori’ della nostra società – ha detto il professor Divide Diamantini –  leggendo in questo ruolo di trasmissione, di energia, di saperi e di valori, il ruolo del nostro sistema di istruzione.

Saranno due le sedi del negoziato contrattuale: all’Aran e al Miur – ha detto Antonio Foccillo nel fare il punto del confronto in atto con il Governo – questo consentirà un confronto diretto, serrato e concreto. Al centro del negoziato la parte normativa del contratto e la parte economica.

La seconda giornata della Conferenza è stata interamente dedicata agli aspetti organizzativi. L’Esecutivo nazionale, riunito nell’ambito della Conferenza, ha messo a punto un documento finale ( riportato di seguito) nel quale vengono delineati i punti principali dell’azione del sindacato.


Non è sufficiente passare in una scuola, è importante uscirne arricchiti – ha detto Pino Turi nel corso della conferenza nazionale Uil Scuola che si è conclusa oggi pomeriggio a Fiuggi.

La scuola non è vigilanza o peggio sorveglianza. E’ funzione statale finalizzata all’educazione e all’istruzione dei futuri cittadini. E’ quello che abbiamo spiegato in sede Aran nella discussione relativa alla revisione del codice di autoregolamentazione dello sciopero. Dobbiamo stare attenti a non squalificare il lavoro.

Dobbiamo avere il coraggio di portare avanti le nostre idee, anche quando sono anche fuori dal coro – ha detto, alla sala gremita.

L’unico comparto in cui l’esperienza ha un valore ineludibile è quello della scuola. Dobbiamo ricordarlo bene – ha aggiunto Turi – perché vogliono cambiarci il reclutamento.

Siamo convinti che è un sistema che funziona, dobbiamo evitare che la politica la possa stravolgere per effimere e contingenti  motivazioni elettoralistiche, mettere gli uni contro gli altri, precari contro precari, senza una visione olistica difficilmente si potrà rilanciare il settore. Questo va assolutamente evitato.

La contrattazione deve essere lo strumento per la valorizzazione del personale come in effetti siamo riusciti a fare nel recente passato, come è il caso dell’art.59 che ha permesso una mobilità professionale a cui è mancato un accompagnamento formativo che sarebbe comunque necessario anche a chi è nella medesima graduatoria. Questo è frutto del nostro lavoro sindacale e va rivendicato.
Noi non siamo pentiti anzi, su questo terreno dobbiamo continuare per la valorizzazione del personale ATA. Lasciamo da parte la mistica del merito, attraverso i concorsi che non tengono in alcun conto l’esperienza che nella scuola è il valore aggiunto insostituibile visto che il lavoro ed il lavoratore si deve integrare nella comunità educante che non può che essere partecipativa e democratica.

In questo quadro si deve inquadrare come nodo centrale, la formazione. Ne siamo consapevoli. Ma occorre una formazione specifica, perché non è mai un elemento neutro e deve essere finalizzata, calibrata ed integrata nella scuola dell’autonomia.

Se un sindacato si mette nel coro dei forti ha perso la sua missione – ha continuato Turi commentando le attuali polemiche sul lavoro e professionalità a scuola.
Dobbiamo stare dalla parte di chi è più debole, ma evitare la deriva corporativa che si sta estendendo sotto forme di comitati nazionali di ogni genere.

Mentre la politica parla con queste ‘lobbine’ senza strategie,  le lobby, quelle vere e potenti svolgono la loro azione per portare via risorse alla scuola ed orientarle su lidi privati. Il sindacato non può stare a guardare, né si può trasformare a sua volta in lobby ed  agire come fanno le lobby.

Una sorta  di  disintermediazione che guarda solo agli interessi individuali o di gruppo che non daranno mai risposte collettive all’insieme dei lavoratori, messi gli uni contro gli altri. Significa tagliare i legami con le persone, rompere e dividere le comunità.

Ogni persona ha diritto ai suoi diritti, anche alla felicità.
Bisogna fare azioni concrete, visibili per le persone e noi dobbiamo averlo sempre presente come obiettivo da raggiungere, ostinatamente, in un quadro e in un modello che è quello che in questi due giorni abbiamo definito ulteriormente.

Sul fronte del confronto con il Governo Turi ha ribadito che restano centrali le questioni poste al centro dell’accordo con il Governo Conte (il primo e il secondo): contratto – precari – autonomia scolastica VS autonomie differenziata regionale – questione Ata.
Temi che porteremo in piazza, domani 12 dicembre.

Quanto al contratto e  all’avvio di due tavoli negoziali, all’Aran e al Miur, e di due fasi di confronto, normativo e sulle risorse, Turi ha ribadito che bisogna uscire dalla stagione del bonus e entrare nella stagione delle professionalità.

Saranno gli argomenti da affrontare nei tavoli che nei giorni scorsi si sono aperti sul pubblico impiego e scuola con le confederazioni sindacali e con le categorie.

Il sindacato fa accordi e contratti e, solo se non realizza i propri obiettivi, fa anche manifestazioni mobilitazioni e scioperi.

Oltre alle risorse finanziarie, peraltro promesse nelle campagne elettorali e di propaganda politica, e mai realizzate, hanno il sapore della solita ricetta regressiva fatta di limitazioni e tagli che diminuisco i diritti e dividono i lavoratori.

E’ ora di dire basta e riportare i lavoratori pubblici nell’ambito dei diritti e delle pari opportunità a partire dall’eliminazione dell’assurda trattenuta sulla malattia che opera un’ingiusta discriminazione non più sopportabile.

 


DOCUMENTO FINALE

L’Esecutivo nazionale UIL Scuola, approva le relazioni introduttive, il dibattito e le conclusioni, investe le Segreterie regionali per accelerare l’attuazione del novo modello organizzativo, anche in vista degli imminenti appuntamenti elettorali.

Sul versante del rinnovo del contratto nazionale scaduto, l’Esecutivo ritiene di dare mandato alla Segreteria nazionale per andare ai tavoli, rivendicando modifiche sostanziali sia sul versante normativo che retributivo.

In particolare, sul tavolo da comporre al Ministero della Funzione Pubblica insieme con la UIL va rivendicata la modifica in senso espansivo del T.U. 165 che liberi la contrattazione dai vincoli legislativi che ingessano le relazioni sindacali. Specie dopo le invasioni di campo perpetrate in sede legislativa.

Sul tavolo del MIUR, vanno ripresi gli accordi per realizzare gli obiettivi definiti nell’accordo firmato con il Governo:
– prioritariamente i percorsi di abilitazione
– vanno prese opportune azioni di mobilitazione per dare ai DSGA facenti funzione le riposte che meritano, anche con azioni radicali come quelle di rimettere gli incarichi.

Conferma la contrarietà ad ogni forma di autonomia differenziata nella scuola.

Sul piano retributivo, oltre al reperimento di risorse ulteriori per i contratti del Pubblico impiego, per la scuola vanno utilizzate tutte le risorse di comparto come il bonus premiale ed il bonus docenti.

Bisogna uscire definitivamente dalla logica del bonus per entrare nel terreno del riconoscimento professionale.

L’Esecutivo pertanto da mandato alle Segreteria nazionale di mantenere unito il fonte sindacale in cui inserire ed attuare le linee strategiche della Uil Scuola, a partire dal modello di scuola e di società che in questa conferenza abbiamo delineato e definito.

Fiuggi, 11 dicembre 2019

Il documento è stato approvato all’unanimità.

 

 


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